Capitolo 3 🍽️

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"... Hanno ragione quando ti dicono che sei diversa. Hanno ragione quando ti dicono che la tua carnagione è bianca come il latte. Hanno ragione quando dicono che sei un pomodoro per le tue guance rosse. Hanno ragione quando ci dicono che siamo povere. Hanno anche ragione nel dire che le tue idee sono strambe quanto le tue ambizioni e i tuoi sogni. Ma..." fa una pausa. " Ma non concordo quando dicono che fai schifo. Perché tutto questo ti rende Choi Ji-Won, una ragazza fuori dall' ordinario. Non dovresti prendertela male quando ti dicono che sei diversa, perché la tua diversità ti rende speciale, riuscendo a distinguerti dagli altri"
Rimango a bocca aperta.
"Wonny, sai che il mio problema..." la mia affermazione non è mai stata completata, perché delle altre parole contrastano le mie. Queste richiamano la nostra attenzione.
"Patatine, la cena è quasi pronta. Scendete".
Questa voce è argentina, però con qualche nota gracile, è assolutamente la mia preferita in tutta la nostra famiglia, così incantevole, come il canto delle sirene sulle bocche di Capri. Questo canto appartiene a nonna Lee.
***
"Tanti auguri mio piccolo delfino" e mio padre mi bacia la fronte. Sento le guance diventare calde.
Oltre a questo, sono seduta sulle gambe di mio fratello. E proprio adesso lo sento baciarmi la guancia. Alzo gli occhi al cielo. Sto esplodendo dall'imbarazzo.
Siamo a tavola e tutti hanno finito la loro porzione di Kimchi. E che tavola! Noi non siamo seduti davanti a una tavola ma un tavolino. La misura giusta, se si considerano le dimensioni della cucina. È piccola, ma con il tavolo altrettanto piccolo, non si nota molto.
Sono seduta tra mia sorella, a sinistra, e mia cugina, a destra. Guardo a sinistra, oltre la figura di mia sorella, verso la grande finestra chiusa, per non far entrare le galline. Il cielo è blu scuro ed è stellato, molto romantico.
Distolgo lo sguardo per poi farlo scorrere davanti a me. Oltre al posto di mio fratello, ce ne sono altri due vuoti, quelli di mamma e di nonna, che si sono alzate per aprire il vecchio forno, accanto al frigorifero, mezzo rotto. Gli altri arredi di cucina sono biancastri, quelli al muro hanno una bassa striscia verde come decorazione, anch'essi sbiaditi, del resto anche tutta la stanza lo è, ma ciò non significa che sia disordinata, tutto il contrario, merito di nonna Lee. È ossessionata dall' ordine e dalla pulizia.
Tale madre, tale figlia.
Sì, mi sto riferendo a mia mamma. Certamente è l' unica cosa che le accomuna,per il semplice motivo che mia nonna è calma, dolce e ha la pazienza a mille, esplode di rabbia raramente e ovviamente non siamo noi nipoti le sue vittime, anche perché io e Chae-Won siamo le sue preferite.
Lo stesso vale per nonno Choi, suo marito. Lui è un contadino e ha un campo tutto suo e proprio per questo mia nonna vende confetture di frutta coltivata, senza conservanti o coloranti, tutto biologico. Di recente l'ho incoraggiata anche a vendere le sue buonissime torte, specialmente quelle di mele.
Mio nonno è stato uno dei primi a incoraggiarla e la dimostrazione è che le ha costruito, qualche chilometro di distanza dalla loro casa, un piccolo negozietto di legno.
Vedo tra le mani di mamma una classica torta di mele, con una candelina, per alleviare il pensiero che oltre a quello non avrò nient'altro.
Tutti iniziano a battere le mani a ritmo, finché non ho finito di soffiare sulla candelina. Molto imbarazzante. Capisco che la mia reazione e il modo in cui scrivo possono sembrare che sono infelice e che chiedessi di più, ma in realtà sono molto grata che nel giorno del mio compleanno possa almeno avere cena e una torta di mele con una candelina in mio onore. Non chiedo di più, mi basta così.
Prendo un coltello e taglio la torta in pezzettini e li distribuisco a tutti i presenti.
Sono presenti tutte le persone che voglio bene, eccetto una persona la signora Choi, la mamma di Chae-Won e la sorella di mia madre. È da un po' che non non esce di casa e mi preoccupa...
L' ultima volta che l'ho vista, l' estate scorsa, aveva un' atteggiamento... strano. Era molto frettolosa e indossava dei lunghi leggins scuri e una maglietta nera con maniche altrettanto lunghe, mi indispettisce che lo indossava in estate, proprio lei che ama vestirsi corto. Dopo quella volta non l'ho più rivista.
