Pokémon - Noir

Capitolo 2 - parte 2: Irruzione

<< Abc >> = Dialogo.

"Abc" = pensiero.

* Abc * = dialogo telepatico.

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Due ore dopo, 16:30, cittadina di Albanova...

Horus atterrò sulle quattro zampe metalliche, producendo un suono attutito con le sue enormi appendici metalliche e scuotendo in modo appena percettibile i corpi trasportati di Adam e Evelyn. I due scesero dal bestione metallico: Horus era diventato ancora più grande e possente negli ultimi dieci anni e vederlo camminare poteva far paura a coloro che non avessero mai visto un metagross tanto grande.

Guardò un ultima volta il suo padrone con i suoi occhi rossi prima che questo riprendesse in mano la sfera.

L'uomo premette il pulsante e la poké ball si aprì con uno scatto. Una luce scintillante ridusse il corpo della bestia d'acciaio in un bagliore luminoso e lo inghiottì nella capsula di contenimento.

I due sospirarono, per poi guardare davanti a loro.

La casa di May era di medie dimensioni, ma già al primo sguardo si poteva capire quanto fosse una casa più che dignitosa, degna di una ricercatrice diventata famosa anche al di fuori dei confini della regione di Hoenn. La donna si era rivelata un'aggiunta estremamente importante nella comunità scientifica, facendo nuove scoperte e inventando nuovi congegni per la bio-ingegneria, facendo raggiungere dei risultati al proprio territorio che metteva quasi del tutto in imbarazzo le altre regioni.

Eppure, malgrado quegli impressionanti risultati, in quel momento niente di tutto ciò contava più un cazzo.

Entrambi rividero l'accogliente tetto spiovente e l'intonaco indaco che ricopriva quelle mura, ripensando a tutti gli aperitivi bevuti tra esse e chiedendosi se un giorno sarebbero tornate ad essere sicure.

"Sono le 16:30. Ci rimane ancora poco tempo per avvisare gli altri due e mettere al sicuro i nostri cari. Non so neanche come dirglielo", pensò il signor Haas assieme alla sua amica.

Dettero uno sguardo alle finestre, cercando di capire se ci fosse qualcuno in casa con una prima occhiata veloce. Tuttavia, malgrado le finestre fossero aperte, tutte le luci erano spente, anche se la macchina parcheggiata nell'apposito posto vicino al giardino spiegava in modo piuttosto palese la presenza di qualcuno all'interno.

<< Quella è la macchina di Friedrich >>, sussurrò Evelyn.

Adam si girò istintivamente verso il mezzo, graffiando la vernice color verde petrolio con lo sguardo.

<< Cazzo... non la prenderà bene neanche lui, ma questo non cambia le cose >>, rispose Adam.

Affrettarono il passo verso verso la porta d'ingresso, preparando mentalmente un qualsiasi discorso che potesse aver senso, quando si bloccarono davanti alla parete di legno che li separava dalla loro amica.

Si immobilizzarono sul colpo, tendendo le orecchie e cercando di usare i poteri psichici che ormai condividevano, in modo da amplificare i rumori che avevano attirato la loro attenzione. Provenivano dal piano di sopra.

"C'è forse qualcuno di troppo in casa? Siamo arrivati tardi?!"

La preoccupazione stava tessendo un tessuto a loro misura, quando però i primi suoni amplificati rimbombarono dentro le loro teste.

Un cigolio veloce, secco e regolare, un suono metallico che quasi procurava fastidio col suo stridore acuto. Quello era il primo elemento acustico che avevano percepito, almeno fino a quanto non si aggiunsero delle parole sconnesse.