Cap. 4 - L'affascinante Hitoshi.

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Bakugo, infuriato, si sentì vulnerabile e intrappolato, e quel sorriso di Shinso, nonostante il sangue, non faceva altro che esasperarlo, «Fottiti con le tue analisi psicologiche! Non hai idea di chi hai di fronte!».

«Oh, davvero?», replicò Shinso, inclinando la testa con un sorriso beffardo, «Eppure, sei qui a rispondere a una provocazione, a lasciarti trascinare in questo mio gioco. Ti stai semplicemente negando la possibilità di essere onesto con te stesso. È affascinante».

«Affascinante?», sbottò Bakugo, «Tu stai solo giocando con il fuoco!».

«E tu hai paura di bruciarti», ribatté Shinso, facendo un passo verso di lui.

La distanza tra loro si assottigliò di nuovo, e Bakugo, nonostante la sua ira, notò che c'era qualcosa di irresistibile nella presenza calma di Shinso.

Shinso, notando il conflitto negli occhi di Bakugo, sorrise in modo subdolo, «Non voglio giocare con il fuoco, Katsuki», sussurrò, le sue labbra quasi sfiorarono quelle di Bakugo, «Voglio solo vedere quanto sei disposto a lasciarti andare, oltre il limite...».

Bakugo si sentì bloccato, «Non eri tu a postare schifezze su di me e Kirishima? Sono già impegnato, lasciami stare!».

«Non voglio mica essere il tuo ragazzo, vedimi più come l'amante che rompe la quiete», continuò Shinso, con una leggera ironia nella voce.

«Sei proprio uno stronzo, lo sai?», provocò Bakugo.

Shinso inclinò la testa, il suo sorriso malizioso non lasciava spazio alla vergogna, «Lo so, e non mi dispiace affatto. Ma hai notato che ogni volta che ti spingo, reagisci? È come se cercassi un motivo per lasciarti andare, per abbandonare quella facciata da duro che indossi così bene».

«Non ho bisogno di un tuo giudizio, Hitoshi. Non ho bisogno di nessuno che mi dica come sentirmi», sbottò Bakugo, ma la sua voce tremava, tradendo la vulnerabilità nascosta.

«Ma siamo qui», rispose Shinso, avvicinandosi ancora di più e baciandolo di nuovo.

Le labbra di Bakugo si aprirono, incapaci di opporsi a quel richiamo. Si sentì stordito, la testa gli girava mentre il sapore del sangue, mescolato alla sensazione pressante di Shinso, lo travolgeva.

Shinso, percependo l'intensità della reazione di Bakugo, si lasciò andare, e premendo un po' di più sfiorò le labbra di Bakugo con le proprie, mordendole. Era un invito a scoprire quel territorio inesplorato, lasciarsi andare e abbandonare le paure.

«Dai, Katsuki...», mormorò, «Non puoi negarlo per sempre. Questo ti piace, e lo sai».

Bakugo si staccò di colpo, respirando a fatica, «Non ho bisogno di te per capire cosa mi piace! Io sono innamorato di Kirishima, non voglio sapere altro!», sbottò, cercando di riprendersi. La sua voce tremava, e non era sicuro se fosse di rabbia o di qualcosa di più profondo.

Shinso si limitò a sorridere, «Ma io sono qui. E ogni volta che provi a respingere ciò che senti, ti avvicini sempre di più. Non posso fare a meno di chiedermi... cosa succederebbe se ti lasciassi andare davvero».

«Stai facendo un grosso errore», disse Bakugo.

Shinso fece un passo avanti, avvicinandosi di nuovo, le labbra a pochi centimetri da quelle di Bakugo, «Non hai davvero paura di me, hai paura di quello che potresti scoprire su te stesso a proposito dei tuoi sentimenti. Se hai fatto questo con me, lo farai in futuro anche con un altro ragazzo o ragazza. Dimenticando che effettivamente hai già una relazione con Kirishima».

«Dici solo chiacchiere, Hitoshi!» sbottò Bakugo, «Ripeto: tu non sai niente di me, di cosa voglio e di chi amo!»

Shinso lo osservò per un momento, «Forse hai ragione», ammise, «Forse non so tutto di te, ripeto anch'io. Ci siamo visti poche volte, ma una cosa la so per certo: il modo in cui hai reagito a me, il modo in cui il tuo corpo ha risposto adesso... non è una bugia».

Bakugo ebbe l'istinto di colpire Shinso, «Non significa niente. Tu sei solo un ostacolo, qualcuno che mi sta mettendo alla prova. E io non cederò».

Shinso scosse lentamente la testa, il sorriso scomparve dal suo volto, «Non è questione di cedere, Katsuki. È questione di accettare che non tutto è bianco o nero, che non tutto può essere tenuto sotto controllo. A volte ci sono sfumature che non puoi ignorare».

Bakugo sentì il petto comprimersi sotto il peso di quelle parole, ma non voleva dargliela vinta, «Io so quello che voglio, e quello che voglio è Kirishima. Non tu, non questo. Né tanto meno Deku!»

Shinso rimase in silenzio per un attimo, poi fece un respiro profondo, «Allora perché sei ancora qui? Perché ti rifiuti di chiarire con Midoriya? Perché, se davvero non significa niente, sei rimasto?».

La domanda colpì Bakugo come un fulmine, «Non lo so».

Shinso si avvicinò ancora, i loro volti si separarono solo da pochi centimetri per la terza volta, «Non devi saperlo adesso. A volte, è sufficiente accettare il fatto che non hai tutte le risposte».

Bakugo lo fissò intensamente, accennando una risata, «Non ti bacio. Non lo farò di nuovo».

Shinso lo guardò, «Bene, non farlo», disse, voltandosi. Le sue parole lo avevano colpito più di quanto volesse ammettere, e la frustrazione ribolliva dentro di lui.

Bakugo rimase solo, e le sue labbra bruciavano per il bacio di Shinso, quel bacio che odiava tanto quanto lo aveva desiderato. C'era una rabbia incontrollata dentro di lui, una rabbia che mescolava il disgusto alla strana sensazione di piacere che non riusciva a respingere completamente.

Kirishima era il suo unico pensiero, la persona con cui voleva stare. Eppure, c'era qualcosa di disturbante e al tempo stesso irresistibile nelle provocazioni di Shinso.

Guardò in lontananza, cercando di calmare l'irritazione, e mormorò, «Non significa niente. È stato solo un gioco. Uno stupido gioco», ma poi si passò la mano sulla bocca, sentendo ancora il calore del bacio di Shinso che lo tormentava.

Quando abbassò lo sguardo, vide il sangue sulle dita, residuo di quel contatto intenso e violento. Il sapore metallico lo riportò bruscamente alla realtà, un promemoria crudo di quanto fosse reale e tangibile tutto quello che aveva cercato di ignorare, «Hitoshi sei uno stronzo...».

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora