Capitolo 5 - parte 1: La bettola

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<< Abc >>.= dialogo.

"Abc" = pensiero.

* Abc * = pensiero telepatico.


I tre erano appena andati nei vicoli, cercando con lo sguardo un'entrata di una qualsiasi bettola che potesse ospitarli senza fare domande. Laggiù, nei bassifondi di Porto Selcepoli, le strade straripavano di persone che camminavano di furia e che si guardavano spesso intorno. C'era anche una discreta quantità di allenatori e allenatrici, ma spesso i viaggiatori, al massimo, riuscivano ad incrociare lo sguardo con dei pokémon di specie piuttosto basilari, come Linoone, Mightyena e alcuni makuhita, questi ultimi particolarmente sporchi. In quei posti, quando si notava qualcuno portare a spasso una specie piuttosto rara o poco comune, era meglio non porsi domande.

Fecero avanzare le suole delle loro scarpe in quei luoghi scarsamente illuminati, con le ombre dei lampioni che scivolavano lungo l'asfalto e le luci variopinte dei numerosi negozi scadenti che si proiettavano in mezzo alle vie.

Adam, abituato alla vita dei bassifondi come se l'avesse vissuta solo pochi anni addietro, guidava il gruppo e non ci volle molto prima che individuasse un'insegna colorata di verde, cosparsa di ruggine e scritte ovunque.

Osservò la luce al neon sfarfallare sul cemento.

<< Hotel Wailmer. Questo posto non arriva neanche a due stelle... >>, sussurrò.

May si girò a guardare nella stessa direzione.

<< Dici che è il posto giusto? >>, chiese poi mantenendo lo stesso volume di voce.

<< direi di sì: qui gli alberghi arrivano al massimo a due stelle, e sta certa che in una bettola come questa non faranno domande. Giriamo nei vicoli di questo quartiere da un po', e di buchi come questo ce ne sono a decine solo in quest'area. Ci vorrebbero giorni prima che ci trovino qui >>

Evelyn ascoltava senza emettere un suono. Molto probabilmente, nessuno lì li aveva ancora riconosciuti: persone con troppi problemi per pensare a prestigiose accademie o personaggi famosi. La gardevoir aveva deciso di non rinunciare a questo vantaggio e di certo non voleva iniziare a dare subito nell'occhio.

<< D'accordo. Entriamo e vediamo che succede >>, disse infine la donna.

I tre varcarono la piccola entrata composta da una semplice tenda fatta di perline scolorite, trovando praticamente in un attimo la reception composta solo da una vecchierella. Accanto a questa, c'era un delcatty all'apparenza molto vecchio, accucciato proprio sul bancone dell'anziana.

L'uomo fece un paio di passi in quell'ambiente angusto, osservando da vicino i vestiti rosa scuro della vecchia che se ne stava appollaiata sulla sedia.

<< Buonasera... >>

Quella alzò lo sguardo, sforzandosi per mettere a fuoco attraverso gli occhiali il cliente inaspettato.

<< Sera... >>, rispose lei in modo stanco.

<< Avete ancora qualche stanza? >>, continuò Adam in modo spavaldo. Si era deciso di non dare troppo nell'occhio con linguaggi aulici o parole troppo cortesi.

La receptionist, che molto probabilmente era anche proprietaria di quello sporco hotel, aprì un piccolo quadernino pieno di scritte dalla pessima calligrafia. Dopo una breve occhiata tornò ad alzare lo sguardo spento.

<< sì, abbiamo ancora qualche camera >>, rispose prima di sporgersi un po' dalla sua postazione e scrutare le immagini sfocate dietro al Signor Haas.

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