Capitolo 2

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"Kley! Scendi!"

Mi infilò velocemente un paio di pantaloni e una maglietta con un buco al fianco.

"Allora io vado, mi raccomando fai quello che ti ho detto"

Ecco, mi sono persa, non ho ascoltato nulla di quello che ha detto detto Janett.

Si volta e senza salutare usce di casa.

Già, da quando era morto papà funzionava così, tutti i guadagni dei suoi lavoretti a lei e ci si rivolgeva a malapena la parola.

Non che la mia matrigna mi fosse mai piaciuta...

Esco di casa e si infilò in un vicolo stretto e buio.

Anche oggi niente scuola... Mi accendo una sigaretta. Infilo nuovamente il pacchetto nella tasca della felpa. Se Jannet mi scopre, sono morta. Solo che non è così difficile rubare le sigarette alla signora del appartamento di fianco, continua a lasciarle fuori dalla porta e ogni volta pensa che sia il gatto a portargliele via...

Sbuffo chiedendomi perché mi metto a pensare a queste cose ora.

Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e scrivo un messaggio a Lidia.

"Dove ci troviamo oggi" digito velocemente.

"Kle, devo parlarti"

" Dimmi "

" Ultimamente sei strana.."

Già, nonostante fosse la sua migliore amica Lidia non sapeva ancora che suo padre era morto. O forse si.

"E quindi?"

" Non mi hai neanche parlato di tuo padre..."

"Come lo sai?"

Sono impietrita

"Il punto non è questo, il punto è che mi sono rotta di te, preferisco Ella"

Tengo stretto il telefono per non farlo cadere.

Poi guardo il messaggio, che mi sembra cosi stupido, così da bambina

Non me la prenderò di certo per questo tipo di problemi..

Da sola.. sempre più sola...

Cado seduta, in quel vicolo buio stretto e umido, che odora di lui.

Sento le lacrime che però non arrivano.

Arriva solo un senso di solitudine che copre una strana rabbia. E il sapore dell' odio. Ella.

Troppo TardiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora