Cap. 10 - Ferite sulle labbra.

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Bakugo, che era rimasto seduto sul bordo del letto, sbuffò leggermente, come se la risposta fosse ovvia, «Succede che ce la prendiamo com'è. Non ho mai fatto programmi, e non vedo il motivo di iniziare ora. Non sono il tipo da perdere tempo in stronzate».

Shinso sorrise, scuotendo la testa, «Sei così diretto, mi piace. Oh, e non mi aspetto niente, lo sai, vero? Voglio dire, non cerco di prendermi il posto di Kirishima o qualcosa del genere».

Bakugo si alzò, avvicinandosi a Shinso, «Lo so. E non lo farebbe nemmeno Eijiro. Lui sa cosa significa per me. Non c'è bisogno di scegliere o di mettere etichette».

Shinso alzò un sopracciglio, intrigato, «Quindi va bene così per te? Due relazioni?».

Bakugo si fermò a riflettere per un attimo, poi annuì. «Non proprio, ma varrebbe finché siamo onesti. Io non tradisco. Non gioco con le persone a cui tengo. E tu lo sai, Hitoshi».

«Mi sta bene», rispose Shinso, «E ripeto, questo non è il mio dormitorio, ci vediamo».

Per un istante, i due si guardarono negli occhi. Subito dopo, un bacio veloce e violento fu il modo con cui si congedarono, e Shinso corse fuori dalla stanza. 

«Al prossimo mai, stronzetto», provocò Bakugo.

Il biondo uscì dalla stanza, chiudendo la porta con un colpo secco, mentre una scia di pensieri caotici gli attraversava la mente. Si sentiva insolitamente leggero, una sensazione che non provava spesso. Percorrendo i corridoi della scuola, il rumore del suo respiro regolare sembrava in sintonia con il ritmo della giornata appena iniziata.

Quando arrivò nella sala comune, il primo a catturare la sua attenzione fu Midoriya, seduto al tavolo della colazione con Todoroki accanto. I due erano persi nel loro mondo, con Midoriya che sorrideva ampiamente mentre Todoroki lo guardava con uno sguardo più dolce del solito.

Le mani di Todoroki sfioravano quelle di Midoriya, in una piccola manifestazione di affetto, quasi impercettibile, ma che non passò inosservata a Bakugo. Per un attimo, si fermò a osservarli, un piccolo sorriso arrogante che gli piegava le labbra.

«Certo che fanno schifo, quanto romanticismo, mi viene la carie», mormorò tra sé, anche se in fondo sapeva che quella scena lo faceva sorridere per davvero. Vedere Deku così felice, persino coccolato da Todoroki, gli dava una strana sensazione di pace.

Si staccò dallo sguardo di Midoriya e Todoroki, concentrandosi su quello che davvero cercava: Kirishima. E lì, seduto a un altro tavolo, con i capelli rossi inconfondibili e quel sorriso affabile che lo caratterizzava.

Bakugo non esitò, attraversò la stanza e si chinò verso Kirishima per dargli un bacio veloce e deciso sulle labbra. Non era il tipo da smancerie in pubblico, ma quel gesto fu naturale, quasi come un saluto quotidiano, «Buongiorno, Kiri».

Kirishima alzò lo sguardo verso di lui, sorpreso dal bacio improvviso, ma subito il suo viso si illuminò in un sorriso radioso. «Buongiorno, Baku! Eri troppo stanco stanotte per una sessione in più?», aggiunse con tono scherzoso, riferendosi chiaramente ai loro allenamenti intensi.

Bakugo scrollò le spalle, «Niente di cui preoccuparsi, posso gestirlo, solo che ogni tanto vorrei riposarmi», rispose con la sua solita arroganza.

Kirishima rise, scuotendo la testa mentre masticava un boccone, «Se lo dici tu, Baku. Ma sai che non te la caverai così facilmente. La prossima sessione sarà tosta, ci conto!».

Bakugo si sedette accanto a lui, e afferrò una tazza di caffè dal tavolo, «Già, e si vedrà chi vince».

«Senti, scusa se ho chiesto...», iniziò Kirishima, interrompendo i suoi pensieri, «Volevo solo sapere se avessi dormito bene. Insomma, ti sei svegliato presto o qualcosa del genere? Mi è sembrato di non sentirti tornare, stanotte».

Bakugo sbuffò, «L'ho detto, sono stato un po' occupato, niente di che, e mi sono addormentato».

Kirishima alzò un sopracciglio, sospettoso, «Occupato, eh? Con chi? Non sarà mica...».

«Non fare domande le cui risposte non vorresti sentire», lo interruppe Bakugo con un mezzo sorriso, sorseggiando un altro po' di caffè, «Ti assicuro che sto bene e non stavo con nessuno»

Kirishima rise di nuovo, scrollando le spalle, «Ok, ok, niente domande allora. Ma sai che non posso non preoccuparmi per te, Baku. Sei sempre un po'... imprevedibile».

Bakugo non rispose subito, il suo sguardo si fece leggermente più serio. Si sporse in avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo, «Sai una cosa, Kiri? Tu sei l'unico che non mi preoccupa mai. Qualsiasi cosa succeda, so che sei qui. È per questo che siamo praticamente come sposati, no?»

Kirishima lo fissò per un momento, il suo viso illuminato da un sorriso sincero e felice, «Baku... Non ho mai pensato a noi in quei termini, però non mi dispiacerebbe affatto».

Bakugo annuì, «Tanto lo sapevamo già. Che ci vuoi fare?».

Kirishima si avvicinò, baciandolo a stampo, «Siamo una bella coppia, no? Sei il fidanzato perfetto per me. Non potrei chiedere di meglio».

Bakugo si lasciò andare a quel bacio. La spontaneità di Kirishima lo faceva sempre sentire in qualche modo protetto, come se il mondo esterno non potesse toccarli in quel momento. 

Nel momento però Kirishima si accorse che c'erano molteplici graffi sulle labbra del biondo, «Ehi, aspetta un attimo...», disse, allontanandosi, «Graffi? Cosa ti è successo?».

Bakugo tentò di minimizzare, ricordando di come quelle ferite furono causate dai morsi violenti di Shinso Hitoshi,  «Niente di grave, Kiri. Solo un paio di colpi durante l'allenamento, stai tranquillo».

Kirishima lo fissò con un'espressione di incredulità, piegando la testa di lato, «Non sembri così tranquillo, Baku. Sei sempre così impulsivo quando si tratta di prenderti cura di te stesso».

Le sue mani si avvicinarono lentamente, come se volesse toccare delicatamente le labbra di Bakugo, ma si fermò un attimo, per non forzarlo. Bakugo si sentì vulnerabile sotto lo sguardo attento di Kirishima. Non era abituato a essere osservato così da vicino, ma la preoccupazione di Kiri lo colpì in un modo inaspettato.

«Davvero, non è niente, non ho bisogno di...» iniziò a dire, ma la voce gli si affievolì.

«Non voglio che tu ti faccia del male per niente», interruppe Kirishima con dolcezza, «Sei importante per me. E vederti in questo stato mi fa preoccupare».

Bakugo si morse il labbro inferiore, aprendo la ferita per la seconda volta, «Grazie, ma sto bene, sul serio, Kiri».

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora