Diario
Oggi, 21 aprile, è il mio compleanno. Come ogni giorno della settimana (eccetto ovviamente il sabato e la domenica) io e mia cugina siamo entrate in classe. Lei è intenta a scompigliarmi i capelli, in segno di affetto. Non curanti ci sediamo nel nostro banco, nella classe ancora vuota.
Abbasso gli occhi e vedo una marea di post-it.
Ce n'è uno in particolare in mezzo, il più grande tra tutti e ci sono scritte le parole: 'Una come te, nata sulla merda, non si merita di festeggiare il compleanno. Ti aspetto nel cortile della scuola appena finite le lezioni'.
Rimango a fissarlo per un po' finché Chae-Won inclina leggermente la testa.
"Cos..." si ferma appena vede i bigliettini.
Ne prende uno, lo legge e lo stropiccia.
La guardo e dopo una frazione di secondo entrambi i nostri occhi finiscono per incrociarsi. I suoi sono contornati da due sopracciglia aggrottate, per la rabbia nel vedere quei pezzetti di carta.
Si incazza facilmente quando qualcuno fa male a me o a chiunque persona che vuole bene. Certo non posso negare che si mostra arrogante e fredda alle persone che non conosce o che odia.
"Lo dovremmo dire ad un insegnante" dico e infatti così facciamo. Appena scorgiamo il prof. di matematica entrare in classe gli saltiamo davanti non dandogli neanche il tempo di sedersi dietro la cattedra.
È un "vantaggio" che ci siamo create io e lei: tutte le mattine, che non abbiamo professori stronzi alla prima ora, entriamo 10/15 minuti prima che suoni la campanella, ripassiamo e quando arriva il/la prof. be'... approfittiamo per avere consigli sulla sua materia. Al resto dei nostri compagni non gli interessa niente della scuola. O gli importa solo dei voti o zero assoluto. Soprattutto le ragazze non fanno che vantarsi quando prendono un voto più alto di noi due e non solo, ci prendono in giro anche per il fatto che non abbiamo astucci,zaini, penne carine.
Ci chiamano, soprattutto nei miei confronti, con i seguenti titoli:
"poveracce di strada" , "principesse dei poveri" oppure "le disgraziate di Daegu". (Certo è difficile ammetterlo però è vero, non siamo molto "ricche", ma neanche poi così povere, cioè in fondo, anche se certe cose non ce le possiamo permettere, i pasti più importanti non li abbiamo mai saltati.)
Non ci lamentiamo mai con i professori, pure quando succede "l'estremo", ma oggi ho voluto fare un'eccezione, dopotutto anche se non avrò un regalo o una torta carina con tanto di glassa, è il mio compleanno e non voglio che me lo rovinano.
"Prof. Kang ci scusi tantissimo per la nostra maleducazione, ma potrebbe venire a vedere sul nostro...cioè sul banco di Ji-Won ?" Sbotta Chae-Won, senza neanche dare il tempo a quel pover'uomo di riprendersi dallo spavento che ha preso, vedendo due ragazzine di 16 anni saltargli quasi addosso.
Da brav'uomo, il prof. si dirige verso il fondo della classe, dove si trovano i nostri due banchi. Sta un attimo a leggere quello che c'è scritto. È in piedi, tutto il suo corpo muscoloso è dritto, solo la testa è piegata verso il banco. Lo fisso, lo inizio ad adorare in silenzio, so che sembro maniaca, ma si deve sapere che è il mio professore maschio preferito. È calmo, non urla quasi mai, ma è comunque deciso nel fare il suo lavoro, ed è giusto con i voti, infatti ho sempre preso 9 e i suoi "derivati", non fa preferenze. Non come quella schema dell'anno scorso.
Sembro un po' esagerata se dico che ho una cotta, ma ho sempre scherzato come se avessi qualcosa per lui.
Mi sorride e quasi arrossisco.
"È il tuo compleanno?"
"Sì" dico con un filo di voce.
"Non ti preoccupare per questo, risolvo tutto io" dice con voce grave (e sexy, direi. Quella che sa fare solo lui) e rimaniamo un attimo a fissarci. Stava diventando imbarazzante, però è stato sempre lui a rompere il silenzio.
"Auguri" e mi rivolgo un sorriso caloroso, lo stesso che fa poi dopo a mia cugina. Prima di andarsene prende un post-it e poi ci incoraggia a pulire.
Apprezzo moltissimo quello che ha fatto prima della sua lezione e durante, cioè quello di rimproverare i miei compagni, mostrando come prova il post-it che ha preso.
Sfortunatamente, però non è servito a niente, perché fuori scuola vedo un gruppetto di ragazzine nel cortile della scuola.
Chae-Won è andata un attimo in palestra, perché aveva dimenticato la giacca e doveva parlare con il nostro "allenatore" (sì, l'ho messo tra virgolette, perché non si degna di essere chiamato senza. Quando facciamo stretching e giochiamo, quello non fa altro che parlare con una professoressa di sostegno, dicendo che stanno risolvendo delle "questioni da docenti", ma la cosa che mi fa arrabbiare è che mette i voti, come si suol dire, alla cavolo di cane).
Facendo finta di non aver visto il gruppetto di Chae-Young, mi allontano. Dentro di me sono in ansia. Ho paura.
Sin dalle scuole medie mi ha preso di mira e oltre a prendermi in giro psicologicamente, in certi momenti lo fa anche fisicamente, nei casi in cui cerco di ignorare i suoi insulti verbali. Mi ha seguito fino alle superiori solo per questo motivo. Sono il suo passatempo preferito.
Appena passo davanti a loro, anche se credo che non mi hanno notato, sento il sudore colare. Avevo messo pure i miei capelli lunghi lisci e corvini a mo' di tendine per nascondere la mia faccia.
Le sento. Sento il loro chiacchiericcio avvicinarsi. Ora... Hanno smesso!?
Ma vado comunque avanti fino a volta l'angolo del marciapiede davanti la nostra scuola.
"Ji-Wooon" sento una voce canzonare il mio nome alle mie spalle.
Le mie gambe rimangono di pietra. Sento il mio corpo irrigidirsi. Quella voce acuta. Sembro (anzi, sono) paralizzata. Tutto pare esser diventato nero come la cenere e poco dopo qualche istante, il corpo che poco fa era fermo inizia a tremare, appena sento i passi suoi e quelle delle sue lecchine avvicinarsi. Chiudo gli occhi come per dire "se non la vedo, non mi vedranno neanche loro". Che sciocca, eh?
Forse agli occhi di tutti sembro stramba, ma solo chi è stato bullizzato riesce a comprendere il trauma che lascia.
Voglio sparire. Voglio correre via, il più lontano possibile.
Eppure non ci riesco. Mi manca un piccolo sigillo per farlo: il coraggio.
Sento che se lo facessi, se corressi, sarei in colpa per tutta la mia vita.
Ma per che cosa sarei in colpa?
"Non ci saluti neanche?" Mi rimuove i capelli che ho messo per coprire la mia faccia.
La sua voce non è quella naturale, ma fa una vocina per prendermi per il culo.
"Vieni con noi, ti stavamo aspettando".
È stata lei a scrivere il post-it con scritto: 'Una come te, nata sulla merda, non si merita di festeggiare il compleanno. Ti aspetto nel cortile della scuola appena finite le lezioni'.
Apro un occhio lentamente e poi l'altro. Il suo tono è... gentile. Non lo è mai stato, infatti sento una gran diffidenza.
"Poss...p...possiamo aspettare Chae-Won?" Squittisco balbettando.
La vedo perdere la pazienza. Fa un cenno alla ragazza che si è messa dietro di me.
Con la coda dell' occhio la vedo prendere una cosa, ma non la riesco a decifrare.
Poi sento qualcosa di freddo e pungente sulla gola. Realizzo immediatamente cos' è:
UN COLTELLO! Mi ha messo un coltello davanti alla gola!
Chae-Young avvicina il suo viso al mio.
"Ho già passato una giornata di merda,ok? Non me lo fare ripetere un' altra volta." Digrigna i denti e inizia fulminarmi con il suo sguardo. I suoi occhi sono marroni e vedo delle fiamme ardere dentro di esse.
Sento che qualcosa di caldo inizia a colare, più esce e più si allontana più diventa freddo.
Sono lacrime. Inizio a fare lamenti, incapace di proferire parole decenti. Le uniche che riescono ad uscire sono:
"Dove mi vuoi portare?".
Mi sposta una ciocca.
Ci fissiamo. Abbiamo due sguardi opposti. Il suo è feroce e dice che mi vuole sbranare, mentre il mio è sottomesso dal suo, intimorito e innocente in confronto al suo.
Lei è la predatrice e io sono la sua preda, il suo pasto giornaliero. Una cosa mi sono messa in testa: tutto di lei dipende da me, la sua popolarità, le sue "amiche". Quando ho detto tutto intendo TUTTO, anche la sua felicità dipende dalla mia vulnerabilità.
Io non potrei mai e poi mai comportarmi in quel modo, non potrei mai gioire per qualcuno che soffre per causa mia.
Sento la lama, ancora sotto al mio mento, stringersi di più.
"Oh tesoro, non vuoi proprio ascoltare".
Per un attimo alza gli occhi al cielo, gira la testa e ghigna, abbassa lo sguardo e si mette a scrocchiare le dita...Un dolore invade le guancia. Me lo sarei dovuto aspettare quel diretto.
Un po' di sangue esce dalla bocca e le labbra si gonfiano.
Piango. Piango più forte, soddisfando il suo desiderio di vedermi in quello stato.
Fa un cenno alle sue spalle destre. Dopo un po' mi spintonano fino a un parchetto. Lo riconosco dai grandi cancelli e dai cespugli colorati di fiori dietro di essi. È quello che vediamo ogni mattina sul bus (mezzo rotto e brutto)che ci porta da casa nostra fino a scuola. Non ci siamo mai andate, perché ogni pomeriggio facciamo le "corse" per tornare a casa.
Andiamo più dentro. Ci fermiamo davanti a un grande albero.
Dopo un po' mi ritrovo in ostaggio tra le braccia di una ragazza grande e grossa, quasi quasi soffoco. Realizzo di essere diventata un bersaglio, letteralmente e praticamente.
Infatti vedo una cesta tra le braccia di un'altra ragazza, contenenti forme sferiche di colore bianco e rosa pelle. Per un momento penso che siano rocce (sono stata esagerata per una volta...), ma poi capisco che erano... UOVA!!! (... quando ho detto di essere esagerata sbagliavo. Erano meglio le pietre. LOL :( ). Una pioggia di uova mi vola addosso, quelle streghe gridano frasi come: "Questo è perché sei povera. Ha ha ha","Questo è perché sei uno schifo".
Nel mentre i miei occhi si sono chiusi. Vedo solo nero. Inutilmente urlo, mi agito per un invano tentativo di schivare, ma ovviamente... mi sporco comunque di tuorlo e albume.
Quando per qualche secondo si fermano apro gli occhi vedo Chae-Young che si prepara per lanciare l'ultimo uovo. Si avvicina e mi solleva la testa, che prima era penzolante.
"Buon compleanno, inutile pezzo di povertà". Si allontana e lo lancia:
"Questo è perché l' hai detto al prof.".
Come un sacco di patate, vengo poi gettata per terra. Si avvicina tutto il gruppetto e mi circondano mentre io rimango lì per terra, con le ginocchia sbucciate.
"Tanti auguri a te, tanti auguri cara Ji-Won, tanti auguri a te." cantano in coro. Sento che applaudiscono come delle sceme. Prendono una scatola e mi versano il contenuto. Mi sarei aspettata di tutto, ma non dei coriandoli.
"E come ciliegina sulla torta ecco la tua foto istantanea." e con questo Chae-Young si allontanata. Solo dopo un po' si gira e aggiunse "Ah dimenticavo! Abbiamo filmato tutto e fatto foto, se le vuoi guardare basta chiedere". E se ne va definitivamente.
Rimango ancora lì seduta. Non riesco a muovermi mi sento fragile e inizio a vedere tutto con puntini neri e grigi che si muovono. Poi da puntini neri è passato a nero definitivo.
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I DON'T GIVE A...IDOL?!
Fiksi Remaja🌈Choi Ji-Won, conosciuta anche con lo pseudonimo "Arin", è oggi una dea del K-pop, una delle Idol più conosciute al mondo, ma il suo passato non era stato rosa e fiori, anzi tutto il contrario di quello che sta accadendo ora. In sostenuta dai suoi...