Cap. 19 - Gli amanti non dicono nulla.

9 4 0
                                    

Il pomeriggio successivo, Todoroki e Midoriya decisero di agire secondo il loro piano. Entrambi sapevano che non sarebbe stato facile, ma dovevano cercare di chiarire la situazione con Bakugo e Shinso. Separandosi, ciascuno andò per la propria strada con l'intento di scoprire qualcosa in più.

Il primo a muoversi fu Todoroki, che trovò Shinso seduto in giardino, con l'aria rilassata e una calma quasi disarmante. Aspettò qualche secondo, poi decise di avvicinarsi senza troppo rumore, sperando di aprire una conversazione con tatto. Shinso lo notò arrivare e, senza alzare troppo lo sguardo, sorrise leggermente.

«Ehilà, Todoroki», disse con un tono divertito, «Qual buon vento ti porta qui, da me?».

Todoroki gli si sedette accanto, cercando di rimanere composto, «Allora, ehm... ti volevo solo chiedere... c'è qualcosa che vuoi dirmi riguardo a te e Bakugo?».

Shinso rise piano, quasi godendosi la tensione, «Oh, quindi è per questo che sei qui». 

Si allungò pigramente, guardando il cielo come se stesse riflettendo, «Sai, Todoroki, forse prima di Bakugo... beh, mi piaceva qualcun altro. Qualcuna della mia classe, o forse Kaminari. Chi lo sa?», aggiunse con un sorrisetto malizioso.

Todoroki alzò un sopracciglio, «Non mi interessa chi ti piaceva prima, voglio sapere ora se hai qualcosa con Bakugo, una relazione...?».

Shinso inclinò la testa di lato, «Perché non lo chiedi direttamente a lui?», replicò con un tono enigmatico, «Forse lui sa più di quello che vuole ammettere».

Todoroki rimase scioccato da quelle parole, «Come immaginavo, non apri bocca e mi lasci come un blocco di ghiaccio. Va bene, non ti preoccupare, troverò il modo di farti sciogliere», stuzzicò, «Con me il tuo lavaggio mentale non attacca, scusa!».

Todoroki si alzò con un mezzo sorriso divertito e si voltò per andare via, ma Shinso gli lanciò un'ultima battuta per rispondergli, «Chissà, Todoroki, magari un giorno sarai tu a venire da me per un po' di chiarimenti mentali».

Todoroki scosse la testa e sorrise tra sé, «Vedremo», rispose senza voltarsi, continuando a camminare verso l'interno della scuola.

Nel frattempo, Midoriya era nella palestra, dove aveva trovato Bakugo impegnato in un allenamento furioso. Il suono dei pugni contro il sacco riempiva la stanza, e il sudore colava copiosamente dal suo viso. Midoriya si avvicinò, cercando di non essere troppo diretto, ma sapeva che non sarebbe stata una conversazione facile.

«Kacchan», iniziò con tono pacato, cercando di attirare l'attenzione del compagno.

Bakugo lo ignorò all'inizio, concentrato sui suoi colpi. Solo dopo qualche secondo, si fermò bruscamente, girandosi verso Midoriya con un'espressione di puro fastidio.

«Cosa vuoi, Deku?», grugnì, asciugandosi il viso con l'avambraccio.

Midoriya mantenne la calma, «Non voglio invadere i tuoi spazi, ma... credo che ci sia qualcosa che ti sta turbando, e se riguarda Shinso o Kirishima, voglio aiutarti».

Bakugo strinse i pugni, chiaramente irritato, «Non ti riguarda, Deku. Non capisci niente. Non ho bisogno del tuo aiuto, quindi sparisci».

Midoriya non si lasciò intimidire, «Kacchan, so che non parli mai delle tue emozioni, ma non voglio che questa cosa esploda e finisca per ferire chi ti sta vicino».

Per un attimo, sembrò che le parole di Midoriya avessero avuto un effetto. Bakugo distolse lo sguardo, fissando il pavimento con un'espressione di frustrazione repressa. Poi, con un tono più basso, rispose, «Non è così semplice, Deku. Non lo è mai stato».

«Va bene, Kacchan. Se mai dovessi voler parlare... io ci sono, ok?», disse Midoriya, e con quelle parole, lasciò la palestra.

Più tardi, nel cortile della scuola, Todoroki e Midoriya si incontrarono per confrontarsi su come fossero andati i loro tentativi di parlare con Bakugo e Shinso. Si scambiarono uno sguardo e, dopo un lungo silenzio, Todoroki fu il primo a parlare.

«Shinso non ha detto molto. Ha giocato con le parole, come al solito. Però...», fece una pausa, come se riflettesse su quello che aveva sentito, «Mi ha detto di chiedere direttamente a Bakugo. Sembra che ci sia qualcosa che solo lui può spiegare».

Midoriya sospirò, frustrato, «Kacchan? E come potresti? Con me è stato uguale come l'altro giorno. Non vuole parlare, ma ha ammesso che le cose sono complicate».

Todoroki scosse la testa e sorrise debolmente, «Allora siamo entrambi nella stessa situazione».

Midoriya annuì, alzando le spalle, «Non abbiamo ottenuto granché, eh?».

Todoroki scrollò le spalle a sua volta, «No, e pensare che proprio lui diceva a noi due di essere melodrammatici quando avevamo i nostri problemi di coppia...».

Midoriya ridacchiò, «Ironico, vero? Ci criticava, e ora guarda chi si trova in mezzo a un disastro emotivo? Proprio lui».

Si guardarono per un attimo e sospirarono insieme.

«Forse», disse Todoroki, riflettendo a voce alta, «Non dovremmo spingerli troppo. Magari devono semplicemente trovare da soli il modo di affrontare la situazione».

Midoriya incrociò le braccia, «Sì, ma non possiamo ignorare il fatto che, se non facciamo nulla, qualcuno potrebbe finire per farsi male. Kacchan non è il tipo da gestire bene questo genere di cose, e non sappiamo neanche quanto Shinso sia coinvolto o cosa stia davvero pensando».

Todoroki alzò lo sguardo, come se stesse pensando intensamente, «Per ora lasciamo stare, però vediamo di tenerli d'occhio quando possibile, qui la situazione è molto delicata».

Midoriya sorrise debolmente, «Va bene, Shoto».

I due si alzarono e si avviarono verso il dormitorio. E mentre camminavano fianco a fianco, Midoriya si voltò verso Todoroki con un'espressione più rilassata, «A proposito di noi, dobbiamo ancora decidere cosa fare stasera. Pizza e film? O vuoi allenarti?».

Todoroki gli rivolse uno sguardo curioso, «Pizza e film mi sembra perfetto. Dopo una giornata del genere, meglio rilassarci un po'. Oh, e sto aspettando il giorno che mi presenterai tua madre e le dirai che sono il tuo ragazzo...».

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora