DURANTE LA GRANDE GUERRADopo l'incontro con Laila torno all'accampamento. Mark e Carl stanno parlando tra loro, intenti a sfilarsi gli anfibi per andare a riposare dopo il turno di guardia. Non so come dirò a Mark quello che mi ha fatto sapere Laila, non so nemmeno come reagirà quando gli svelerò chi sono e che sono in grado di aiutare la sua fidanzata e sua figlia, se lui lo vorrà, ma che il prezzo da pagare sarà enorme. Guardo da lontano i due ragazzi chiacchierare, mi avvicino alla mia branda e tiro fuori da sotto al materasso lo zaino color cachi che mi hanno consegnato il giorno della partenza per riporvi i pochi effetti personali concessi. Tiro fuori il taccuino nero e lo rigiro tra le mani, lanciando qualche occhiata ai ragazzi in lontananza.
Questi giorni sono stati intensi e le atrocità vissute insieme hanno condizionato il modo di vedere Mark, come ho già detto ho potuto conoscerlo e apprezzarne le immense qualità. Non mi è difficile credere che Margaret sia profondamente legata e innamorata di lui, è un uomo davvero altruista e gentile, si rende sempre disponibile ad aiutare gli altri e insieme a me molte volte aiutiamo i medici nelle tende ospedaliere per dare supporto ai feriti. Mi ha raccontato che lui e Margaret si conoscono fin da ragazzi, e che lui si era innamorato dal primo istante in cui aveva posato i suoi occhi su di lei. Avevano affrontato le difficolta della vita insieme, lavorava instancabilmente nella fabbrica di tessuti dello Stato 9 per poter pagare il mutuo della casetta che avevano acquistato, mentre Margaret era stata assunta nel supermarket del paese per pochi dollari l'ora. Non era esattamente la vita che aveva sperato di offrire alla sua famiglia, ma non poteva desiderare altro. Quando Margaret gli aveva detto che sarebbe diventato padre il suo cuore è esploso dalla gioia e aveva iniziato a raddoppiare i turni a lavoro per poter mettere da parte qualche soldo e aveva chiesto alla ragazza di sposarlo. Pochi mesi dopo, però, l'inizio della guerra e la chiamata alle armi avevano messo in discussione tutto il loro futuro, sostituendo alle gioie le paure e le incertezze.
Da quando siamo entrati in confidenza non manca ogni giorno di ripetere quanto non veda l'ora di riabbracciare la sua futura sposa e stringere tra le braccia la piccola Annabeth, nome che avrebbero dato alla loro bambina.
Questo renderà ancora più difficile ciò che sto per rivelargli e il sacrificio che sarò costretto a chiedergli.Laila mi ha spiegato come funziona "lo scambio" e come utilizzare i taccuini che ho trovato il primo giorno del mio arrivo sulla Terra nel mio appartamento. Solo una persona particolarmente legata da un profondo senso di amore o amicizia può scegliere di offrire la propria vita in cambio di quella dei propri cari. La scelta deve essere libera e personale, priva di costrizioni o raggiri. Deve essere un puro atto di amore e sacrificio. Sul taccuino la persona che sceglie di morire per l'altro segnerà i due nomi e il loro destino si invertirà. Per limitare le mie azioni e mantenere sempre un certo controllo sul mio operato, nostro Padre ha deciso che anche io dovrò pagare un prezzo per ogni destino cambiato: il tatuaggio a forma di rami nero che si è già iniziato a formare sul mio piede ogni volta che modificherò il percorso prestabilito di un'anima si espanderà. Se arriverà a macchiare il mio corpo fino all'altezza del cuore sarò perduto per sempre. Immagino sia una sorta di invito alla moderazione, non mi avrebbe mai concesso carta bianca.
"Ehi, Kal. Non sapevo nascondessi un diario segreto sotto al letto!" Carl ironizza avendo notato il taccuino che tengo in mano e sfoglio assorto nei miei pensieri.
Mi alzo dalla branda senza rispondere, il mio umore non è dei migliori per stare al gioco, e mi avvicino a loro con aria seria, posando una mano sulla spalla di Mark e tenendo stretto nell'altra il diario nero.
"Vieni con me, ti devo parlare."
Mark mi guarda con aria interrogativa spegnendo il suo sorriso, avendo notato il tono privo di emozioni con cui mi sono rivolto a lui. Indirizza un'occhiata veloce a Carl e, senza fare domande, decide di seguirmi fuori dalla tenda."Kal, mi fai preoccupare così. È successo qualcosa?" Domanda non appena esce dalla tenda dietro di me. Cammino avanti e indietro pizzicandomi il labbro inferiore tra il pollice e l'indice della mano destra e tenendo gli occhi bassi. Mi fermo di scatto e lo fisso portando il palmo delle mano sulla fronte.
"Non so nemmeno da dove cominciare. Mark non so come dirtelo in altri modi: Margaret sta male, molto male."
"C-cosa? Tu...tu come fai a saperlo? Cosa stai dicendo Kalyel? Come conosci Margaret? Hai detto di non essere delle nostre parti." Chiede Mark avvicinandosi e tirando il colletto della mia camicia con entrambe le mani.
"No, infatti. Poco prima della mia partenza per il fronte mi sono imbattuto in Margaret fuori dal supermarket dove lavora. Un drogato l'ha aggredita e le ha rubato la borsa e la collana con la perla che le avevi regato prima di partire. Quando sono intervenuto per darle soccorso, il ladro é scappato spintonando e facendo cadere Margaret."
"Non vi avevo mai raccontato della collana." Mark lascia la presa dal mio colletto arretrando di un passo. Fissa il vuoto portando una mano alla bocca e rimane in silenzio. "Come fai a sapere che sta male?"
"Dopo l'accaduto sono riuscito a trovare quel bastardo e a recuperare ciò che le aveva rubato, ma quando sono andato a casa vostra per riportarle la borsa e la collana, lei non c'era. La vicina mi ha informato che l'avevano portata d'urgenza in ospedale perché la caduta aveva causato un'emorragia che aveva messo in pericolo la vita di vostra figlia. Una volta arrivato in ospedale, ho trovato un messaggio che Margaret mi aveva lasciato prima che le inducessero il coma." Tiro fuori dalle pagine del diario il biglietto scritto dall'infermiera che avevo nascosto al suo interno e lo porgo a Mark, che mi guarda confuso e attende un momento prima di prenderlo dalla mia mano. Lo legge e indugia piú del necessario prima di rispondermi.
"Non sei dello Stato 9, non dovevi arruolarti, lo hai fatto solo per cercare di rispettare la richiesta di Margaret." Annuisco in risposta.
"Tutto questo è assurdo, Kal. Hai deciso di mettere a rischio la tua vita solo per proteggere la mia e assecondare la richiesta di una ragazza che non conosci nemmeno!"
"Da dove vengo io, tutto accade per un motivo, Mark. Non é stato un caso il mio incontro con la tua ragazza. Io dovevo incontrarla. So che tutto sembra assurdo e che tu non riesci a capirmi. Ma dovevo essere qui, trovarmi in questo posto dimenticato da Dio, e poco fa ho compreso il perché."
Mark rimane in silenzio, stordito dalle mie parole, cercando di trovarne un senso.
"Come mai dirmi tutto questo solo ora? Ti sei finto mio amico, hai finto per tutto il tempo di non conoscermi, hai finto tutto, Kal!" Mark alza il tono della voce puntandomi il dito contro. "Chi sei tu?".
"Il mio compito era solo quello di proteggerti per riportarti sano e salvo da Margaret una volta finito tutto questo. Non ti avrei rivelato nulla a meno che non si fosse reso necessario."
"E ora per quale motivo sarebbe necessario?"
"Dopo il nostro turno di guardia, questa notte, mi hanno informato che la condizione della tua fidanzata é peggiorata. I medici non riescono a risvegliarla dal coma indotto e rischiano di perdere sia lei che la bambina."
"Ti hanno...chi ti ha informato, Kal? Siamo rimasti insieme tutto il tempo!"
"Io posso salvarla. Posso salvare entrambe." Rispondo sovrastando le domande di Mark, che ora mi guarda con piú dubbi e incertezze di prima. "So che é assurdo, che credi che io sia pazzo. Ma posso davvero cambiare le cose." Mostro a Mark il diario. Mi ascolta in religioso silenzio, anche se incredulo e scosso per ciò che sta succedendo.
"Scrivendo il tuo nome e quello di Margaret in questo diario, potremo salvar loro la vita. Potrà svegliarsi dal coma e dare alla luce la vostra bambina, Mark."
"Come faccio a crederti, Kal? Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Ti rendi conto che sembri impazzito?"
"Lo so, hai perfettamente ragione. Al tuo posto penserei le stesse cose. Vieni con me, spostiamoci da qui, ti darò prova di quello che dico." Inizio ad andare verso gli alberi dove avevo incontrato Laila e, seppur con titubanza, vedo Mark seguirmi dopo qualche passo.
Rimango di spalle a lui, chiudo gli occhi concentrandomi. Sento la mia vera natura riaffiorare, un po' come la sera in cui ho tolto la vita a quel drogato nel vicolo. Sento scorrere nelle vene il mio potere. Seppur non riesco a riappropriarmi della mia completa forma da Divino sulla Terra come prima del mio esilio, i miei occhi acquistano la stessa rossa e brillante di quella notte. Mi volto lentamente verso Mark, che arretra di qualche passo, inciampando su un tronco dietro di lui che non aveva visto. Rimane per terra in silenzio, sbarrando gli occhi.
