Aleys
«Aleys! Ma come ti hanno ridotta!» la voce squillante di Hester, mi perforò i timpani svegliandomi dal mio stato di trance.
La figura della ragazza mi corse incontro per poi abbracciarmi con delicatezza sollevandomi leggermente dal terreno su cui ero stesa. Mi guardò con occhi colmi di gioia. Ma la sua solita scintilla che era solita ad avere era sparita.
Aspetta ma non è che...?
Serrai la mascella con un peso sul petto che aumentava la pressione di minuto in minuto.
«Gideon...?» sussurrai. Lei capii subito ed i suoi occhi bellissimi divennero lucidi dalle lacrime. Guardò per terra e poi verso Kevin che continuava ad osservarci in silenzio.
Lui annuì per poi girare il volto dall'altra parte.
Hester mi appoggiò alla parete, e subito dopo fece la stessa cosa con Kevin. Si sedette davanti a noi a gambe incrociate. Ci guardò con sguardo intimidatorio.
«Sto morendo di fame! Quando usciremo da qui, Kevin è obbligato ad offrirci la cena» esordì lei cambiando espressione: da generale dell'esercito a cucciolo dagli occhioni dolci.
Risi per l'esuberanza di Hester che però mi era mancata assai.
Kevin in risposta le mostrò il dito medio con un sorrisetto divertito sulle labbra, anche a lui era mancata tanto.
Logan
Mi ero assicurato che ogni guardia nei dintorni di questa ala, non andasse a controllare le celle una ad una. Se no sarebbe stata la fine.
Quella che avevo usato era una magia molto semplice, perciò per sgamarla ci sarebbe voluto ben poco... Avevo creato delle illusioni dei miei compagni all'interno di ogni cella, le illusioni potevano muoversi e parlare, ma se venivano anche solo sfiorate, l'incantesimo si spezzava.
Mi mossi con finta disinvoltura all'interno dell'enorme fortezza. Dovevo dimostrarmi sicuro di me e tranquillo per non dare troppo nell'occhio. Arrivai davanti alla camera a cui stavo puntando.
Il corridoio era buio e deserto.
Perfetto, via libera!
Socchiusi l'enorme porta il mogano nero rifinita di intarsi dorati, infiltrandomi nella stanza, accesi la luce con un interruttore sulla parete notando la piccola figura della mia sorellina seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra.
I lunghi capelli scuri le scivolavano sulle spalle del corpo minuto, le manine appoggiate dietro alla schiena erano dalla carnagione diafana e senza imperfezioni. Lei si girò verso di me, guardandomi con i suoi bellissimi occhioni ambrati e sorrise, mettendo in mostra la sua dentatura a cui mancava ancora qualche dente.
Scese dal letto e mi corse incontro, l'abbracciai per poi lanciarla in aria e riprenderla al volo.
«Fratellone! Sei venuto per giocare con me stasera?» la sua vocina mi accarezzò le orecchie e l'anima, portandomi alla mente ricordi felici e lontani. Talmente diversi da questi che sembra appartengano ad un'altra persona.
«Purtroppo ancora no, piccola mia, ma hai preso quel cristallino che ti avevo detto?» sussurrai, per non farmi sentire dai microfoni e le telecamere nascoste.
Lei annuì felice.
Per essere una bambina di cinque anni era molto intelligente.
«La strega cattiva si è accorta di qualcosa?» le chiesi.
Lei negò, la feci scendere per terra, mentre si avviava trotterellando verso il comodino vicino alla finestra. Aprì il cassetto e prese fuori un libro di storie, che le avevano lasciato per non farla annoiare. Me lo porse e poi sussurrò eccitata.
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Phoenix. La luce nelle tenebre
FantasíaOgnuno riuscirà mai ad avere il suo "per sempre felici e contenti"? Questo dubbio assilla Aleys da quando il suo mondo è stato stravolto, da quando ogni sua certezza è crollata. Ma per uno strano scherzo del destino incontra un altro ragazzo che se...