Capitolo 10 🌟

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💜💛SCUSATE PER IL CAPITOLO LUNGO💜💛

Oggi è domenica, e ieri è successo qualcosa che mi ha lasciato sconvolta. Un prodotto di emozioni, tutte mescolate tra loro come una pozione.
Un litro di ansia. Sette gocce di confusione e un pizzico di follia e un tocco di gioia, come ciliegina.
Tutti ingredienti sono stati gettati nel calderone di ciò che è successo in questi giorni, e, come una nella più assurda delle alchimie, si sono fusi in un mix (Mi sento una strega :) ).
Ma prima di raccontarti cosa è accaduto, Diario, devo parlarti di mercoledì, quando si è aperto questo zoo di emozioni.

Mercoledì
Nei giorni seguenti il torneo continua io e Chae-Won siamo immerse nell’atmosfera frenetica. Il martedì l’abbiamo dedicato a guardare le performance dei nostri compagni di scuola il martedì, e, invece, mercoledì, siamo andate a trovare i 어둠의 비트 (*Beat of Darkness), il nome del “branco” di ragazzi della Daegu Tiffany High school: Hyun-Woo, Soobin, Mingyu e James.
È stata un’altra occasione per scoprire un’altra piccola chicca su di loro: fanno il secondo anno di liceo, quindi hanno 17 anni, gli stessi di mio fratello Jin-Hong e l’unico tra loro che ho visto ballare è stato Hyun-Woo.  È stato surreale vedere i ragazzi così giovani ballare con una simbiosi perfetta, come se fossero un’unica entità. La loro energia e bravura erano palpabili, ma allo stesso tempo la loro passione mi spingeva ad ammirarli sempre di più.

Tutti gli studenti con l’uniforme verde acqua, iniziarono a guardarci appena abbiamo superato il loro cancello e siamo entrate nella scuola, come se fossimo venute da un altro mondo. Forse è dovuto al fatto che non ci avevano mai visto.

L’entrata è incorniciata da due colonne doriche bianche con delle piante, che credo che sia edera, che le avvolge.
Superata la soglia, vedo il pavimento di legno, un colore che ricorda la sabbia, si estende lungo i corridoi, andando fino alle aule, riflettendo la luce che entra dalle ampie finestre. Tutto questo mi ricorda il mare di prima mattina, emanando un senso di quiete e serenità oppure è come se ti trovassi dentro una nave.
Noto che questa scuola non ha gli armadietti, dando un senso di ampiezza e privo di distrazioni, come se la scuola volesse eliminare ogni elemento che non contribuisca direttamente all’apprendimento (se è veramente così, preferisco la mia).
Sono tutti dettagli che ho mancato la prima volta che ho messo piede qui dentro.

Faccio scivolare gli occhi sui volti che ci fissano.
Non indossiamo la loro uniforme, ma soltanto un abbigliamento casual.
Sebbene in alcune scuole, come le nostre due, fosse permesso l’accesso di “sconosciuti” non si possono evitare gli sguardi indagatori.
Alcuni ci guardavano senza nessuna emozione in faccia, mentre altri ci guardavano sorridenti, altri ancora ci scrutavano dall’alto verso il basso.
“Chae-Won e Ji-Won!” Disse una voce profonda e calma. Molto familiare. Credo che quella doveva essere un’esclamazione, ma è priva di emozioni, glaciale, facendola sembrare una minaccia.
“Yong-Soo!” Urlò mia cugina e lo salutò con la mano.
Le diedi una spinta, come per dirle di calmarsi.
La sua reazione era come se stesse incontrando una vecchia conoscenza, che non si parlano da un pezzo.
Nel frattempo il gruppo di studenti che ci stava osservando sembra quasi sollevarsi, come se una tensione invisibile fosse stata rotta. Yong-Soo è alto, un po’ muscoloso, con un’espressione che alterna il serio e il divertito.
“Ragazze, eccovi!” Disse un ragazzo accanto a lui. Prima che parlasse non me ne resi conto della sua presenza. Ha un sorriso da scogliattolo. Hyun-Woo.
Strano vederli insieme. Due giorni fa si stavano scannando e ora sono di nuovo amici?
Anche Wonny lo notò e infatti…
“Avete fatto pace, eh?” Mi portai una mano in faccia.
Wonny io ti cucio la bocca!!!
“Sì” disse Hyun-Woo facendo un sorriso a trentasei denti all’amico e lo vidi dargli una pacca sulla spalla.
Rimasi quasi sconvolta dalla reazione di Yong-Soo: fece un sorriso, cioè non uno timido, imbarazzato e neanche un ghigno gelido, anzi tutto il contrario, era caldo e sincero, si vedeva che era felice del fatto che erano di nuovo amici.
Ma disgraziatamente troppo celestiale per durare a lungo, perché durò solamente per cinque secondi.
Da sorriso angelico a faccia gelida. In fondo i troll saranno sempre troll.
“Adesso che siete qui, andiamo”. Disse Yong-Soo con il suo tono impassibile.

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