Capitolo Sedici

149 29 159
                                    

Non volevo tornare a casa

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Non volevo tornare a casa.

La mia voce risuonava in loop nella mente, ripetendo le stesse frasi come un disco rotto.

Cercavo di distrarmi, stringendo le cosce per vietare al mio corpo di ricordare quelle sensazioni che mi avevano sopraffatta.

La macchina avanzava lenta tra le luci fioche dei lampioni. Fuori, la città sembrava una cartolina sfocata, strisce di luci che scivolavano sul vetro.

Dentro, invece, il silenzio era rotto solo dal ronzio del motore e dal mio respiro, sempre più affannoso. La distanza tra me e Max era breve, ma sembrava riempita da qualcosa di elettrico, qualcosa che non osavamo nominare.

Non potevo fare a meno di sospirare ogni volta che mettesse una mano sul cambio. Mi trattenevo dal chiedergli se invece non volesse appoggiarla su di me.

L'avevo colto a guardarmi così tante volte che, se fossi stata collegata a un monitor cardiaco, avrebbe suonato un allarme assordante. I battiti arrivavano a coprire i miei pensieri.

Stavo impazzendo.

Max Verstappen mi stava facendo impazzire.

«Mel, per favore...» Era stata probabilmente la cosa più seducente che avessi mai sentito. Tre parole semplici, niente di elaborato, ma quel tono, quella voce...

Zittii ancora i miei pensieri, sospirando continuamente con un volume troppo alto. Se la macchina avesse preso fuoco da un momento all'altro, non me ne sarei nemmeno accorta.

La mia mente era un vortice. La confusione mi travolgeva, rendendo impossibile pensare lucidamente. Stavo impazzendo.

Ero arrivata a una conclusione: mai più avrei bevuto, soprattutto in un posto dove Max Verstappen poteva trovarsi.

Cosa mi era successo? Chi era Melissa adesso? Non mi riconoscevo nemmeno.

«Credi di farcela a scendere e arrivare a casa?» Mi chiese, risvegliandomi dai miei pensieri. La sua voce era roca, come se non avesse parlato per anni. Mi lasciò la pelle percorsa da mille brividi.

«Sì, credo di sì...» Risposi, aprendo la portiera e scendendo con un piede alla volta. Le scarpe col tacco, che avevo detestato in adolescenza, negli ultimi tempi erano diventate alleate. Ormai ci avevo preso la mano e non sembravo più un goblin in bilico.

Mi alzai in piedi, ormai sul marciapiede e, mentre giravo lo sguardo, sentii una mano sulla schiena per stabilizzarmi, sotto al cappotto.
Voltai piano lo sguardo, Max era lì, il viso di Max Verstappen era lì. I suoi occhi blu che cercavano i miei, così vicini che sentivo il calore del suo respiro.

«Ti accompagno.» Mormorò senza lasciarmi modo di rispondere e camminai lentamente. Il vestito aderente era ormai scomodo, stretto sulla pelle resa bollente dal contatto con Max.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: 2 days ago ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Adrenaline | Max VerstappenWhere stories live. Discover now