Pov Lawrence
Non ce la faccio a pensare a stasera...
Non voglio nemmeno immaginare cosa dirà o come reagirò alle sue parole.
Quando ho scoperto cos'era successo sono andato via senza permetterle di parlare.
Sono partito per oltre un mese, ho visitato posti stupendi ma, in fondo alla mia anima, mi sentivo morto...
Una vita passata insieme ad una persona e un attimo per cancellare tutto ciò che di più bello il tuo cuore aveva custodito.
Ogni singolo ricordo bello, dolce, felice è stato cancellato da quella sua azione...
Non riesco a respirare, non voglio avere un attacco di panico, qui a lavoro.
Non devo pensarci...
Mi squilla il telefono e un messaggio appare sulla home,non lo apro, se fosse Denise rischierei davvero di perdere il controllo.***
Finito di lavorare, vado a casa per prepararmi, cammino per le strade di New York come uno zombie, la mia testa è piena e vuota allo stesso tempo.
Arrivo a casa, apro il pacchetto rimasto chiuso finora, è una camicia, molto particolare, i bottoni sono davvero belli, il colore è uguale a quello dei miei occhi, l'avrà presa per questo.
Anche indossare questo indumento fa nascere in me emozioni che non vorrei provare.
Mi sento come violentato nell'anima, come se fossi diventato una marionetta, comandato da altri... Non posso agire diversamente.Devo affrontare definitivamente questa situazione, anche se non credo di essere pronto lo farò a testa alta, senza urlare, devo essere come un oggetto inanimato, devo reprimere tutte le mie emozioni.
Esploderò a casa, non davanti a lei, ne vade la mia carriera e forse anche la mia sanità mentale.
Non voglio deludere i miei genitori a causa del padre di Denise, non voglio vedermi costretto a cambiare vita, a lasciare il lavoro che amo... Non voglio più perdere nulla a causa sua.
***
Arrivato al locale, noto l'insegna, un nome insolito per un locale: "Goodieas".
Chissà cosa pensano di trasmettere i proprietari...Entro, ci sono molti tavoli, l'arredamento e il mobilio è quello classico dei locali alla moda di New York, nulla di nuovo.
Poco distante dall'ingresso c'è il meitre di sala, un uomo alto e robusto, sembra un buttafuori più che un meitre.
Mi avvicino a lui e do il cognome di Denise...
Mi dice che la signora è già seduta al tavolo...Vengo accompagnato da lei, anche se vorrei scappare.
Mi siedo e lei mi guarda con aria soddisfatta.
Non parlo, cerco di soffocare tutte le parole che premono sulle mie labbra...
Inizia a parlare lei, con una calma e una dolcezza che conosco bene:
<<Low finalmente, dopo mesi, posso chiarire ciò che è successo... Non ti nego che sono emozionata e ho sognato tantissimo questo giorno, sebbene ho anche tanta paura di non riuscire ad essere capita da te...perché ti ho sempre amato e ti amo ancora, come ben sai... >>La interrompo dicendole di tirare a corto che non voglio sviolinate...
Noto il suo volto irrigidirsi ma, nonostante tutto, riprende a parlare con tono pacato.
<<Ti racconto tutto, ma, per favore, non mi interrompere...
Sai bene che era ormai da più di un anno che le tue attenzioni erano rivolte solo al lavoro, poi, purtroppo, è sopraggiunto un nuovo imprevisto: il tumore di tua madre...
Ormai io ero diventata una comparsa nella tua vita, tu lavoravi e correvi dai tuoi genitori, non potevo darti torto, ma, mettiti nei miei panni, io mi sono sentita abbandonata, sola, inutile e... Trasparente...
Mi sembrava che tu non ti accorgessi più di me, come se io fossi un soprammobile nella tua enorme casa, come se servissi solo a dimostrare che la tua vita aveva una parvenza di normalità.
Anche i nostri momenti intimi erano sporadici ormai... >>Mi spazientisco ma rispondo con educazione e una calma anormale per la situazione:
<<Denise, ti sei mai chiesta perché lavorassi tanto? Forse perché dovevo mantenere te, la domestica e il nostro tenore di vita? Lo sai che da quando ho deciso di vivere lontano dai miei genitori ho promesso di non chiedere aiuti economici, anche se loro non me lo hanno mai negato... >>Mi interrompe:
<<Non ti ho mai chiesto di mantenermi! Lo sai! >>Le dico a voce bassa ma arrabbiata:
<<Non c'era bisogno di chiedere, quando sei venuta a vivere con me, sapevo già cosa avrei dovuto fare. E l'ho fatto, credo anche egregiamente, non mi meritavo il tuo trattamento, non credi? >>Inizia a fare gli occhi lucidi, e mi supplica di ascoltare il resto della storia...
Annuisco e riprende il racconto:<<...dicevo che oramai non stavamo quasi più insieme intimamente, ma un giorno, mi resi conto di avere un ritardo, era di 3 giorni, e inizia a fantasticare... Un bambino, la cosa che desideravamo, che avevamo sempre desiderato... E... Si, ho pensato che quello sarebbe stato il motivo del nostro riavvicinamento!
Infatti, dal giorno in cui hai scoperto della gravidanza mi sei stato vicino, come se tutto il mondo non importasse più, come se io fossi l'unica cosa importante della tua vita...
Io e il tuo bambino...
Il nostro bambino... >>Arriva il cameriere e la interrompe, chiedendoci di ordinare...
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Mille giorni in un secondo
RomansaHope, una ragazza di periferia, decide di trasferirsi a New York per trovare la sua strada... S'imbatte in un uomo dagli occhi della notte...Che nasconde un mistero... Durante la storia leggerete di amore, mistero e tanto altro