Mille giorni in un secondo

Soddisfatta

Hope

Sono a lavoro, tutto va benissimo, non immaginavo potesse piacermi tanto fare la commessa di abbigliamento maschile.

Con Charlotte abbiamo legato molto ed anche le altre colleghe sono davvero simpatiche e gentili.
Il proprietario lo vediamo poco, se ne sta rintanato nel suo ufficio, dalle pareti bordeaux, a leggere tutto il giorno... La sera verso ora di chiusura si degna di scendere e controllare l'andamento della giornata.
È un uomo austero e di poche parole, vestito in maniera elegante, capelli brizzolati sempre in perfetto ordine, denti perfetti ed un viso da far invidia a molti, tanta è la perfezione nei suoi lineamenti.
Peccato per il suo carattere, quello rovina tutto.

A volte mi ritrovo ad immaginare la sua vita. Chissà se ha una moglie o dei figli, se i suoi genitori sono ancora vivi o se ha degli amici...

Chissà se ha una vita oltre al lavoro.

Me lo immagino da solo, in vestaglia nella sua villa enorme, seduto davanti ad un caminetto a leggere libri storici sorseggiando uno scotch...

Mentre tutti questi pensieri affollato la mia mente, sento pronunciare il mio nome.

È proprio lui a chiamarmi.

<<Hope volevo congratularmi con te. Stai lavorando sodo e in maniera impeccabile. Grazie per la tua collaborazione.
Spero che con noi ti stia trovando bene e che continueremo a lavorare insieme >>

Mi sento imbarazzata e felice, riesco solo a dire:

<<Grazie Sigor Smith>>

Torno a casa felice e soddisfatta, mi verrebbe da chiamare mia madre per urlare che non sono una nullità,  che vengo apprezzata  nel mio lavoro, e forse farò strada.
Ma so già che lei farà quella sua espressione di sufficienza e penserà che il lavoro da commessa non è per nulla un lavoro di una "realizzata".

E, forse, mi ritroverei a doverle dare anche ragione...

Per fortuna Sonia mi distoglie dai miei pensieri, mi invita a cenare furoi insieme a lei.
Non vorrei uscire, sono stanca, ma lei non accetta un "no" come risposta.