Prologo

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" guscio vuoto
pallida bambolina
cullata da un'altalena di spasimo
di neve vestita
soffoca in un oceano cremisi
annaspando in un sogno tormentato
e il cuore non riposa. "

‼️⚠️TW: SCENE MOLTO CRUDE, VIOLENZA, MORTE.⚠️‼️


                         
     MEDEA

<< Andiamo via Dea >> mi disse Cregan.
La bufera di neve imperversava con un'innaturale forza, spezzando i tronchi degli alberi e sfregiando il mio viso come per punirmi, quasi potesse percepire il mio senso di colpa. I rami si protendevano verso di me come mani feroci pronte ad afferrarmi e la bile mi risaliva in gola pronta a riversarsi sul suolo se solo mi fossi lasciata andare un momento. Non distolsi lo sguardo.
Le mie gambe tremavano rendendomi il semplice stare in piedi un'impresa. Il mio corpo era scosso, debole, esausto.

Quella visione, però, era ancora impressa nella mia mente. Vedevo il suo corpo con le palpebre rivolte verso l'alto, la bocca spalancata con la lingua posizionata innaturalmente fuori da essa, i suoi intestini sparsi sulla neve fredda tagliuzzati e fatti a morsi dai lupi della foresta insieme al suo ultimo pasto non ancora digerito.
I suoi lamenti riecheggiavano nell'eco dei pioppi e si univano al vento che soffiava imperterrito.
" Aiutami" sussurrava "Aiutami. Aiutami".

Il magone mi schiacciava il petto. Ero incapace di riprodurre qualsiasi suono o di formulare una qualche frase di senso compiuto.
<< Medea >> disse con voce ferma mio fratello.
A me risuonò come un richiamo lontano, una voce ancestrale, stavo forse sognando? Ero morta anche io?
Il corpo non rispondeva ai miei comandi, i miei piedi piantati con forza nel terreno, il mio sguardo smarrito, la mia veste e le mie mani piene del suo sangue e del mio.

Sentì una mano sfiorarmi il braccio e sussultai accelerando il respiro. Ogni boccata d'aria bruciava e sentivo il fuoco dentro i miei polmoni.
<< Dea, mia nivis... >> Cregan mi richiamò stavolta con più dolcezza e premura. Una dolcezza ed una premura che solo lui era in grado di riservarmi.
<< Sono solo io, va tutto bene. Ci sono io. >>

Un tuono squarciò il cielo, i sussurri del vento si fecero più forti. Sussultai nuovamente.
Cercai di pensare o dire qualcosa, qualsiasi cosa. Feci per parlare ma dalla mia bocca ne uscì solo un gemito spezzato.
Lo sguardo di mio fratello era puntato su di me, sentivo la sua apprensione, il suo dolore unito al mio, la consapevolezza che ormai era troppo tardi per cambiare le cose.

Mi avvolse cauto con un braccio e mi tirò lentamente indietro fino a quando la mia schiena non incontrò il suo petto. Deglutì cercando di regolarizzare il respiro.
<< Dobbiamo andare, stanno arrivando >> mormorò stringendomi appena, quasi avesse paura di rompermi in mille pezzi.
Quasi pensasse che se avesse stretto ancora mi sarei dissolta come la neve che tanto amavamo e da cui mi aveva dato quel nomignolo tanto affettuoso.
Quasi sapesse che stavo per rompermi in mille pezzi come porcellana.
Ero rotta adesso.
Una bambola di pezza distrutta, annientata, non era rimasto niente.

Non dissi nulla, annuì solo debolmente prima che le forze mi abbandonassero del tutto.
L'ultima cosa che percepì fu una lacrima di mio fratello bagnare la mia guancia e dopo fu tutto nero.

🌙✨

<< E quindi? Vi sembra il momento per caso? >>
Voci lontane giunsero alle mie orecchie interrompendo il mio riposo. Le ignorai e strinsi gli occhi infastidita mentre al mio olfatto arrivò uno strano odore di erbe medicinali che quasi mi fece soffocare nel mio stesso vomito.

Snow and Blood | Aemond TargaryenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora