Bakugo rimase paralizzato per un istante. Il bacio leggero sul collo di Shinso, così improvviso e sfacciato, lo aveva lasciato senza parole. Non era stato un bacio affettuoso, ma una provocazione, una miccia pronta ad accendere una nuova esplosione dentro di lui.
Sentì un'ondata di calore salire rapidamente dalle spalle fino al viso, la sua rabbia montava come un vulcano in eruzione.
«Stupido stronzo!», gridò, girandosi di scatto, ma Shinso era già lontano.
«Bakugo!», la voce di Kirishima lo chiamò, interrompendo il suo tumulto interno.
«Ehi, tutto bene?», chiese, preoccupato.
Bakugo inspirò profondamente, evitando il suo sguardo, «Tutto a posto».
«Allora vieni, l'addestramento è iniziato e Aizawa chiede di te!», esclamò Kirishima.
La lezione ricominciò, e Bakugo si concentrò sulle sue mosse, cercando di lasciare tutto il resto alle spalle. I nemici virtuali crollavano sotto i suoi colpi potenti, e la sua abilità esplosiva faceva tremare l'arena. Ogni esplosione lo faceva sentire meglio, come se stesse scaricando tutta quella frustrazione e rabbia.
Però, appena si fermava per riprendere fiato, i pensieri tornavano. Midoriya, la sua confessione. Kirishima, il suo sostegno incondizionato. Shinso, con le sue provocazioni.
«Midoriya! Bakugo!», la voce di Aizawa richiamò l'attenzione di tutti. Anche il ragazzo dai capelli verdi si trovò a eseguire una manovra complessa, ma anche lui sembrava distratto, i suoi movimenti non erano così fluidi come al solito.
«Midoriya!», urlò di nuovo Aizawa, «Concentrati!»
Midoriya annuì freneticamente, ma i suoi occhi si spostarono brevemente su Bakugo, come se cercasse una risposta. Bakugo però distolse lo sguardo, sentendo una fitta di disagio.
Dopo l'addestramento, mentre tutti si dirigevano verso i loro alloggi, Bakugo scelse di allontanarsi dal gruppo, cercando un po' di quiete. Camminò deciso verso l'esterno, dove il rumore e le distrazioni non potevano raggiungerlo. Midoriya, notandolo, non esitò a seguirlo, correndo per raggiungerlo e afferrandolo delicatamente per un braccio.
«Kacchan», la voce familiare e incerta di Midoriya risuonò alle sue spalle.
Bakugo chiuse gli occhi per un istante, sentendo il peso dell'emozione che cercava di reprimere. Il suo respiro si fece più pesante.
«Che c'è?», rispose con tono brusco, senza voltarsi.
Midoriya si avvicinò, mantenendo una distanza prudente, «Io... volevo solo sapere come stai. Dopo... dopo quello che ti ho detto un mese fa sembri... distaccato...».
Bakugo si voltò di scatto, fissandolo con uno sguardo che avrebbe potuto incendiare l'aria, «E che dovrei dirti? Che sono felice che tu abbia complicato tutto? Che mi hai piantato in testa un casino che non riesco a capire ormai da un mese?»
Midoriya si morse il labbro, abbassando lo sguardo, «Non era mia intenzione complicare le cose. Solo... dovevo dirtelo, Kacchan. Ho tenuto tutto dentro per così tanto tempo... e pensavo fosse giusto...».
«Giusto?», interruppe Bakugo, con una risata amara, «Giusto per chi? Per te? Hai mai pensato a come mi potrei sentire io nel sentire certe confessioni, ah?».
Midoriya scosse la testa, «Io... ti chiedo scusa...».
Bakugo lo fissò ancora per un lungo momento, «Non importa», mormorò, allontanandosi, «Devo solo capire cosa diavolo significa tutto questo. E finché non lo faccio... stammi lontano».
Midoriya rimase immobile per qualche istante, il cuore ancora pesante dopo il confronto con Bakugo. Quando sentì le mani di Todoroki coprirgli delicatamente gli occhi, un sorriso involontario si formò sulle sue labbra.
«Indovina chi sono», sussurrò Todoroki, la sua voce era dolcezza e tranquillità.
«Shoto!», esclamò Midoriya, sorridendo. Poi, con un gesto impulsivo, si girò per baciarlo.
«Come è andata con Bakugo?», chiese Todoroki, ricambiando il bacio.
Midoriya sospirò, «Non bene. Sta passando un momento difficile... e mi ha detto di stargli lontano finché non capisce cosa sta succedendo. Però è già passato un mese da quando gli ho confessato la mia vecchia cotta per lui, non vorrei che questo lo avesse tanto confuso...»
«Lascialo stare adesso, si calmerà. Noi invece, ci facciamo una doccia insieme?».
Midoriya arrossì leggermente, «Sì, certo».
Todoroki gli lanciò uno sguardo sereno, e insieme si diressero verso gli spogliatoi.
Nel frattempo, Bakugo continuava a camminare a grandi passi lungo i corridoi vuoti della U.A., ancora scosso dalla recente conversazione con Midoriya. La frustrazione ribolliva dentro di lui, ma ciò che lo agitava ancora di più era il ricordo di Shinso. Quel bacio improvviso lo aveva completamente destabilizzato.
«Merda!», esclamò Bakugo, colpendo il muro con un pugno.
Il suono sordo si diffuse nel corridoio vuoto.
Proprio in quel momento, Shinso apparve in fondo al corridoio, avanzando con passo calmo, silenzioso, e la stessa tranquillità che aveva mostrato poco prima, vicino al campo. I suoi occhi viola, penetranti, si posarono su Bakugo, brillando di una fredda curiosità, quasi analizzandolo.
«Stai prendendo a pugni anche i muri ora?», disse, ridendo appena.
Bakugo lo fissò.
Shinso sapeva esattamente come provocarlo, e lo stesso Bakugo era consapevole che cedere alla sua trappola sarebbe stato inutile. Tuttavia, il suo corpo tremava leggermente, come una bomba pronta a esplodere in qualsiasi momento.
«Poveretto, stai diventando preda di quasi tutti i tuoi compagni di classe. Kirishima, Midoriya... e forse anche... me. Ma non nel modo che definiresti... sdolcinato», disse Shinso, stuzzicandolo.
Quella frase fu la scintilla finale.
In un lampo, Bakugo si mosse, afferrò Shinso per il colletto, e lo spinse con forza contro il muro più vicino. Il suono sordo del colpo riecheggiò nel corridoio vuoto, ma Shinso non sembrava minimamente sorpreso. Nei suoi occhi brillava una strana ombra di divertimento.
Bakugo lo guardava con respiro affannato e le mani che stringevano convulsamente il tessuto della sua divisa, «Tu... stronzo viziato!», gridò, ma qualcosa lo fece fermare, come se stesse trattenendo l'ultima parola, consapevole del suo enorme peso.
Shinso, impassibile, alzò lo sguardo verso di lui.
«Ripetilo», disse con voce bassa e tagliente come una lama.
Bakugo, ormai furioso, gli afferrò il mento, costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
«Tu», sibilò, avvicinando il suo viso a quello di Shinso, «Stronzo viziato!».
Le parole uscirono come un ringhio, mentre la rabbia gli bruciava sotto la pelle.
Shinso non distolse lo sguardo, anzi, al contrario, sembrava stesse aspettando proprio quella reazione. Il suo sorriso si allargò leggermente, quasi compiaciuto, «Finalmente ti decidi a dire le cose come stanno», sussurrò, la voce carica di un'ironia che rese Bakugo ancora più furioso.
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Tra Fiamme e Rivali 2
FanfictionDa quando Midoriya ha confessato a Bakugo che, prima di Todoroki, la sua cotta non era per Uraraka bensì per lui, Bakugo ha passato un mese di tormento interiore. Nonostante Midoriya abbia chiarito di amare solo Todoroki, quella rivelazione ha lasci...