Cap. 1 - Ancora Deku nella testa.

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Era passato un mese dalla confessione di Izuku Midoriya, lo stesso mese in cui Katsuki Bakugo non riusciva a togliersi dalla testa le sue parole: "Quella cotta che avevo era per te, Kacchan". Ogni volta che ripensava a quel momento, sentiva sia confusione che fastidio.

Quella mattina, i pensieri su Midoriya avevano occupato la mente di Bakugo mentre fissava il soffitto della sua stanza. Accanto a lui, Eijiro Kirishima dormiva serenamente.

Bakugo si voltò a guardarlo, sorridendo.

Poi, egli aprì gli occhi e osservò il biondo, «Baku... stai bene?», gli chiese con voce sonnolenta.

Bakugo si schiarì la gola, «Sì, certo, solo che... ho pensato troppo al prossimo allenamento».

«Beh, è normale, ci spetta una lezione intensa tra meno di un'ora», disse Kirishima, stiracchiandosi pigramente e sedendosi sul materasso, «Rilassati un po', hai me. Non devi sempre essere così serio su tutto», aggiunse dopo, baciandolo.

Bakugo ricambiò, ma quel dannato pensiero su Midoriya continuava a insinuarsi nella sua testa. Non era rabbia, non più. Non era nemmeno gelosia. Era qualcosa di più complesso, qualcosa che lui stesso non riusciva a definire, e odiava sentirsi fuori controllo.

"Kacchan...", la voce di Midoriya gli risuonava ancora nelle orecchie, "Ho sempre avuto una cotta per te". Quelle parole avevano scosso tutto, come un'esplosione silenziosa.

«Baku?», la voce preoccupata di Kirishima lo riportò alla realtà.

«Ho detto che sto bene, ok?», replicò Bakugo più duramente di quanto intendesse. Dopodiché si alzò dal letto, evitando lo sguardo di Kirishima, e raccolse la sua uniforme, vestendosi rapidamente.

«Se lo dici tu», disse Kirishima, con il suo solito tono comprensivo. Si alzò anche lui, indossando la sua uniforme da battaglia e allungandosi in modo esagerato.

I due uscirono dal dormitorio in silenzio, poi si diressero verso il campo esterno della scuola, dove si sarebbe svolta la lezione di addestramento.

L'aria era carica di eccitazione e tensione, mentre i compagni si allineavano in attesa delle istruzioni. Bakugo cercava di concentrarsi sulla missione imminente, anche se la sua mente vagava tra pensieri confusi e distratti.

«Kiri!», chiamò Bakugo all'improvviso, cercando una distrazione dai pensieri che gli ronzavano in testa, «Preparati, sto arrivando!».

Kirishima, sempre allegro, rise mostrando i suoi denti affilati in un sorriso ampio, «Non preoccuparti per me, Baku! Sono sempre pronto per batterti!», rispose con entusiasmo.

Mentre Kirishima si allontanava, Bakugo percepì una presenza familiare accanto a sé. Si voltò leggermente e vide Shinso Hitoshi, che lo osservava con uno sguardo impenetrabile.

I capelli viola del ragazzo ondeggiavano sotto la brezza fresca del mattino, e il suo volto, come sempre, era difficile da leggere. Eppure, qualcosa nello sguardo di Shinso lo rendeva inquieto.

Ultimamente, Shinso sembrava integrarsi sempre di più nel gruppo di amici della Classe A, avvicinandosi in particolare a Bakugo. Questo soprattutto dopo la sua confessione di aver creato un sito chiamato "kiribaku.com" solo per attirare la sua attenzione.

Inoltre, per quanto Shinso avesse mostrato sempre più interesse verso di lui, Bakugo reagiva nella maniera più tipica possibile: lo ignorava, tutte le volte. E nonostante ciò, sapeva che non poteva continuare a farlo per sempre.

«Ciao, Bakugo. Hai un minuto?», disse Shinso con calma.

Bakugo lo fissò, sospettoso, «Che vuoi?».

Shinso lo scrutò per un momento, come se stesse valutando attentamente, «Solo una conversazione. Ho notato che ultimamente sembri... distratto».

Bakugo strinse i pugni, «E allora? Non sono affari tuoi».

Shinso sorrise debolmente, «Forse no. Ma vedi, mi interesso delle dinamiche dei miei compagni. Specialmente quando riguardano persone... come te, ricordi kiribaku.com?».

Bakugo sentì il sangue ribollirgli nelle vene. "Kiribaku.com" era una ferita aperta che Shinso non avrebbe dovuto toccare. Il sito, una pagina dedicata a speculazioni ridicole e fanfiction su di lui e Kirishima, era diventato un tormento costante.

La gente non faceva altro che scherzarci sopra, come se la sua relazione con Kirishima fosse un gioco. Anche se il loro legame era reale e sincero, ogni battuta e occhiata maliziosa, lo facevano ribollire di rabbia.

«Ti diverti ancora, eh? Dopo un mese?», ringhiò Bakugo, stringendo i pugni fino a sentire le unghie graffiargli i palmi, «Pensavi di farla franca con quel sito del cazzo?».

Shinso sollevò le mani in segno di resa, ma non sembrava davvero pentito, «Era solo uno scherzo, Bakugo. Non pensavo che tu lo prendessi così sul serio... ma a quanto pare...», fece una pausa, inclinando la testa di lato, «Ti ha colpito nel profondo, no?».

Bakugo si fece avanti, invadendo lo spazio personale di Shinso, e il suo volto arrossì dalla furia trattenuta, «Stai zitto. Non mi colpisce un bel niente. E soprattutto, tieniti fuori dalla mia vita e dalla mia relazione con Kirishima».

Shinso lo guardò per un lungo momento, senza mostrare alcuna paura o sorpresa. Sembrava che le sue parole scivolassero su di lui come l'acqua su una roccia, «Sai, Bakugo, tu sei sempre così rapido a reagire. Ma forse non è il sito che ti ha dato fastidio. Forse è il fatto che... le persone vedano qualcosa che tu stesso stai cercando di ignorare».

Bakugo lo fissò, il respiro pesante, i muscoli tesi, «Di che diavolo stai parlando?».

Shinso sorrise in modo enigmatico, «Le dinamiche. Non solo tra te e Kirishima, ma anche tra te e Midoriya. Forse quel sito ha solo messo in luce qualcosa che stavi cercando di reprimere. O forse... qualcosa che non riesci ancora a capire del tutto».

Quelle parole colpirono Bakugo come un pugno nello stomaco. Non aveva bisogno che qualcuno gli ricordasse ciò che cercava disperatamente di non affrontare.

L'idea che Midoriya avesse avuto una cotta per lui, il significato di quel sentimento, e la confusione che da allora lo attanagliava, non voleva pensarci, non voleva affrontarlo.

Però Shinso, con la sua calma irritante, aveva toccato proprio quel nervo scoperto.

«Sei solo uno stronzo che non ha niente di meglio da fare», sibilò Bakugo, cercando di chiudere la conversazione, «Non so cosa credi di capire, ma non c'è niente da vedere qui».

Shinso fece spallucce, avviandosi nella direzione opposta di Bakugo e sfiorando il suo corpo finché le sue labbra furono abbastanza vicine da sussurrare nel suo orecchio, «Bada però a come gestisci le relazioni, stai crollando, Bakugo». Poi posò un bacetto sul suo collo e s'incamminò.

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora