Sera

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"Fammi capire bene...si riuscita a litigare anche con quel santo di Andrea?"
"Si, Isabella, ho litigato con Andri" ero stanca e nervosa. Non ero riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, come anche i miei compagni di stanza. Giò aveva continuato ad agitarsi nel letto, facendo scricchiolare le doghe, mentre Andri aveva letto fino alle cinque.
"E adesso?"
"Lui ha detto che non vuole più parlarmi fino a quando non faccio chiarezza e capisco quello che voglio" risposi "Io so quello che voglio, ok?"
"Si, certo, e io amo la matematica!" le tirai un cuscino, per poi accasciarmi sulla scrivania.
"Io non so più come dire che sono innamorata di Leo"
"Ed è per questo che non stai con lui" sbuffai, mentre la superficie di legno iniziava a riscaldarsi.
"Hai avuto la prova che io e Andri non possiamo stare insieme"
"Si, perché sei troppo occupata a dire che non siete fatti l'uno per l'altra, mentre il mondo intero vede che è così"
"Isa, lui non mi parla, non mi vuole vedere. Se gli dicessero che mi è successo qualcosa se ne fregherebbe per quanto è arrabbiato"
"A proposito, dov'è ?" alzai la testa dal ripiano della scrivania, continuando a tenere gli occhi chiusi.
"Al corso di scuola guida, così, quando avrà preso la patente e mi investirà sembrerà davvero un incidente!" sbattei la testa sul ripiano di legno.
"Non farebbe mai una cosa del genere e tu questo lo sai bene, ti adora. In questo frangente è solo arrabbiato e geloso"
"Non è geloso!" ripetei, con la voce ovattata dalla scrivania.
"Si, come no!" aveva preso la mia limetta e aveva iniziato a usarla per curarsi le unghie "Scommettiamo che se chiediamo a chiunque altro i dirà le stesse cose che ti sto ripetendo io da cinque anni a questa parte"
"Scommettiamo che siete tutti suonati?" lei sbuffò "Isa, comunque stessero le cose prima, adesso lui non vuole vedermi"
"No, lui ha detto di non parlargli più fino a quando non avrai preso una decisione, il che vuol dire che prova qualcosa per te" mi alzai e mi buttai sul letto del suddetto. Infilai il viso tra le sue lenzuola, aspirando il suo odore di talco e menta con un pizzico di deodorante "E anche tu, dato che hai infilato il naso nel suo letto" le feci cenno di tacere con la mano sinistra, continuando ad aspirare l'odore di Andri. Speravo che di attaccasse al mio corpo per non lasciarlo più. Forse Isa aveva ragione. Io amavo il mio migliore amico e non avevo il coraggio di dirlo né a lui né, tantomeno, a me stessa. Ammetterlo con me era molto più difficile che dirlo a lui, che c'era già arrivato.
"Ammettiamo che io abbia deciso di mettermi con Andri o, almeno, di provarci. Cosa dovrei fare?" le chiesi, mettendomi a sedere sul comodissimo letto del mio compagno di stanza.
"Dovrà tornare, prima o poi, e , quando lo farà, tu sarai qui ad aspettarlo e gli dirai tutto quello che pensi"
"Che è stato infantile e stupido?"
"Sai, quando vuoi convincere qualcuno a mettersi con te l'ultima cosa che devi fare è dirgli che è stupido"
"Allora?" lei fece spallucce, facendomi capire che dovevo essere sincera sui miei sentimenti. La mia unica preoccupazione era che, forse, a spingermi, non era l'amore ma la paura di perderlo. Sarebbe stata la cosa sbagliata da fare sia per me che per lui.

Odiavo i sabato sera. Odiavo quel sabato sera. Ero sola, in camera, ad ascoltare qualcuno che rideva a parlava attraversando il corridoio, per andare a qualche camera più in là.
Giò era a rimorchiare, chissà dove. Andri era uscito senza nemmeno tornare in camera. Lo sapevo perché ci avevo passato tutto il pomeriggio e lui non si era nemmeno avvicinato. Speravo solo che non avesse fatto qualche sciocchezza.
S:DOVE SEI?
Inviai quel messaggio sei volte e, per sei volte, non avevo ottenuto risposta. Ero preoccupatissima e avevo paura.
A:IN CAFFETTERIA
Mi arrivò quella risposta dopo due ore e una minaccia di allertare il guardiano.
S:SCENDO SUBITO
A:NO, NON FARLO. NON VOGLIO VEDERTI, SERA
S:DEVO DIRTI DELLE COSE IMPORTANTI
A:HAI PRESO UNA DECISIONE DEFINITIVA?
S:CREDO DI SI
A:SALGO IO. AVEVO COMUNQUE INTENZIONE DI SALIRE TRA POCO
S:TI ASPETTO
Avevo un nodo allo stomaco. Non sapevo ancora bene cosa dirgli. Cioè, non volevo perderlo, ma ero davvero disposta a mettermi così in discussione con lui? Conoscevo bene Andri e sapevo che lui non mi avrebbe mai fatta soffrire. Il problema era che conoscevo bene anche me e sapevo che, presto o tardi, avrei rovinato ogni cosa.
"Hey" disse, entrando. Aveva ancora la divisa addosso. Era tutta stropicciata, così come lo era lui. Neanche di prima mattina era così spettinato e trasandato.
"Hey"
"Allora?" mi chiese, posando la borsa sul pavimento con una lentezza sorprendente.
"Devo parlarti" lui annuì e io non sapevo cosa dirgli.

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