Ingoglio l' ultimo boccone.
Mi guardo intorno, anche tutta la mia famiglia ha finito. Per una frazione di secondo incrocio lo sguardo di mia sorella accanto a me, per poi notare che tutti quanti mi stanno fissando, anche mio fratello che sta sotto di me, l'ho intravisto con la coda dell'occhio.
"Non ci dovresti dare delle spiegazioni?" dice la mamma, mutando il suo carattere a quello di un' assassina. Il suo tono è come uno schiaffo in faccia.
So cosa intende con "spiegazioni" e non la faccio neanche aspettare tanto e non ci penso neanche due volte. Sto lì seduta a raccontare tutto quello che è successo questo pomeriggio.
Nel mentre i miei sono diventati lucidi e proprio per questo sento delle dita delicate accarezzarmi la testa, facendole passare tra le mie ciocche lunghe.
Sinceramente so cosa faranno i miei genitori ora che li ho detto tutto. Forse per l'ennesima volta andranno a parlare con gli insegnanti, ma rimarrà tutto uguale.
"Delfino mio, andiamo di sopra, adesso" dice una voce dietro di me. È nonna. Si avvicina, da prima una pacca affettuosa a mia cugina, per poi prendermi la mano e tirarmela. Quella tirata non è forte ma mi alzo comunque. Non riesco proprio a dire di no a lei, ed è l' unica insieme a Chae-Won.
Davanti alla cucina c' è un corridoio, alla mia destra ci sono dei gradini che conducono a due piccole stanze.
Sto quasi per mettere piede sul primo gradino quando:
"Ji'!" Una voce con qualche nota profonda mi chiama e chiama in seguito la nonna, attirando la nostra attenzione verso il suo proprietario. È mia cugina. "Devo correre a casa"
"Ma...pensavo che rimanevi a dormire da noi" e dico a mia nonna di salire e che l'avrei raggiunta un po' dopo.
"Lo so..." trasalisce un' attimo, quando rincrociamo gli occhi e inizia a bofonchiare parole che non riesco a nemmeno a capire.
"Va be', non fa niente Wonny, sta tranquilla. Ti comprendo se è un' urgenza" e le sorrido, ma sul suo viso non c'è il suo solito sorriso dolce e caldo che rivolge solo a me.
Sta per voltarsi e aprire la porta principale davanti alle scale.
Però la vedo prendere una cosa dalla tasca.
"Ji'..." Fa una pausa e distoglie lo sguardo dal mio in segno di dispiacere.
Ma per che cosa?
"Non ce la faccio più a sopportare che non ho niente da offrirti, neanche nel giorno del tuo compleanno e ciò mi spezza il cuore. La nonna e tua mamma ti preparano una torta, i tuoi fratelli e tuo padre ti preparano la cena e io... mi dispiace. Scusami se non riesco a renderti felice"
La fisso dispiaciuta.
"Wonny..." il mio tono è caldo "non voglio che soffri per queste sciocchezze. Lo sai che io ti vorrò sempre bene, indipendentemente da ciò che riesci a offrirmi e poi... mi hai offerto qualcosa che nessuno è riuscito a darmi finora. Un qualcosa che trovo difficile racchiuderla in una parola, forse neanche esiste" ci rifletto un attimo. "Forse la parola giù è amicizia, ma neanche'.
L'abbraccio, più forte che posso e lei ricambia. Lei non capisce quanto e cos'è per me.

Lei è sempre stata presente per me nei momenti di luce, ma soprattutto quando faceva buio e continua farlo. Non mi ha mai abbandonato.
Lei non mi ha mai giudicata per quello che sono. Lei mi ha supportata in ogni singola cavolata che ho fatto e continua a farlo.
Lei è sempre stata mia complice anche se non c' entrava niente, non mi ha mai lasciata da sola.
Lei è la ragazza più fedele che abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Lei conosce tutti i segreti più abissali che ho e come uno scrigno che custodisce l'oro avidamente.
Quando vengo esclusa, lei si esclude automaticamente dal gruppo che mi ha allontanata.

"Ji' tieni questo. Aprilo quando nel giorno in cui io non sarò presente per asciugarti le tue lacrime." Mi prende la mano e mi mette sul polso una bustina rosa.
Le sue parole hanno doppi sensi.
"Va bene, ma cosa intendi per..." non riesco a finire la frase che Chae-Won apre la porta e esce di casa e mi saluta velocemente. " 'Giorno in cui non sarai presente per me?' "
Rimango a bocca aperta.

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