Cap. 16 - Lo vuoi tu, come lo voglio io.

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Shinso si avvicinò un po' di più, il suo respiro caldo sfiorò l'orecchio di Bakugo, «Davvero vuoi che smetta?», chiese, mentre le sue mani scivolarono ancora più in basso, giocando con l'orlo della maglietta di Bakugo, come se stesse testando fino a che punto potesse spingersi.

Bakugo si irrigidì, ma lasciò che Shinso continuasse, «Sei un bastardo...», mormorò.

Shinso sorrise, anche se Bakugo non poteva vederlo, «Quando lo dici, mi eccito, lo sai?», disse, spostando una mano sul fianco di Bakugo, tirandolo leggermente verso di sé, «Ti avevo detto che ti avrei dato più spazio, Katsuki. Eppure... sei stato tu a venire da me».

Quelle parole colpirono Bakugo come un fulmine. Egli chiuse gli occhi, sentendo il calore del corpo di Shinso che lo sfiorava, la tensione che lo teneva prigioniero, «Non riesco a tenerlo sotto controllo», ammise, la sua voce un sussurro, «Questa... cosa tra noi. Non riesco a gestirla».

Shinso sorrise leggermente, le sue mani che si muovevano ancora più lentamente, come se stessero tracciando ogni curva del corpo di Bakugo, «Non devi gestirla. Forse è solo qualcosa che deve essere vissuto, senza troppe domande».

Bakugo sentì il peso di quelle parole e, per un attimo, si concesse di lasciarsi andare. Si voltò lentamente verso Shinso, i loro volti così vicini da poter sentire il respiro l'uno dell'altro. «E Kirishima?», chiese, la sua voce carica di confusione, «Cosa faccio con lui?».

Shinso lo fissò negli occhi, «Questo devi capirlo tu, Katsuki, ma quello che provi per me... è reale. Non puoi fingere che non lo sia».

«Non sono fatto per queste cose complicate», mormorò Bakugo, il suo viso si avvicinò a quello di Shinso, come se fosse sul punto di cedere completamente.

Shinso sorrise leggermente, «Nessuno lo è».

Bakugo rimase immobile, il cuore che martellava nel petto mentre cercava di capire cosa stava realmente succedendo dentro di lui.

«Eppure», continuò Shinso, mantenendo il contatto visivo, «Sei qui. Tu, che non sopporti le distrazioni, hai lasciato tutto per venire da me».

Bakugo sibilò, «Sì, sono qui. Ma non significa che io sappia cosa cazzo sto facendo».

«Kirishima... il mio Kiri...», cominciò, ma la sua voce si spense.

«So che lo ami», disse Shinso, la sua voce un sussurro ipnotico, «E non voglio portartelo via. Ma non puoi negare che c'è qualcosa anche tra noi, e certamente non l'ho voluto solo io...».

Bakugo si fermò, respirando pesantemente, e in quel momento, con Shinso così vicino, si sentì diviso tra il passato e il presente, tra ciò che doveva essere e ciò che realmente desiderava.

Shinso, senza dire altre parole, si avvicinò ancora di più, le sue dita si fermarono sul collo di Bakugo, poi si spostarono lentamente verso il suo viso, tracciando una linea lungo la mascella.

Bakugo non poté più resistere. Si mosse d'istinto, lasciando che le sue mani afferrassero la maglia di Shinso e lo tirassero verso di sé, schiacciando le loro labbra insieme in un bacio carico di emozione, di frustrazione, di tutto quello che aveva cercato di negare fino a quel momento.

Shinso rispose immediatamente, con una passione che sembrava trattenuta per troppo tempo. Le sue mani scivolarono dietro la nuca di Bakugo, intensificando il bacio, mentre ogni loro respiro diventava più pesante, più urgente.

Poi, con uno scatto, Shinso privò Bakugo della maglia e toccò la sua schiena, ritrovando i segni lasciati della notte precedente, «Sei peggio di Todoroki quando doveva confessare i suoi sentimenti a Midoriya, ma vedi, i miei segni di ieri notte sono qui...».

Bakugo trasalì ancora al tocco di Shinso sulla sua schiena, ma questa volta non c'era solo tensione. Il respiro gli si fece più pesante e, per un attimo, chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel contatto, «Non tirare in ballo Todoroki», sibilò, la voce ridotta a un soffio.

Shinso rise e continuò a sfiorare i graffi sulla sua schiena, «Stai reagendo come se fosse diverso per te», mormorò, «Ma non è così, Katsuki. C'è qualcosa qui, tra noi. Ormai lo sai anche tu... l'abbiamo voluto entrambi».

Il respiro di Bakugo si fece ancora più irregolare, «Aspetta. Alla fine, cosa ci guadagno? Cosa mi può dare di piacevole continuare questa assurdità con te?».

«Cosa ci guadagni?», ripeté Shinso lentamente, quasi assaporando le parole, «Katsuki, non si tratta di guadagnare qualcosa. Non si tratta di strategie o calcoli. Non con me».

Si avvicinò di nuovo, il suo petto nudo sfiorò quello di Bakugo, «Quello che ottieni è ciò che già senti adesso», mormorò, le sue mani tornarono a scorrere sulla sua pelle, tracciando linee lente e deliberate, «Quella tensione che ti fa venir voglia di spaccare tutto, e ti tiene incollato a me allo stesso tempo».

Le sue labbra sfiorarono l'angolo della bocca di Bakugo, «E quello che ci guadagni? Libertà, Katsuki. Di smettere di controllare tutto. Di smettere di combattere ogni singola cosa che provi».

Bakugo rimase immobile, la sua mente era ancora in lotta, ma il suo corpo stava già cedendo. Le parole di Shinso lo destabilizzarono in un modo che non riusciva a sopportare.

«Non sei uno che segue le regole, non ti preoccupi di quello che è giusto o sbagliato, «Eppure, continui a voler dare una definizione a tutto questo. Forse è ora di smetterla», continuò Shinso con voce sempre più seducente.

«Smettila di parlare», sibilò Bakugo con voce roca, prima di tirare Shinso di nuovo verso di sé.

Le mani di Bakugo scivolarono con decisione sul suo corpo, togliendo via ogni strato che ancora lo separava da lui. I suoi movimenti erano decisi, quasi rabbiosi, ma c'era anche un'urgenza diversa, una necessità di sentirsi libero da ogni controllo.

Shinso lo guardava, accettando quel contatto senza protestare.

Quando finalmente anche l'ultimo pezzo di stoffa fu tolto, i loro corpi nudi si sfiorarono, e Bakugo osservò Shinso, respirando affannosamente, ma il suo corpo stava già rispondendo in modo chiaro, senza più esitazioni.

«Non lo capisco», ammise con voce bassa e rauca, quasi un sussurro, «Ti trovo... attraente. Anche se abbiamo parlato a malapena».

Shinso sorrise leggermente, «Non c'è nulla da capire, Katsuki», disse con dolcezza, la sua mano che si posava sul fianco di Bakugo, tracciando dei cerchi lenti, «A volte, non serve parlare tanto. A volte, è sufficiente sentire. Poi, anche io ti trovo attraente, Katsuki».

Bakugo chiuse gli occhi per un attimo, assaporando il momento, poi li riaprì, fissando Shinso con intensità, «Forse hai ragione, non c'è nulla da capire. Forse... è solo così», sussurrò.

Tra Fiamme e Rivali 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora