Ed eccoci qui... A mettere un punto alla mia vita.
O forse no? L'aria continuava a rimanere incastrata nei miei polmoni e non voleva saperne di uscire, la corsa che avevamo iniziato ben più di mezzora fa, non aveva neanche scalfito la faccia spigolosa del mio compagno di avventura.
«Come... cazzo... fai a non avere il fiatone?» terminai la frase fermandomi e appoggiandomi ad un albero, lui mi guardò alzando un sopracciglio perfetto «Ma non eri tu la temibile guerriera... Che batteva tutti con un solo colpo di spada?» feci per rispondere, ma tutto svanì.
Era solo un sogno?
Riaprii debolmente gli occhi.
Dove sono? E perché il soffitto è fatto completamente di ghiaccio? A me no che non sia finita nel film di Frozen, credo ci sia solo un'altra opzione...
Mi alzai di scatto e la vista iniziò ad annebbiarsi, per il mio gesto fulmineo, mi guardai attorno e dopo aver visto: le sbarre che ci impedivano l'uscita e nient'altro, potei testimoniare di trovarmi in una cella fatta totalmente di ghiaccio. Ma non una qualunque... No quella della mia peggior nemica che voleva ammazzarmi insieme al mio ex migliore amico.
Aspe ma lui dov'è?
Rannicchiato senza conoscenza, c'era il mio compagno che era stato costretto a venire con me anche se tra di me e lui c'erano delle storie in sospeso non doveva assolutamente morire.
O perlomeno, dopo che avesse finito di aiutarmi, poteva anche morire.
Una cosa che non aiutava sicuramente era l'assenza quasi totale della luce, infatti riuscivo a scorgere solo qualche dettaglio di Cedric, appoggiai la mano sul pavimento trovandolo bagnato si una sostanza appiccicaticcia...sembrava...no, era sangue. La paura si impossessò del mio corpo, se fosse stato ancora vivo sarebbe stato un miracolo. Cercai di allungarmi ma una catena mi teneva imprigionata all'angolo opposto della stanza.
Sospirai di frustrazione «Cedric? Cedric!» strillai sperando che fosse sveglio.
«Perché fai tutto questo frastuono, fiammifero?»
«Perché pensavo fossi morto!» il suo tono freddo non mi aiutava affatto, non ora che bisognava rimanere concentrati.
«Sto bene, e sono sveglio... ora sono...» guardò fuori dalla finestrella della nostra cella con fare esperto «Sono più o meno le 2 di notte, quindi, zitta e non rompere più di quanto tu non stia già facendo» detto questo si girò dall'altra parte senza riuscire a trattenere i gemiti di dolore provocati dalle sue diverse ferite di cui potevo sentirne l'odore distintamente. Sospirai mettendomi a pancia in su, guardando intensamente il soffitto cercando di calmarmi.
«Le tue ferite non guariranno con la rimarginazione naturale, se non le si cuciono, lo sai, vero? Ah, e se non fai subito qualcosa per la ferita che hai sul petto... vicino alla clavicola sinistra rischi di perdere un polmone» detto questo mi girai di nuovo guardandolo girarsi a sua volta. La faccia una maschera di dolore, e sulla maglietta più rosso di quanto avrebbe dovuto esserci...
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Phoenix. La luce nelle tenebre
FantasíaOgnuno riuscirà mai ad avere il suo "per sempre felici e contenti"? Questo dubbio assilla Aleys da quando il suo mondo è stato stravolto, da quando ogni sua certezza è crollata. Ma per uno strano scherzo del destino incontra un altro ragazzo che se...