QUATTRO GIORNI DOPO L'ESILIOEsco dalla locanda dopo aver bevuto anche il bicchiere di Laila e aver pagato il conto alla cameriera, lasciando una manciata di dollari in più come mancia.
Sta per arrivare un temporale, le nuvole alte nel grigio cielo dello Stato 9 preannunciano che questa sarà un'altra giornata grigia e buia.
Il prezzo da pagare per la vita, é la vita. Non poteva essere differente, deve esserci sempre un equilibrio, secondo nostro Padre. Un'anima per un'anima. Poco mi preoccupo per la mia condizione, ma mi fa incazzare da morire sapere che nostro Padre abbia escogitato un piano che mi obbliga a dover scegliere tra la mia vita e quella degli umani.
Mi dirigo verso casa di Margaret in preda a questi pensieri, ripetendo nella testa le parole appena scambiate con mia sorella, con l'intento di restituirle i suoi beni e il denaro che ho deciso di lasciarle perché possano esserle utili per provvedere a lei e alla bambina finché Mark non tornerà. Non sappiamo quanto questa guerra durerà, qualche soldo in più potrebbe farle comodo fino a quando non sarà tutto finito.Busso alla sua porta ma non risponde nessuno, nemmeno quando provo a chiamarla. Una vicina, una signora anziana che assiste alla scena mentre spazza via le foglie secche del suo giardino, al di là della staccionata confinante con il piccolo pezzo di prato davanti alla casa di Margaret, si sporge per capire chi sta cercando la ragazza.
"Pensavo fossi Mark." Dice notando di non avermi mai visto prima, con un'aria interrogativa e diffidente che si riserva ad uno sconosciuto.
"Mark é partito per il fronte, signora. Io sono Kal, un amico di Margaret. Sono venuto a restituirle la borsa." Rispondo cercando di essere il piú disponibile possibile.
"E come mai tu non sei partito? Sono dovuti partire tutti...tutti quanti." Chiede, pronunciando l'ultima parte della frase abbassando gli occhi a terra.
"Io... arrivo da un posto lontano. Non ero presente al momento della chiamata." L'anziana annuisce sommessamente.
"Margaret non c'é." Dice dopo qualche secondo di silenzio.
"Sa dove posso trovarla?"
"Questa notte si é sentita poco bene, sentivo il pianto e le urla. Sono andata da lei per controllare se fosse tutto ok o se avesse bisogno di aiuto e l'ho trovata in un bagno di sangue. La bambina, sa." Continua la signora scuotendo bassa la testa.
"D-dove é adesso?" Domando senza nascondere la preoccupazione.
"Ho chiamato i soccorsi, sono venuti a prenderla e l'hanno portata al Saint Patrick Hospital. Non so nient'altro giovanotto, mi dispiace."Impiego esattamente tredici minuti a raggiungere di corsa l'ospedale. Alla Reception una ragazza con un camice bianco mi guarda preoccupata quando arrivo a corto di fiato e poso entrambe le mani e la borsa di Margaret sul bancone, prendendo aria.
"Buongiorno signore, le serve aiuto?" Chiede in apprensione alzandosi dalla sedia per avvicinarsi a me.
"Margaret..." annaspo prendendo aria tra una parola e l'altra. "Questa sera é stata ricoverata qui d'urgenza. É incinta. Devo vederla. Devo sapere come sta."
"Margaret Billson, certo. Tu sei Kal? Poverina, era sotto shock e doveva provare un dolore lancinante, ma ha lasciato un messaggio per lei, nel caso fosse venuto a cercarla. Non so perché ma era convinta che sarebbe venuto, non si sbagliava."
"Posso vederla?" Provo a richiedere. "Come stanno lei e la bambina? E perché non può darmelo direttamente lei il messaggio?"
"Erano entrambe in condizioni critiche quando sono arrivate ieri sera, qualche minuto in più e nessuna delle due ce l'avrebbe fatta. Ha perso molto sangue. Forse una brutta caduta o una forte botta alla pancia hanno causato l'emorragia." Penso subito al furto di ieri, quel bastardo l'ha fatta cadere con violenza quando sono intervenuto. Mi pento solo di non averlo ammazzato in un modo più doloroso.
"Quando é arrivata in ospedale, il medico ha ritenuto opportuno indurre il coma, per cercare di salvarle entrambe. Non le nascono che la situazione é critica. Lottano tra la vita e la morte. Speriamo in un miracolo."
"Posso vederla?" Riesco a chiedere
"Si, ma solo per il tempo necessario a prendere il biglietto con il messaggio che le ha lasciato, lo ha scritto la mia collega e appoggiato sul comodino di fianco a lei. Dopodiché deve andare per lasciarci lavorare in caso di emergenza."
L'infermiera mi indica la strada per la sua camera e una volta raggiunta, trovo Margaret avvolta dalle lenzuola, in un sonno profondo. Dal suo indice e da sopra il suo ventre, vedo partire una serie di collegamenti che portano ad uno schermo che monitora i parametri vitali e il battito cardiaco suo e della bambina. Fuori dalle finestre vedo la pioggia iniziare a scendere violentemente.
Mi avvicino cauto a Margaret e la osservo per qualche momento prima di ricordarmi del biglietto piegato appoggiato sopra al comodino.Sopra c'é il mio nome.

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The Law of Destiny
RomanceIn un regno oltre il tempo e lo spazio, i Divini governano il destino degli esseri umani, prescrivendo il percorso di ogni anima che scende sulla Terra. Kal, primogenito di Seraphiel, il Padre dei Divini, si distingue per la sua empatia verso gli u...