Capitolo 12

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Luglio è un mese che mi piace.
C'era anche il compleanno di papà.
Il freddo invernale è sempre più un fresco primaverile che mi sfiora la pelle e mi accarezza dolcemente.
La scuola è chiusa. Finalmente.
Prendo lo zaino e ci infilo i libri di matematica. Chiudo la porta e mi giro verso l'appartamento di fianco. La vicina ha lasciato ancora le sigarette sull'uscio della porta (che al momento è socchiusa) insieme ad una busta.
Mi chino e le afferro, ma mentre mi rialzo in piedi sento la porta aprirsi ancora di più.
Oddio, ora cosa faccio!
Sto per iniziare a raccontare una storia in cui un coniglietto verde mi ha rubato le chiavi e le ha portate qui quando noto che dalla porta non è uscita la vicina ma il suo gatto Leone.
Leone subito mi squadra.
Quante sgridate gli ho fatto prendere facendo credere che fosse lui a prendere le sigarette.
Per farmi perdonare gli do una carezza, ma a quanto pare è un bel permaloso, perché appena lo sfioro mi graffia tutta la mano.
Mi mordo la lingua per non gridare, perché ovviamente non mi voglio fa scoprire e mi avvio verso casa di Jude.
Jude continua ad essere la mia fissazione. Ci scriviamo ore e ore ed è un amico insostituibile. È dolce, paziente e interessante. Ed è un amico. Sò che le mie amiche sono pronte ad organizzarci il matrimonio ma siamo solo amici.
Passo dal vicolo e vedo passare un uomo in bici e subito i miei pensieri tornano a mio padre.
Nella lettera che mi aveva scritto sembrava quasi sapesse di stare per morire. Eppure il suicidio lo ho subito eliminato dalle ipotesi. Nonostante fosse triste a causa della separazione con mia madre non mi era mai sembrato depresso o cose del genere.
Anzi dopo pochi mesi aveva conosciuto Janet con cui andava molto d'accordo.
Non ho mai saputo perché si sono separati. Mia madre era un tipo molto strano rispetto a papà.
Lui aveva lavorato in un centro di recupero per tossicodipendenti ed è lì che aveva conosciuto mamma.
Lei aveva appena diciotto anni e a causa delle compagnie più sbagliate del mondo era finita in brutti giri.
Per fortuna aveva incontrato papà.
Dopo ero nata io.
Ma pochi anni dopo si separarono.
Mi accorgo di essere quasi arrivata quindi mi fermo per fumare una sigaretta prima di entrare.
Apro il pacchetto ma al posto delle sigarette trovo un biglietto con scritto " so benissimo che non sei il gatto da quando hanno fatto mettere le telecamere!"
Cavolo.
Bhe, quando tornerò passerò a porgere le mie scuse alla Signora Sigaretta.
E a Leone.

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