Cap. 25 - Forse è molto di più.

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Notte fonda, Shinso e Bakugo ormai lasciarono il vicolo per godersi ancora quell'intimità che li trascinò nella stanza del primo. Entrambi erano sdraiati sul letto, ancora scossi dall'intensità del momento appena vissuto.

Bakugo, con il braccio sopra la testa, respirava lentamente, cercando di riportare la mente a qualcosa di più chiaro, meno confuso. Il suo corpo, ancora caldo e vulnerabile, si spostò appena, avvicinandosi inconsciamente a quello di Shinso, «Vedi dove siamo arrivati, eh? Mi sembra che stia diventando qualcosa di più di un'attrazione fisica».

Shinso stava fissando il soffitto, «Oh? E cosa ti fa pensare questo?».

Bakugo sbuffò, «Non lo so... forse il fatto che mi ritrovo qui, nel tuo letto, più spesso di quanto avrei mai immaginato. Oppure il modo in cui mi parli, come se sapessi esattamente cosa sto pensando...».

Shinso si girò finalmente verso di lui, «Forse ti piace che io sappia cosa pensi. O forse, semplicemente, ti spaventa».

Bakugo lo fissò intensamente, «Non mi spaventa un cazzo, Shinso. Non sono quel tipo di persona. Solo che...», si interruppe, il volto arrossì più di quanto volesse ammettere, «Non pensavo saremmo arrivati a questo punto. Mi ero detto che non sarebbe mai stato niente di più di una sfida tra noi due».

Shinso rise piano, un suono quasi ipnotico, e si avvicinò leggermente, poggiando una mano sul fianco di Bakugo, «Eppure eccoci qui. Non c'è niente di sbagliato nell'ammettere che c'è di più. E non parlo solo di quello che succede tra le lenzuola».

Bakugo sollevò un sopracciglio, ironico, «Oh, sì? E cosa sarebbe questo 'di più'?».

«Forse... il modo in cui cerchi di convincerti che è solo fisico, quando in realtà non puoi fare a meno di cercare qualcosa in me che non trovi altrove. Forse ti piace la mia capacità di vederti per quello che sei, e forse Kirishima ti capisce, ma io ti vedo per quello che sei».

Bakugo si voltò dall'altra parte, fisando il muro, «Che cazzo stai dicendo?».

Shinso sospirò, «Sai esattamente cosa intendo».

Il silenzio calò di nuovo nella stanza, rotto solo dal respiro pesante di Bakugo, «Sei davvero un pezzo di merda, lo sai?», sibilò dopo, ma la sua voce era meno convinta del solito.

Shinso sorrise, «Già, e tu continui a tornare da me, nonostante tutto».

Bakugo non rispose subito, poi si voltò verso Shinso, fissandolo negli occhi, «Non aspettarti che io ti dia ragione. Non succederà».

Shinso rise piano, «Non ho bisogno che tu mi dia ragione, Katsuki. Basta che tu rimanga qui».

Shinso si avvicinò ancora di più, il suo respiro lento e costante contro la pelle di Bakugo. Con delicatezza, passò la mano sulla sua schiena, sentendo i muscoli tesi sotto le dita, passando sui segni lasciati dai graffi di una settimana prima. Erano sbiaditi, ma ancora visibili.

Le sue carezze erano lente, ma non completamente dolci; c'era sempre quel sottile senso di controllo, una calma apparente che nascondeva qualcosa di più intenso, «I tuoi graffi stanno guarendo», disse poi con voce calma, senza abbassare lo sguardo.

Bakugo sbuffò, «Non sono così delicato da preoccuparti di quelle cose».

Shinso rimase in silenzio per un attimo, le dita ancora impegnate a tracciare percorsi invisibili sulla pelle di Bakugo, «Forse non è solo fisico», disse alla fine, con una voce che sembrava neutra, ma con una punta di curiosità, «Te ne stai accorgendo anche tu, vero?».

Bakugo serrò la mascella, «Sì, lo so», ammise a denti stretti, quasi con riluttanza. «Non so quando è successo, ma non è solo fisico. Non per me, almeno, credo...».

Shinso non sorrise, «Dimmi una cosa, Katsuki» iniziò, con una curiosità sincera. «Hai mai provato qualcosa per Midoriya? Qualche attrazione?».

Bakugo spalancò gli occhi, voltandosi bruscamente verso Shinso, quasi incredulo per quella domanda. Un lungo sbuffo uscì dalle sue labbra, come se stesse cercando di scacciare quell'idea, «Di nuovo con questa storia?» borbottò, stizzito, «Anche Kirishima me lo ha chiesto una volta, e gli ho risposto la stessa cosa che dirò a te: no, cazzo! Deku non è mai stato una mia opzione!».

Shinso sollevò un sopracciglio, divertito dalla reazione di Bakugo, «Tranquillo, non ti sto accusando di niente, ma è interessante che due persone così vicine a te abbiano avuto la stessa curiosità. Fa pensare, no?».

Bakugo scosse la testa, irritato, «La gente vede quello che vuole vedere. Con Deku... è complicato, ok? Ma non è mai stata attrazione. È solo un... non lo so, uno che tira fuori il peggio di me. O il meglio, dipende dai giorni».

Shinso lo studiò per un momento, senza interrompere il contatto tra le loro pelli. «Forse è proprio questo il punto. Non serve attrazione fisica per far emergere certe emozioni. Ma... non è la stessa cosa tra me e te, vero?».

Bakugo lo fissò per un attimo, poi distese un po' il volto, un'espressione quasi serena comparve sui suoi lineamenti, «No, con te è diverso. Con te non devo fare finta di essere quello che non sono. Sei uno stronzo, ma sai chi sono davvero».

Shinso sorrise appena, «E va bene così, Katsuki» disse con calma, mentre continuava a tracciare quelle cicatrici leggere sulla sua schiena, «Perché non ti chiederei mai di essere qualcosa di diverso da quello che sei».

Bakugo si morse il labbro, come se stesse riflettendo su qualcosa di scomodo, qualcosa che fino a quel momento aveva tenuto per sé. Alla fine, si decise a parlare, «Sai una cosa?» cominciò Bakugo, incrociando le braccia dietro la testa e guardando verso il soffitto, «C'è una cosa che non ho mai detto a nessuno... nemmeno a Kirishima».

Shinso rimase in silenzio, aspettando che Bakugo continuasse.

«C'è stato un momento, un anno fa... in cui odiavo Deku più del solito, o almeno credevo fosse così, ma allo stesso tempo c'era questa cazzo di curiosità che mi tormentava. Non lo ammetterò mai a voce alta con nessuno, ma... una volta ho pensato di baciarlo», disse Bakugo, quelle parole sembravano uscire a fatica.

Shinso lo guardò con interesse, «E cosa ti ha fermato?».

Bakugo fece un lungo respiro, «Me stesso. La paura di essere visto come debole, di mostrare un lato di me che non combaciava con l'immagine che avevo costruito. E poi, ero convinto che fosse solo una fase... un momento di confusione, niente di più».

Shinso lo osservò attentamente, senza interromperlo.

«Ma non l'ho mai dimenticato,» continuò Bakugo, «È stato uno di quei momenti che mi ha fatto mettere in discussione un sacco di cose su me stesso... chi ero, cosa volevo veramente. Solo che... non volevo affrontarlo. Non ancora».

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora