11. Kalyel

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IL GIORNO DELLA PARTENZA PER LA GRANDE GUERRA

"Trova Mark.
Riportalo da me sano e salvo."

Rileggo il messaggio che mi ha voluto lasciare Margaret seduto sul divano nel mio appartamento. Me lo rigiro tra le mani una decina di volte, prima di decidermi ad alzarmi e andare in camera. Prendo una manciata di cambi puliti che trovo nell'armadio, uno dei diari dalla libreria e il biglietto con la supplica di Margaret e infilo tutto in un grande borsone.
Esco di casa senza pensare troppo a quello che sto facendo, so solo che devo andare. La pioggia continua implacabile, rendendo ancora piú grigia questa parte della città. Lungo la strada, sui lastricati in porfido, scorre un lungo rivolo d'acqua generatosi dall'incessante temporale.
Mi dirigo in centro, dove la rettangolare caserma militare padroneggia sulla piazza. Sono ormai bagnato fradicio dalla testa ai piedi quando varco l'ingresso e i miei capelli gocciolano sul pavimento. Un militare dietro una scrivania solleva lo sguardo dai fogli che stava compilando per indirizzarmi una lunga occhiata interrogativa.
"Buongiorno, sono qui per arruolarmi."

Compilati i documenti necessari vengo accompagnato in una stanza sterile e priva di adornamenti, dalle pareti bianche, con una luce fredda appesa al soffitto e senza finestre. Un medico entra pochi minuti dopo di me, chiedendomi di spogliarmi per potermi visitare.
Accertate le mie condizioni di salute immacolate prende un rasoio elettrico e toglie ogni traccia dei miei capelli, mi fa fare una doccia fredda e mi porge una divisa che mi invita ad indossare.
Senza altre cerimonie o scambi di parole mi guida verso il cortile esterno, dove altri uomini che sembrano identici a me stanno salendo sopra a dei furgoncini militare.
Seguo la fila e salgo anche io. Il silenzio viene interrotto solo dall'appello dei militari di più alto grado, che indicano ai civili come me dove prendere posto. Mi siedo stretto tra altri ragazzi, sui loro volti fin troppo giovani riesco a leggere la paura e il timore di non sapere cosa stanno per affrontare, l'ingiustizia di dover sacrificare la propria vita per la loro impotenza di fronte alle scelte di potere prese da altri .
Inevitabilmente penso a Ravion, domandandomi se fosse felice della disperazione di questi giovani da lui condannati troppo presto. Stiamo per partire.

Dopo ore di viaggio e silenzio giungiamo alla zona di confine tra lo Stato 9 e il 10, il fronte di guerra. Scendiamo ordinatamente per raggiunge l'accampamento del nostro Stato, dove un addetto ci smisterà in base alle caratteristiche fisiche, all'età e alla padronanza delle armi, per stabilire se sia necessario o meno un minimo di addestramento prima di usarci come pedine sul campo di battaglia. Raggiungiamo un militare seduto dietro una scrivania arrangiata con delle casse di legno contenenti arsenali da guerra e ci mettiamo in fila uno dietro l'altro. Dietro di lui un militare che riconosco essere di più alto grado dalle medaglie appuntate al petto, segue le operazioni.
Ad uno ad uno i ragazzi davanti a me comunicano i dati richiesti, per poi spostarsi in un'altra fila orizzontale alla nostra destra. Più avanti rispetto a me, un nome cattura la mia attenzione.
"Nome, età, padronanza delle armi" chiede ripetitivo il militare senza il minimo accenno di coinvolgimento emotivo.
"Mark Roots, 26 anni, nessuna padronanza.". Si passa velocemente ai successivi con la stessa, metodica e apatica sequenza di domande fino a quando arriva il mio turno.
"Nome, età, padronanza delle armi"
"Kalyel Nyxborne, 26 anni, nessuna padronanza.".

Finita l'attesa della registrazione, il generale che osservava in piedi dietro la scrivania prende il foglio che il sottoposto gli passa, si posiziona davanti a noi e inizia a smistarci per cognome in base alle caratteristiche raccolte.
"Duncan, Janes, Roberson, Mitchell, Karloff, Siners, Flyn, Roots, Lane, Simper, Nyxborne, Milligan. Voi seguirete l'addestramento base. Raggiungete il campo 1." Inizia poi ad elencare un'altra trafila numerosa di giovani, ma noi ci stiamo già spostando dove richiesto e non sto nemmeno più ascoltando, concentrato come sono a non perdere di vista Mark davanti a me: come avevo intuito, registrarmi con i suoi stessi dati é bastato per essere inserito nella stessa squadra.

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