Capitolo Nove

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Un anno e cinque mesi prima

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Un anno e cinque mesi prima...

«Melissa, ne varrà la pena, te lo giuro, ti piacerà...» Toto continuò a ripetere per la quindicesima volta la stessa frase, con così tanta convinzione che non si era reso conto che avevo già acconsentito alla sua richiesta circa un minuto prima.

«Va bene...» Mi toccò ripetere cercando di non scoppiare a ridere proprio sul suo viso.

«Davvero, te lo prometto. Potrebbe piacerti...» Sospirai guardandolo ripetere ancora, con le mani a formare una preghiera. Da come stava parlando, sembrava che non avessi passato gli ultimi cinque anni della mia vita in giro per i paddock di ogni Stato, come se non fossi mai stata nel box della Mercedes a guardare una gara insieme a lui.

«Ho detto che va bene!» Urlai, scoppiando finalmente con un sorriso a trentadue denti rivolto a lui.

«Ah. Credevo fosse più complicato.» La mia risata aumentò ancora e alla sua espressione confusa dovetti smettere.

Avevo riflettuto per abbastanza tempo nei miei ultimi anni, mi ero laureata in marketing, avevo partecipato a più gare possibili, ma non ero mai e poi mai entrata all'HQ della Mercedes a Brackley. O almeno, per ciò che ricordassi della mia infanzia...

Non c'era mai stato un motivo ben preciso, se non che non mi sentissi pronta a ricordare mio padre e i suoi anni a lavorare in quel posto.
Quindi un motivo ben preciso, alla fine, c'era.

Ma era la vita di mio zio, era anche la mia vita. Non potevo rinnegare ciò che ero, anche se senza di loro, ero pressoché il niente.

«Ci vediamo giù tra un'ora. Guidi tu.» Un urletto di felicità uscì dalle mie labbra. L'idea di guidare mi aveva sempre mandata su di giri, non capivo come e perché, ma ogni volta che Toto mi dava la possibilità di farlo sulle sue auto, era ancora meglio.

Di certo aver scelto di vivere a Londra per l'intero periodo universitario, aveva bloccato la mia idea di avere una macchina esagerata. A cosa serve una supercar, se in città sei limitato?

I momenti più belli di quella parte della mia vita erano sicuramente quando mio zio decideva di prendermi e portarmi con sé.

Un altro amore era il suo, anche se cercava di darmene così tanto da colmare ciò che non potevo avere più.

La cena pre-stagionale a Brackley era un evento che avevo sempre evitato, eppure ora, davanti allo specchio, stavo cercando rendermi il più presentabile possibile per entrare nella cosiddetta società. Perché Toto voleva che io lavorassi lì, insieme a lui, non si sapeva ancora per cosa ma mi andava bene anche non saperlo.

L'università era finita, avevo così tanto tempo libero che passarlo insieme ai miei zii era esattamente ciò di cui avevo bisogno.

Infilai quel vestito blu che Susie aveva preparato per me da giorni, così aveva detto Toto, nonostante ancora non sapesse quale sarebbe stata la mia risposta. Mi conoscevano troppo alla fine, dovendo crescermi come se fossi loro figlia da quando...

Adrenaline | Max VerstappenWhere stories live. Discover now