Andrea

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"Ti amo da impazzire"
"Come, scusa?"
"Ti ho chiesto se sei pronto per uscire" da quando avevo preso quella botta in testa, tendevo a fraintendere le cose, specialmente quando stavo con Sera.
"Ah, si certo. Cosa ti va di fare, oggi?" era il primo sabato da fidanzati che passavamo insieme.
"Per me sesso"
"Che?!"
"Ho detto che per me è lo stesso. Ma ci senti o no?"
"Scusa, non so che mi prende oggi" o le orecchie non mi funzionavano più o avevo così voglia di fare l'amore con lei che mi venivano le allucinazione uditive. Era un punto di mezzo tra le due opzioni, probabilmente.
"Già, ho notato. Questo l'hai capito, vero?"
"Se dico di no che succede?"
"Che ti meno"
"Ho capito, mia dolce stella" mi guardò malissimo usando il suo sguardo preferito, quello da 'Zitto o ti uccido'
"Chiamami di nuovo così e non finirà bene" mi avvertì, avvicinandosi a me con fare minaccioso.
"Sai che non mi fai paura, vero, Sera?"
"Beh, lo so ma ci ho davvero sperato" guardandola mi resi conto di quanto fosse piccola e minuta. Era bassina, dall'ossatura piccola, e mancava la misura di una testa per arrivare a me.
"Sei piccola"
"No, sono diversamente alta. La vita è un punto di vista, Gozzilla" disse, usando le mie spalle come leva per baciarmi. Non avrei voluto pensare all'eccitazione che mi scorreva nelle vene e che mi stava affluendo verso i pantaloni.
"Sera" dissi, staccandomela di dosso. Non volevo avvertisse ciò che mi stava accadendo perché si sarebbe sicuramente imbarazzata "Dai, ci stanno aspettando"
"La botta in testa deve essere stata più forte di quanto non credessi" si staccò e di diresse verso l'armadio per prendere le giacche. Mi porse la mia, restando lontana da me.
"Dai, non volevo offenderti"
"Lo so, tranquillo" si vedeva lontano un miglio che se l'era presa "Dobbiamo andare, come hai detto tu ci stanno aspettando" prese la borsa di pelle lavorata a mano e uscì dalla stanza, lasciando la porta aperta alle sue spalle.

"Che culo che ha Sera" mi voltai verso Ferdinando, pronto a dargli un pugno sul suo naso da babbuino idiota.
"Prova a ripetere!" dissi, minaccioso.
"Amico, ho solo detto che la tua ragazza stasera è nera! Che le hai fatto?"
"Nulla, prima mi ha baciato, mi sono eccitato e, per non farla imbarazzare l'ho allontanata"
"E lei si è incazzata"
"Già e, in più, continuo a sentire frasi allucinanti al posto di quelle che le persone dicono per davvero. Non so proprio cosa stia succedendo"
"Magari è la botta in testa che ti ha suonato Giò" eravamo seduti all'interno della sala cinematografica aspettando che iniziasse Jurassic World. Sera stava parlando con Isabella che, stranamente, era uscita con noi e non con Giò.
"Non credo. Il medico dice che sto alla grande e che non ho subito nessun tipo di trauma"
"Allora sei solo arrapato da fare schifo, fratello!"
"Grazie, come farei senza te!" affondai una mano nel secchiello dei Pop corn, cercando di non pensare al fatto che la mia ragazza passava tutta la notte nel letto di fronte al mio. Così vicina e, al tempo stesso, così lontana .
"Perché non le dici semplicemente che vuoi fare sesso?"
"Perché mi picchierebbe e mi tirerebbe un calcio nelle palle!"
"Dai, non puoi dire che non sia una tipa tosta"
"Qualche volta vorrei che non lo fosse" e, poi, il film iniziò e la mia ragazza mi strinse la mano. Quella fu la cosa più appagante della giornata.

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