(Dialogo in grassetto---> Inglese)
(Amaranta e Berel parlano in italiano;))
-Eccoci, ti piace?- Amaranta osserva l'insegna bianca con la scritta rossa del ristorante, "Buddy's Crabs and Ribs", con Otis al suo fianco. -Sembra molto carino.- La Rossa gli rivolge un sorriso, ancora un po' scossa per la breve "apparizione" di poco prima. -Vieni con me, vedo se riesco a scroccare qualcosa dal Grande Capo!- Amaranta aggrotta le sopracciglia, confusa. -Il "Grande Capo"?- Otis annuisce, ridendo. Mentre scuote la testa. -Io la chiamo così mia madre.- Amaranta ride, incredula. Si porta le mani alla pancia, per le risate mentre Otis la guarda assottigliando gli occhi. -Mi prendi per il culo, stronza? Guarda che io sono serio. Tanto, quando la incontrerai, cambierai subito idea e mi darai ragione. E' tutta matta.- Otis si picchietta la tempia con l'indice, per enfatizzare il concetto. -Va bene, Otis, possiamo entrare adesso?- Il ragazzo rimane qualche secondo ad osservare i lineamenti delicati di Amaranta, si sofferma sui suoi occhi verdi per poi passare alle labbra rosee, messe in risalto da un lucidalabbra. Qualche capello le è rimasto appiccicato proprio lì, a causa del vento. E mentre cerca di alzare un braccio per spostarli, la Rossa lo precede borbottando qualche lamentela in italiano, che Otis non riesce a comprendere. Anche se dalla sua espressione corrucciata, presume che non abbia detto niente di delicato e fine. -Ci sei, bischero?- La ragazza gli sventola una mano sul viso, sorridendogli genuinamente. Ad Otis fa davvero tanto piacere che, almeno con lui, riesca ad essere un po' più tranquilla. -Certo che ci sono Rossa!- Le porge il braccio sinistro. -Pronta a conoscere il Grande Capo?- La ragazza scuote la testa continuando a sorridere, poi afferra il braccio del moro al suo fianco. -Prontissima!- E, insieme, entrano nel ristorante pronti a scroccare da mangiare alla madre di Otis. -Ayman, come va?- Un uomo di mezza età si affaccia dalla cucina e ricambia il saluto sorridendo. -Otis! tutto bene, a te come va, ragazzo? Il locale apre tra circa una ventina di minuti, devi aspettare un altro po'.- Amaranta si nasconde dietro le le larghe spalle di Otis e comincia a guardarsi attorno, incuriosita. E' un posto molto accogliente, le pareti sono di un arancione chiaro, le grandi finestre regalano ai clienti una bella vista sul centro di Annapolis, Main St. E sul fiume Severn. Adesso il sole sta calando, il cielo comincia ad essere più scuro, la luce riflette sull'acqua mentre l'illuminazione proveniente dalla strada, le persone che camminano tranquille, le barche a vela che si allontanano velocemente, fanno sembrare Annapolis una città, quasi, normale. Quasi. Nessuno sembra sofferente o triste. Da qua c'è proprio una bella vista, Amaranta sta osservando la città da tutt'altra prospettiva. Se non ci fosse un così alto tasso di sparizioni e omicidi, Annapolis sarebbe sommersa da turisti. Perché, effettivamente, è una città fantastica. E la Rossa sembra notarlo solo adesso. -Wow.- Otis le poggia un braccio sulle spalle, sorridendole. -Vedi, Annapolis non è poi così brutta.- La stringe forte a sé, sospirando sui suoi capelli Rossi. Amaranta non risponde, ma abbassa il capo, aggrottando le sopracciglia. -Tanto l'ho capito che te ne vuoi andare.- Adesso i due ragazzi si guardano negli occhi, quelli di Amaranta sono spalancati. Mentre Otis la guarda, comprensivo. -E, anche se mi distruggerebbe non vedere più una testa rossa in giro per Annapolis, ti dico questo. Se ne hai la possibilità, scappa. Vai via, il più lontano possibile da qua. E non tornare in dietro, mai. Vivi la tua vita serenamente, senza pensare a noi. Anche se io non smetterò mai di pensare a te. E- Una voce interrompe il discorso di Otis, i due amici si voltano verso una bellissima donna. -Otis! Come ti sei permesso di...- Appena si accorge della figura vicino al figlio, però, spalanca occhi e bocca. Rimane imbambolata ad osservare Amaranta, ammaliata dalla sua bellezza. Non se la immaginava così. La squadra sorridendo. Poi, ricordando cosa stava per dire qualche attimo prima a suo figlio, si ricompone immediatamente. Sperando di non aver spaventato la sua amica. -Oh ehm... Figlio mio, come stai? Tu devi essere Amaranta, Otis non fa che parlare di te tutto il giorno! Amaranta di qua, Amaranta di là, Amaranta ha detto questo.