La testa sembrava scoppiarmi come se mi fossi appena risvegliata dal coma, aprii le palpebre con uno sforzo disumano, mentre uno stile minimalista faceva da protagonista nella stanza in cui mi trovavo.
Un letto matrimoniale torreggiava in mezzo alla stanza mentre, ai lati c'era una cassettiera da un lato e un armadio dall'altro, il tutto completamente nero, mentre il pavimento era di marmo bianco, come nella casa di Light. Infine le pareti color antracite contornavano quella camera quasi spettrale.
Il mio letto: un materasso appoggiato per terra... Che meravigliosa accoglienza.
Iniziai a girovagare per la stanza senza aprire niente nel caso ci fosse qualcosa che avrebbe compromesso la mia permanenza, il materasso è appoggiato contro il muro di fronte al maestoso letto fatto con recisione quasi maniacale. La porta ovviamente chiusa a chiave ma la finestra era aperta perciò decisi di sbirciare cosa c'era fuori...
Enormi palazzi in vetro si erigevano in mezzo l'enorme città di cui non si vedeva fine, mentre i passanti passeggiavano sotto la finestra come se fluttuassero sul suolo color acqua che allo stesso tempo sembrava più solido di qualsiasi altro tipo di materiale.
La porta sbatté all'improvviso facendomi sobbalzare mentre una figura entrava in stanza senza fare alcun tipo di rumore, non mi voltai e rimasi a fissare il cielo azzurro che iniziava a scurirsi per l'arrivo della notte.
«Mhmm... Non mi sembra un ringraziamento adeguato questo, sai?» una voce profonda risuonò chiara e autoritaria nella stanza. Mi girai e davanti a me mi ritrovai una montagna in tutti i sensi possibili e inimmaginabili.
«E perché mai dovrei ringraziarti, visto che mi hai fatto dormire sul pavimento» alzai il mento per guardare il suo volto, e lui a sua volta si abbassò per fissarmi meglio.
Il cuore iniziò a battermi talmente tanto forte che non riuscii a sentire più nient'altro, mentre osservavo la figura angelica di un dio greco sceso in terra, i capelli biondo platino cortissimi tranne per un accenno di ciuffo sul davanti, mentre i suoi occhi verdi mi studiavano diffidenti.
Deglutii, spalle larghe e imponenti con fianchi stretti e un'altezza vertiginosa creavano l'immagine perfetta del diavolo tentatore in persona.
«Abbiamo anche delle pretese? Dove pensi di trovarti? Non ti sbatto fuori da camera mia per il semplice fatto che questa porta è l'unica che si chiude a chiave, evitando così che tu ficchi il naso in affari che non ti riguardano» il suo viso sembrava essere scolpito nel marmo, avrebbe potuto benissimo anche essere un modello, se non fosse per lo spadone a due mani che teneva nella fodera sulle spalle.
Detto questo mi lanciò la mia cintura di coltelli, che teneva legata dietro la schiena, e la sola idea che lui avesse toccato i miei amatissimi pugnali senza permesso mi mandò in bestia.
«Ladro! Come hai potuto?» lo guardai infuriata mentre lui sosteneva il mio sguardo senza problemi, anzi mi costrinse ad abbassare il mio da quanto era profondo.
«Wow, pensa un po' ho battuto il mio record. Sono qui da meno di dieci minuti e sono già riuscito a farti incazzare» sorrise godendo della mia faccia rossa di rabbia mentre si appoggiava esausto al bordo del letto.
«Parlare con me ti ha stancato a tal punto?» lo provocai mentre alzava lo sguardo verso la mia direzione.
«Non ti illudere di avere tale importanza, ragazzina» mi guardò con sufficienza, mentre iniziava a togliersi le scarpe passando poi alla maglia ma prima che potesse anche solo iniziare a sfilarsela lo fermai a parole.
«Ma che diavolo fai?» la faccia rossa come un pomodoro.
«Mi spoglio» lo disse con una tale semplicità, che sembrava avesse appena risposto con un: "Sto leggendo un libro".
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Phoenix. La luce nelle tenebre
FantastikOgnuno riuscirà mai ad avere il suo "per sempre felici e contenti"? Questo dubbio assilla Aleys da quando il suo mondo è stato stravolto, da quando ogni sua certezza è crollata. Ma per uno strano scherzo del destino incontra un altro ragazzo che se...