"Posso aiutarle, Mark." Ripeto ancora una volta quasi con tono di supplica porgendogli la mano per aiutarlo a rialzarsi. Lui fissa prima la mia mano e poi me, ancora esterrefatto. Decide di afferrarla e lo aiuto a mettersi in piedi.
"Chi sei tu?" Riesce a domandarmi di nuovo, sperando questa volta di ottenere una risposta. Faccio tornare i miei occhi dell'intenso verde che é solito vedere.
"Io esisto oltre il tempo e oltre lo spazio. Con i miei fratelli e sorelle abbiamo il compito di guidare i destini degli umani. Sono stato mandato sulla Terra dopo essere stato esiliato da mio Padre perchè la pensiamo diversamente su molti punti di vista, soprattutto sulla libertà di scelta che gli umani, secondo il mio parere, devono poter avere durante la loro vita. Il punto Mark è che ora, sulla Terra, posso cambiare il destino prescritto di alcune anime. Ma la scelta deve essere presa in maniera libera e priva di qualsiasi remora solo da qualcuno che ha davvero a cuore la sorte di chi ha accanto. Per mio Padre, però, tutto ha un prezzo, ovviamente." Abbasso lo sguardo, cercando il coraggio di pronunciare la parte seguente. "Essendo per lui essenziale il mantenimento dell'equilibrio, un'anima salvata porta il peso di un'altra anima sacrificata al suo posto. Una vita per una vita. Questo è il prezzo da pagare. Per questo la scelta deve essere libera." Torno a guardare Mark, non mi ha interrotto nemmeno per un secondo, eppure riesco a percepire il battito accelerato del suo cuore e a intravedere le gocce di sudore che colano dalla sua fronte.
"Mi stai dicendo che puoi salvare Margaret e mia figlia, ma che per farlo devo scegliere di morire al loro posto?"
"Sì, esattamente. Non abbiamo molto tempo, anzi spero non sia già troppo tardi, ma pensaci su. Sono troppe le cose che ti ho rivelato e sarai sconvolto, prenditi del tempo. So che la richiesta é veramente alta e devi riflett.."
"Accetto." Risponde Mark senza farmi finire di parlare.
"Accetti?" Chiedo pensando di non aver ben capito.
"Accetto." Ripete lui. Il suo sguardo é ora determinato e non l'ho mai visto piú serio di così.
"Sei sicuro, Mark? Una volta siglato l'accordo non si può più tornare indietro."
"Prendi quel diario, Kal."
Lo guardo intensamente negli occhi prima di aprire il diario sulla prima pagina bianca. Lo tengo da un lato porgendolo a lui, insieme alla penna che recupero dalla divisa.
"Scrivi il tuo nome, quello di Margaret, e la tua firma."
Mark mi guarda per qualche secondo prima di prendere il diario dalle mie mani e scrivere quanto detto. Pone la sua firma, chiude il taccuino e me lo restituisce, con una sicurezza tale da farmi dubitare che abbia realmente compreso ciò che ha fatto. Non posso che ammirarlo per il suo coraggio.
"Quindi ora sono salve?"
"Lo saranno presto, amico mio.".Torniamo all'accampamento dopo aver fatto promettere a Mark di non rivelare nulla di quanto accaduto a nessuno, nemmeno a Carl.
Appena rientrati veniamo chiamati sull'attenti dal generale della nostra divisione, che compare all'ingresso.
"Milligan, Roots, Nyxborne. Seguitemi. Abbiamo una missione per voi."
Io, Mark e Carl eseguiamo gli ordini e usciamo dall'accampamento per seguire il generale.
"Dovete partire subito in avanscoperta e raggiungere le linee nemiche. É una missione pericolosa, ce ne rendiamo conto, ma siete gli unici su cui contare. Non dovrete fare altro che raggiungere il loro territorio, monitorare la situazione e tornare indietro il prima possibile per riferirci come sono organizzati e quante munizioni e provviste hanno ancora. Il nostro esercito é stato decimato, ma anche il loro ha subito perdite considerevoli. Dobbiamo essere pronti al prossimo attacco.'
"Ma é una missione suicida, signore. Se non dovessimo farcela non potremmo tornare per riferire quanto visto." Risponde Carl cercando di non far trasparire emozioni.
"Lo so bene, figliolo. Ma dobbiamo fare un tentativo." Risponde il generale con un tono stranamente comprensivo. "Partirete tra poco, il tempo di prepararvi e di raccogliere armi e cibo.". Detto questo, se ne va lasciandoci soli.
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The Law of Destiny
RomanceIn un regno oltre il tempo e lo spazio, i Divini governano il destino degli esseri umani, prescrivendo il percorso di ogni anima che scende sulla Terra. Kal, primogenito di Seraphiel, il Padre dei Divini, si distingue per la sua empatia verso gli u...