- Otis tappa la bocca a sua madre, arrabbiato. -Mamma, zitta!- Al posto di tenere la bocca chiusa però, tira uno schiaffo sulla nuca al figlio. Amaranta ride guardando la scena, mentre sente borbottare Otis. -Noi due facciamo i conti dopo.- Lo minaccia la madre. Poi si volta nuovamente verso la Rossa, pronta a presentarsi. E' tutta rossa in viso, imbarazzata per quello che ha detto la donna poco prima. -Scusa, tesoro. Non volevo metterti in imbarazzo, comunque io sono Akanke.- La signora accoglie Amaranta in un caloroso abbraccio, ricambia subito la stretta. -E' un piacere per me conoscerti, non ti puoi nemmeno immaginare. Sai, su una cosa mio figlio aveva proprio ragione, sei una ragazza splendida! Finalmente qualcuno di nuovo in questa triste città.- La donna sospira affranta, mentre fulmina suo figlio con lo sguardo. -Perché non l'hai mai portata a mangiare qua? Sono sicura che la nostra cucina ti piacerà un sacco!- Amaranta non ha ancora spiccicato parola, però Akanke le piace. E' una donna molto solare ed estroversa. E ha capito da chi ha preso Otis, quando parla tanto e passa da un argomento all'altro in pochi secondi. Adesso che li osserva bene, nota che sono proprio due gocce d'acqua. -Beh, in realtà Otis non mi ha mai detto che hai un ristorante. Se lo sapevo sarei venuta sicuramente più spesso!- Amaranta sorride vittoriosa verso Otis, mentre osserva sua madre fulminarlo per l'ennesima volta. Il ragazzo le mima un "Stronza!" con le labbra, mentre viene afferrato da Akanke per un braccio. -Venite, sedetevi pure lì, oggi offre la casa Amaranta. Non ti scomodare, penso a tutto io.- La ragazza annuisce, sorridendo. -oh, va bene. Grazie.- E mentre la donna si dirige in cucina, la Rossa scoppia a ridere nuovamente, con Otis è inevitabile. -Ti diverti eh? Ti rendi conto con che soggetto ho a che fare?- Amaranta sorride mentre guarda i suoi occhi chiari. -tua madre è fantastica, davvero!- Otis sbuffa, alzando gli occhi al cielo. -Sì, certo. Prova a vivere anche solo una settimana, insieme a lei, così poi ne riparliamo. Comunque sembrava giusto u po' arrabbiata con il sottoscritto, devo capire perché.- E mentre Otis ferma la sua parlantina, e prova a riflettere su cosa potrebbe aver combinato recentemente, Amaranta, comincia a guardare fuori dalla finestra. Una strana presenza attira subito la sua attenzione. Una figura, quella figura, in piedi, in mezzo alla strada, che sembra voltata proprio nella sua direzione. Amaranta si allarma subito. Le persone gli passano affianco, ignorandolo. Come se fosse una cosa normale. "Ma non se ne accorgono?" Si chiede la Rossa, allarmata. Comincia a sudare freddo. "Mi vuole fare del male?" Le mani cominciano a tremarle. "Che cosa nasconde questa città?" Il cuore comincia a battere sempre più veloce. "Che fine ha fatto mio padre?" comincia a mancarle il respiro. Più fissa quella figura, più l'ansia, e le domande, aumentano. "Che cosa stava cercando di dirmi Otis?" Due grandi mani le si posano sul viso pallido. -Oh, Rossa, che ti prende?- Con gli occhi lucidi, Amaranta, osserva il suo amico. Vorrebbe tanto dirgli cosa le sta succedendo, dell'ansia che la assale giornalmente. Ma non riesce, o forse lui non lo permette. -Va tutto bene, ci sono io qua con te.- Il moro si alza, prende una sedia e si siede affianco a lei. Stringendola forte tra le braccia. Le lascia leggere carezze sulla testa, provando a rassicurarla. -Forse è meglio se ti racconto tutto.- Sussurra tra i suoi capelli rossi, consapevole che non può più farle vivere quell'incubo. E' giunta l'ora di finirla.
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AISNA
HorrorTra le case di questa cittadina, tra le mura di qualsiasi quartiere, si nasconde una leggenda... Un'inquietante leggenda, che si aggira silenziosamente negli angoli più bui e spaventosi del paese, che viene sussurrata all'orecchio da bambino in bamb...