Cap.14 Compromesso o maledizione?

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CAITLYN

«Cosa sta succedendo?»

L'attenzione di Kal e Chris si focalizza completamente su di me. Entrambi mi guardano con espressione indecifrabile e non riesco a capire se io abbia interrotto qualcosa tra i due o se semplicemente la mia presenza qui è poco gradita.

«Devo andare via, ho degli ospiti che mi aspettano», è Kal a prendere per primo la parola.

«Ospiti? Arriverai domani mattina, se tutto va bene», mio fratello non perde tempo a ribattere.

I due si lanciano un'occhiata di fuoco ed è in questo momento che capisco che qualcosa non va.

«Potreste spiegarmi?», questa volta il mio tono è più duro e meno accondiscendente, «senza giri di parole e senza cazzate inventate sul momento, grazie», aggiungo, incrociando le braccia al petto.

Il via vai di ospiti che abbandonano la festa gradualmente si sta intensificando. Sono pochi i presenti rimasti nella sala da ballo, ancora meno coloro i quali stanno intrattenendo conversazioni. L'uscita di scena di Kal non mi stupirebbe se solo non fosse per il fatto che Christopher gli sia letteralmente corso dietro.

«Come ho già detto, ho degli ospiti che mi aspettano e devo andare via», ripete con tono asciutto.

L'osservo attentamente; sembra quasi che l'uomo burbero e sicuro di sé d'inizio serata abbia lasciato il posto a un uomo pieno di demoni che combattono chissà quale battaglia interiore. Ha il viso visibilmente stanco e il papillon allentato non fa altro che confermare la mia teoria: c'è qualcosa che non va. Decisamente.

«Kal», mi avvicino a lui con passo deciso, oscurando completamente Christopher, «sii sincero con me».

Ci guardiamo negli occhi per una manciata di secondi e per tutto il tempo mi sembra di aver smesso di respirare. C'è un qualcosa di inspiegabile nei suoi occhi, un qualcosa che mi ancora completamente a essi, rendendomi succube dei suoi sguardi misteriosi e pieni di malinconia.

«Non ho nulla da dirti, Caitlyn», tuona burbero, spezzando l'incantesimo creatosi tra noi, «ora devo andare, buona continuazione».

Volta le spalle a entrambi e mentre io cerco di metabolizzare quanto accaduto, sento Christopher imprecare e sbuffare dal lato.

«Cosa diavolo è successo?», sbotto, voltandomi nella sua direzione.

«Dimmelo tu», ribatte acidulo, «era davvero necessario quello spettacolino al centro della sala?»

«Certo che lo era dal momento in cui sono finita sulla bocca di tutti!»

Christopher mi si pone davanti, arrivando a un palmo dal mio viso. Percepisco il suo alito pesante e caldo sulla mia pelle; non mi serve annusarlo meglio per capire che ha esagerato con l'alcol. I miei occhi saettano sul suo viso mentre un brivido non calcolato percorre ogni centimetro del mio corpo: adrenalina. Mista a un po' di paura, probabilmente.

«Ne ho le palle piene di tutto questo, Cait. Scandali su scandali, ricatti, soldi», ringhia a bassa voce, «come se non bastasse, il mio migliore amico non fa altro che comportarsi in modo ambiguo da quando ti ha rivista. Si può sapere cosa cazzo è successo tra di voi?»

Deglutisco lentamente, schiudendo appena le labbra. Mi sento improvvisamente priva di forze e sembra che una strana elettricità sovrasti l'aria. Sono sul punto di svenire?

«Assolutamente niente», bisbiglio, la voce impastata e le lacrime che premono per poter uscire, «sono stanca tanto quanto te eppure non è a te che faccio la guerra».

Christopher sospira, indietreggiando lentamente.

«Scusami», dice, portando una mano tra i suoi capelli. «Non so come io abbia potuto pensare una cosa simile e non so perché io mi sia scagliato contro di te».

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