CAITLYN
Non ho ancora sbollito la rabbia. Casa dei miei genitori pullula di gente in vista del grande evento che si terrà da qui a poche ore; nonostante il poco tempo a disposizione, un team di professionisti si sta facendo in quattro per poter organizzare tutto al meglio. Mia madre supervisiona i lavori dall'alto della balaustra; sembra una regina che controlla l'operato dei sudditi. Ho sempre invidiato la sua capacità di tenere la calma in occasioni decisamente... strane. Sarà che io sono ancora troppo "piccola" per potermi comportare allo stesso modo ma invidio sinceramente – e con tutta la bontà del mondo – il suo essere perfettamente controllante. Impassibile, oserei dire.
«Mamma», dico cauta, avvicinandomi a lei, «non credi che papà abbia un po' esagerato?»
Volge lo sguardo nella mia direzione, sorridendo appena. Sa che potremmo attirare l'attenzione degli uomini al piano inferiore, ragion per cui parla a basse voce, con una cautela simile a quella che si riserva ai bambini.
«Penso che tuo padre abbia agito nel modo corretto», i suoi occhi marroni s'inchiodano ai miei, «non mandare tutto a monte e comportati come ti abbiamo educata».
Reprimo con tutta la forza che mi ritrovo in corpo l'urlo che vorrebbe squarciare i timpani di tutti i presenti, me compresa. Non posso credere che abbia deciso di spalleggiarlo anche in questa occasione. La rabbia silente continua ad animare le mie viscere, facendomi stringere il parapetto con troppa foga. Quando siamo diventati così? Quand'è che il nostro cognome è diventato così opprimente e asfissiante?
«Sai benissimo che non avrei reagito in quel modo se non ce ne fosse stato motivo», la incalzo, speranzosa di poter fare breccia nella sua corazza.
«Una donna che si struscia sul tuo uomo è un valido motivo, Cait? Davvero non hai imparato nulla in tutti questi anni?», ribatte prontamente, mantenendo il contatto visivo.
Mi sembra di essere stata catapultata in un incubo. Le pareti della stanza potrebbero stringersi su di me da un momento all'altro; il pavimento potrebbe crollare, risucchiandomi nel terreno e soffocandomi silenziosamente. Potrebbe accadere tutto questo e comunque i miei genitori non capirebbero le mie ragioni. Ho un peso enorme all'altezza del petto, sento che un attacco di panico potrebbe arrivare di qui a poco.
«Lascia perdere, è tempo perso», sbotto, allontanandomi di qualche passo.
La sento afferrarmi per un braccio con foga; la presa forte ed energica è decisamente in contrasto con la donna minuta che è mia madre. Mi fulmina con i suoi occhi che per tutta la vita hanno rappresentato un porto sicuro per me. Serra la mascella, affinando le labbra già troppo sottili per natura. Neanche la fiammeggiante tinta rossa è riuscita a riempire lì dove da riempire c'è poco o nulla.
«Ascoltami bene», sibila, «tuo padre e io non abbiamo messo su tutto questo per permettere a due ragazzini come te e Christopher di rovinare tutto. Stasera ti comporterai come solo una Hill sa fare, fingi, se è necessario. Ma non osare metterci ulteriormente in imbarazzo».
Smetto di respirare per una manciata di secondi. I miei occhi sono lucidi tanto quanto i suoi; so che tutto questo le sta costando abbastanza ma non mi importa.
«Per una volta», dico rabbiosa, «per una volta soltanto ho sperato che tu potessi essere dalla mia parte anziché dalla sua», strattono il braccio energicamente, uscendo così dalla sua presa. «Evidentemente però, il resto conta più di tua figlia».
Rimaniamo entrambe ancorate al pavimento, l'una a pochi passi dall'altra. Mia madre mi fissa con sguardo severo; le sue sopracciglia sono leggermente incurvate mentre le sue labbra sono serrate. Sembra che al di sotto del costoso completo in tweed Chanel non ci sia una donna ma un robot. Respira a fondo, consapevole del fatto che qualsiasi replica sarebbe inutile al momento. La sfido a mia volta, fiera e decisa della mia posizione. Non le permetterò di trattarmi come una pezza da piedi. Si è battuta tanto affinché sua figlia crescesse in un determinato modo, con determinati principi e soprattutto con un cervello funzionante. Le dimostrerò che ha combattuto per una giustissima causa.
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Not your bride
RomanceVentiquattro anni, un'azienda di famiglia da portare avanti e un matrimonio alle porte. La vita di Caitlyn Hill potrebbe essere definita perfetta, se solo non fosse per uno spiacevole inconveniente: la wedding planner scelta per l'organizzazione del...