Cap. 3 - Veleno tra le labbra.

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Bakugo tenne ancora le mani strette sul colletto della divisa del compagno, tremando impercettibilmente, «Cosa diavolo stai cercando di fare?».

Shinso inclinò la testa leggermente di lato, senza mai distogliere lo sguardo da lui, «Io? Sto solo cercando di capire se sei più arrabbiato con me o con te stesso, per vari motivi, tra cui il sito che ho rimosso dal web, ma potrei rifarlo diffondendo notizie su di te come un traditore di Kirishima. Credi non abbia visto come hai iniziato a vedere Midoriya con occhi diversi?».

Fece una pausa, «Sai, reagisci in modo interessante quando qualcuno ti mette alle strette».

«Che cazzo vuol dire?», sbottò Bakugo, avvicinando il viso a quello di Shinso, tanto che il loro respiro si mescolava nell'aria.

Shinso ridacchiò appena, il suono leggero e ironico rimbalzò tra le pareti del corridoio vuoto, «Significa che hai paura di qualcosa che non vuoi ammettere. E ti consuma. Ma non sono io, né Midoriya, né Kirishima a farti paura. Forse dovresti chiederti cos'è che ti fa davvero tremare».

Quelle parole colpirono Bakugo più forte di un pugno.

La sua stretta sul colletto della divisa dell'altro si allentò bruscamente, quasi come se avesse perso la forza di continuare quella lotta inutile. Le mani gli ricaddero lungo i fianchi, mentre il suo sguardo si spostò in basso, incapace di fissare ancora quegli occhi viola che sembravano vedere troppo in profondità.

«Non sai un cazzo di me, Shinso», ringhiò infine, voltandosi di scatto e sentendo il bisogno urgente di allontanarsi, di mettere quanta più distanza possibile tra loro, ma rimase lì.

«Oh, ma so abbastanza. E sembra che sia già sufficiente», rispose Shinso.

«Hai un bel coraggio a pensare di poter giocare con me, non paura di te», sbottò Bakugo.

Shinso lo guardò, «Non ho mai detto che hai paura di me. Hai paura di quello che non riesci a controllare. E ora, più cerchi di ignorarlo, più diventa forte, proprio come tutti i giorni passati in cui vedevo combattere le tue voglie, dietro gli angoli, a spiare Midoriya...».

«Sta zitto!», sibilò Bakugo, con tono basso e minaccioso.

«Lo vedi?», continuò Shinso, facendo un passo avanti.

«Ecco quello di cui parlo. Tutto questo... la tua rabbia, il tuo desiderio di scappare da quello che senti, non farà altro che divorarti», disse, fermandosi e fissando Bakugo con intensità, «Non puoi semplicemente colpire tutto quello che ti fa sentire vulnerabile, Bakugo Katsuki».

«Fottiti», ringhiò Bakugo, afferrando di nuovo Shinso per il colletto, stavolta più con disperazione e rabbia. I suoi occhi fissarono di nuovo quelli viola, cercando di trovare una debolezza, un motivo per colpirlo, farlo tacere, ma Shinso non si mosse, non batté ciglio.

«Tranquillo, minacciami quanto vuoi. Ora però sono curioso. Vediamo un po' cosa succede se...», sibilò il ragazzo dai capelli viola, mentre alzò le mani verso il visto di Bakugo, afferrandogli la mascella, «Lo faccio anch'io?».

Bakugo si irrigidì al contatto improvviso. Era abituato a dominare le situazioni con la sua forza, ma ora, per qualche ragione che non riusciva a comprendere, sembrava che fosse lui a essere intrappolato tra la calma glaciale di Shinso e la furia ribollente che lo consumava dall'interno.

«Lo fai anche tu, cosa?!», sibilò Bakugo, la voce si spezzò da una risata aspra, «Tu non sei nessuno per mettermi alle strette, Shinso Hitoshi».

Shinso lo osservò attentamente, il suo viso era a pochi centimetri da quello di Bakugo, così vicino che poteva sentire il respiro irregolare di quest'ultimo. Non c'era paura nei suoi occhi, solo quella solita calma provocatoria che continuava a minare la sicurezza di Bakugo.

«Forse non sono nessuno», rispose con tranquillità, esplorando meglio con le dita la mascella del biondo, «Ma sono quello che ti ha fatto tremare. E questo ti fa incazzare, vero?».

Bakugo non rispose.

«Ti fa incazzare, vero?», ripeté Shinso, il suo tono era quasi dolce, come se stesse osservando una bestia ferita che si rifiutava di farsi curare.

«Toglimi le mani di dosso, stronzo», ringhiò ancora Bakugo, il volto ormai rosso di rabbia, ma c'era qualcosa di diverso, un'ombra di incertezza che nemmeno lui riusciva a scacciare del tutto.

Shinso si avvicinò ancora di più, fino a che le loro labbra quasi si sfiorarono, «No», rispose.

Bakugo lo guardava con furia, la provocazione stava raggiungendo il limite, ma prima che potesse dire o fare altro, Shinso fece una mossa inaspettata: accorciò l'ultimo centimetro che li separava e lo baciò.

Fu un bacio lento, deliberato, come se Shinso stesse testando ogni singola reazione di Bakugo, e per un istante i suoi muscoli si tesero al massimo. Per una frazione di secondo non reagì, sentendosi troppo sorpreso per processare cosa stesse succedendo.

Poi, quasi istintivamente, la furia esplose, e non fu un bacio dolce quello che seguì. Le sue mani afferrarono il colletto di Shinso con ancora più forza, e lo trascinò verso di sé mentre rispose al bacio con una tale intensità che i loro denti si scontrarono.

L'urto fu abbastanza forte da far sanguinare le loro labbra, ma Bakugo non si fermò. Il sapore metallico del sangue si mescolò tra di loro, ma non era abbastanza per fermare la sua furia.

Shinso non si ritirò. Afferrò saldamente il suo viso, e lo spinse ancor di più in quel contatto ruvido e violento.

Anche le sue labbra iniziarono a sanguinare, ma non fece alcun tentativo di difendersi. Invece, sembrava quasi che volesse testare quanto Bakugo fosse disposto a spingersi oltre, quanto fosse disposto a lasciarsi consumare dalla propria rabbia.

Quando si staccò, entrambi ansimavano pesantemente. Il respiro di Bakugo era irregolare, e le sue labbra erano macchiate sia del suo sangue che di quello di Shinso.

Shinso sorrise, anche se il sangue che scivolava lungo il suo mento dava a quel sorriso un aspetto quasi sinistro, «Quindi è così che rispondi, eh?», sussurrò.

«Non mi conosci, Shinso», sibilò Bakugo.

Shinso fece un passo indietro, portandosi una mano alle labbra per pulire il sangue, «Forse no, ma so abbastanza per sapere che c'è qualcosa che non vuoi affrontare. Un esempio: questo violento misero bacio...».

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora