Kuroshitsuji II

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Nei mesi a seguire, a quasi un anno dalla partenza di Sebastian per Hollywood, iniziarono a circolare voci su una nuova stagione di "Kuroshitsuji".
La produzione stava considerando di introdurre nuovi personaggi e sviluppare ulteriormente la trama, senza, però, abbandonare lo stile della serie.
Ciel seguiva queste notizie con interessa, ma con una nota di scetticismo. Ogni volta che un articolo menzionava il possibile ritorno dello show, sentiva un miscuglio di emozioni contrastanti. Da una parte, l'idea di riprendere il ruolo di Ciel Phantomhive lo intrigava; dall'altra, sapeva che la presenza di Sebastian era fondamentale per il successo della serie e non sapeva quanto sarebbe stato fattibile poter concretizzare quell'idea, date le loro ultime condizioni.

Un giorno, mentre si trovava nell'ufficio della sua agenzia, ricevette una visita inaspettata dal regista Edward.

Il regista entrò con un sorriso entusiasta, portando con sé un'aura di energia positiva.
"Ciel! – esclamò – come sta la nostra star emergente?"
"Edward – rispose sorridendo sinceramente, felice di rincontrare il suo primo regista della sua carriera – benissimo"
"Sto seguendo i tuoi progressi e sono veramente entusiasta di quello che stai facendo – pronunciò posandogli una mano sulla spalla
"Grazie, significa molto per me – rispose Ciel con un sorriso modesto.

Edward si sedette di fronte a lui, incrociando le braccia sul petto
"Dunque – iniziò incrociando le braccia al petto – immagino tu sappia perché sono qui"

Ciel inclinò leggermente la testa, curioso
"Ho un'idea, ma preferirei sentirtelo dire"

Edward rise
"Sempre diretto – commentò – allora, stiamo considerando di produrre una nuova stagione di Kuroshitsuji. E, ovviamente, non possiamo farlo senza il nostro Ciel Phantomhive"

Ciel sospirò e quel sorriso svanì per un momento
"Edward – sussurrò – sai bene quanto tenga a quel ruolo, ma non posso immaginare di interpretarlo senza Sebastian e non so quanto possa essere conveniente"
Il regista annuì, la sua espressione diventò più seria
"Immaginavo – sospirò rassegnato – c'è qualcosa che non va tra te e Sebastian?"

Ciel chinò lo sguardo, prendendo un respiro profondo
"Abbiamo ... litigato insomma, non ci siamo lasciati molto bene quando è partito per Hollywood"
"Ah, giusto ... Sebastian è a Hollywood – sbuffò Edward, che si era accidentalmente dimenticato di quel dettaglio – sono felice per lui"
"Anch'io, so che sta facendo un'ottima carriera – mormorò per poi guardare nuovamente negli occhi il suo interlocutore – senti, so che hai sentito delle voci, ma la verità è che non abbiamo più parlato da allora"
"Avete mai provato a chiarire? – chiese di getto
"Non ... non c'è stata occasione – sussurrò chinando lo sguardo, ripensando alla sua corsa verso l'appartamento di Sebastian e il suo misero tentativo di chiarire le cose sotto sbronza. Edward sembrava sorpreso, ma non giudicante
"Capisco – rispose – e pensi che Sebastian declinerebbe l'offerta di tornare?"
"Ne sono quasi sicuro – ammise Ciel annuendo – non vedo come potrebbe voler tornare dopo tutto quello che è successo"

"Posso sapere se è qualcosa di molto grave? – chiese con delicatezza, posando una mano sul braccio del ragazzo per rassicurarlo
"Puoi parlarne con me, non mi permetterei mai di dire qualcosa alla produzione – continuò – possiamo sempre dire che Sebastian è troppo impegnato a Hollywood"
Ciel lo guardò cercando fiducia negli occhi del regista che l'aveva visto crescere nel suo percorso
"Diciamo che – iniziò lentamente Ciel convincendosi di potersi fidare – l'alchimia sul set aveva preso delle pieghe diverse fuori"
"Siete stati insieme? – concluse di getto Edward sgranando leggermente gli occhi
"No, non proprio – rispose subito Ciel scuotendo il capo – c'era qualcosa, ma quando hai una carriera da far crescere è difficile mettere in gioco i sentimenti"
"Mi staresti dicendo che Sebastian è andato a Hollywood per fuggire da questa situazione? – chiese Edward, che non riusciva nemmeno ad immaginare un comportamento così irresponsabile da parte di Sebastian. Ciel scosse il capo
"Presumo fosse già in ballo questa cosa, ma temo che la nostra lite lo abbia spinto a scappare – disse rendendosi conto che ormai dentro di lui qualcosa si era spento – quando mi calmai da quella discussione, scoprii che Sebastian stava per partire in America quindi corsi subito verso l'appartamento per cercare di chiarire le cose, ma ... lui era già partito – raccontò portandosi una mano tra i capelli – qualche giorno dopo ci siamo sentiti e non concludemmo nulla. Era ubriaco" concluse Ciel osservando la reazione di Edward
"Non lo facevo un tipo così ... emotivo, insomma – balbettò Edward
"Nemmeno io – continuò – mi mandò solo un messaggio per congratularsi alla mia prima premiazione. Da lì non ho più sue notizie"

"Non hai idea di quanto mi dispiaccia Ciel – disse Edward chinando lo sguardo con un tono di tristezza nella sua voce
"Non importa – rispose Ciel con un sorriso – sto bene"
"Non possiamo negare che l'alchimia tra te e Sebastian è ciò che ha reso la serie così importante, nulla da togliere agli altri – specificò il regista – ma ti suggerisco comunque di considerare l'idea"

Ciel lo guardò negli occhi, combattuto
"Lo so, Edward – disse – ma senza Sebastian io non voglio recitare nei panni di Ciel Phantomhive. Perché Ciel non può esistere senza Sebastian e viceversa" concluse riprendendo le parole di Finn in uno di quei giorni in cui videro i primi episodi
"Non hai tutti i torti – rispose Edward in un sospiro combattuto – ma lascia che ci proviamo ok?"
"Non ti prometto niente – disse Ciel annuendo lentamente, ancora dubbioso, ma aperto alla possibilità.
Il regista si alzò, pronto a lasciare l'ufficio
"Bene, allora. Ci teniamo aggiornati"
"D'accordo"

Qualche settimana dopo...

Edward decise che era il momento di incontrare Sebastian di persona.
Aveva notato che, nonostante le rassicurazioni di Sebastian sulla sua assenza, qualcosa nell'aria suggeriva che le decisioni finali dovevano essere prese di fronte.
Aveva bisogno di vedere negli occhi di Sebastian la determinazione necessaria per affrontare il ritorno a Tokyo.

Edward aveva contattato Eric, l'agente di Sebastian, tramite una mail formale, spiegando l'urgenza e l'importanza dell'incontro.
Eric, seppur riluttante, comunicò comunque l'avviso a Sebastian. Quest'ultimo aveva già una vaga idea della richiesta di Edward dal momento che le voci su una seconda stagione si stavano diffondendo sempre di più.

Lui non ne voleva proprio sapere di tornare, ma avrebbe accettato l'invito di Edward per pura cortesia e per non avergli fatto prendere un aereo inutile fino a Hollywood solo per vederlo.

Il giorno dell'incontro, Edward si diresse verso un elegante caffè di Beverly Hills, un luogo frequentato da molte celebrità e perfetto per una discussione riservata.

Mentre attendeva, Edward rifletteva su come affrontare l'argomento con Sebastian, considerando tutte le possibili reazioni che avrebbe potuto avere.

Sebastian arrivò puntuale, con il suo solito charme e un'aria sicura di sé. Indossava un completo elegante e un paio di occhiali da sole che gli davano un'aria misteriosa. Quando vide Edward, un sorriso gli illuminò il volto e si diresse verso il tavolo.

Non era solo; dietro di lui c'erano anche Eric e Hannah.

"Edward, è sempre un piacere rivederti – disse Sebastian, stringendogli la mano.
"Anche per me, Sebastian. Sei sempre impegnatissimo, eh? – rispose Edward con un sorriso amichevole.
"Già, Hollywood è frenetica, ma mi sto divertendo – rispose Sebastian, nel mentre arrivò un cameriere con i caffè.
Eric e Hannah, che erano stati finora in silenzio, si scambiarono uno sguardo complice.

"Bene, sono contento di sentirtelo dire. Ma parliamo di affari – iniziò Edward, guardando seriamente Sebastian – Stiamo pianificando una nuova stagione di "Kuroshitsuji" e, ovviamente, non possiamo farlo senza di te"

Sebastian sospirò, posando il caffè sul tavolo, stringendo ancora la tazza tra le dita.
"Immaginavo che fosse questo il motivo della tua visita. Edward, non so se sia una buona idea. Ho molti impegni qui a Hollywood e... ho una situazione complicata."

Eric intervenne subito.
"Edward, capisco l'importanza della serie, ma Sebastian ha lavorato duramente per arrivare fin qui. Tornare indietro adesso sarebbe come un passo indietro nella sua carriera"

Hannah annuì in accordo.
"Tornare a Tokyo significherebbe mettere a rischio tutto quello che abbiamo costruito"

Edward guardò Eric e Hannah, poi tornò a fissare Sebastian.
"Capisco le vostre preoccupazioni, ma questa serie è speciale. Se vogliamo far partire la seconda stagione abbiamo bisogno di entrambi"

Sebastian guardò Edward, combattuto.
"Non è solo una questione di impegni, Edward. Ho lasciato Tokyo per un motivo. Non posso semplicemente tornare indietro e fingere che tutto sia come prima"
Edward annuì comprensivo.
"Capisco, ma pensa a cosa significa per i fan, per la serie, per la tua carriera. Questa potrebbe essere un'opportunità per risolvere anche le cose con Ciel e allo stesso tempo continuare a crescere professionalmente"

Eric scosse la testa.
"Edward, non puoi chiedergli di abbandonare tutto ciò che ha costruito qui. È troppo rischioso"
Hannah aggiunse
"Non può lasciare che un vecchio progetto lo faccia deragliare"

Edward si appoggiò allo schienale della sedia, osservando attentamente Sebastian.
"Ascolta, Sebastian – sibilò – ho visto l'evoluzione della vostra dinamica sul set. La chimica tra te e Ciel è stata fonte di successo per la serie, la domanda più gettonata nelle interviste, qualcosa che non si può creare artificialmente. È ciò che ha reso la serie un successo. Capisco anche cosa significa stare sul set con queste tensioni, ma è qui che bisogna sapersi mettere in gioco, per te stesso"
Sebastian incrociò le braccia, il volto teso. "È più facile a dirsi che a farsi"
"Lo so – rispose Edward con empatia – Ma pensa anche a Ciel. Ha bisogno di te. Non solo il personaggio, ma anche il ragazzo. È giovane e sta ancora cercando il suo posto nel mondo. La vostra amicizia, o qualunque cosa sia, lo aiuta a crescere e lo sai meglio di me"

Sebastian abbassò lo sguardo, combattuto tra l'orgoglio e il desiderio di fare la cosa giusta. "Ciel può farcela anche senza di me – pronunciò infastidito
"Non lo metto in dubbio, ma ha bisogno di riferimenti e io ho capito di chi ha veramente bisogno – rispose osservandolo – e so che anche tu hai bisogno di lui ... ma alla fine, la decisione spetta a te. E so che farai la scelta giusta"

Sebastian sospirò, sentendo il peso delle parole del regista.
"Prenditi il tempo che ti serve – continuò Edward – ma non chiudere questa porta. Potrebbe essere l'occasione di cui entrambi avete bisogno per chiarirvi e andare avanti, insieme o separati"

Eric scosse la testa, ancora in disaccordo.
"Tornare indietro ora sarebbe un errore"
Hannah posò una mano sul braccio di Sebastian.
"Hai lavorato troppo duramente per lasciare tutto adesso"

Edward guardò intensamente Sebastian, poi aggiunse con tono deciso: "Un'ultima cosa – disse, convincendosi del fatto che quello che stava per dire, avrebbe fatto la differenza – La produzione era disposta a trovare un sostituto per il ruolo di Sebastian Michaelis e lo avevamo già trovato. Ma Ciel ha detto chiaramente che non avrebbe partecipato se tu non avessi accettato. Nonostante tutto quello che è successo tra voi, non può immaginare la serie senza di te"

Sebastian rimase in silenzio, sorpreso dalle parole di Edward. Un misto di emozioni contrastanti lo attraversò, rendendo difficile mantenere la calma.

"Ciel ha detto questo? – chiese infine, la voce leggermente incrinata.
"No, Sebastian non farti influenzare da sciocchezze, dette da un attore da quattro soldi – sbraitò Eric, ma fu subito interrotto dall'attore
"Eric! – lo fulminò subito Sebastian – un'altra parola e finisce male" e guardò di nuovo Edward, che annuì, ignorando la reazione di Sebastian
"Sì, l'ha detto. E questo mostra quanto sia importante il vostro legame, sia sul set che fuori, perché so che è importante per te. Pensaci, Sebastian. Forse Hollywood non è l'unica cosa che desideri veramente"
Sebastian annuì lentamente, sentendosi leggermente sollevato ma ancora confuso.
"Grazie, Edward. Apprezzo il tuo sostegno e ... grazie di essere venuto fin qui"
Edward si alzò, stringendogli la mano.
"Dovere! – esclamò – attendo tue notizie"

Edward si allontanò dal tavolo, lasciando Sebastian, Eric e Hannah a discutere ulteriormente. Un silenzio pesante calò tra loro, rotto solo dal rumore di fondo del caffè.

"Non posso credere che tu stia prendendo sul serio questa proposta – iniziò Eric, cercando di mantenere la calma.
"Hollywood ti offre opportunità che non troverai da nessun'altra parte – aggiunse Hannah con tono preoccupato.

Sebastian si passò una mano tra i capelli, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri.
"Non è così semplice. So che abbiamo costruito molto qui, ma la serie "Kuroshitsuji" è una parte importante della mia carriera e della mia vita"
"Ma pensaci bene, Sebastian. Tornare a Tokyo significa rinunciare a tutto ciò che hai qui – insistette Eric – Le porte di Hollywood non resteranno aperte per sempre"

"E poi, hai davvero bisogno di Ciel per andare avanti?"
domandò Hannah, quasi infastidita anche solo di sentire quel nome, ma cercando di comprendere i suoi sentimenti.
Sebastian sospirò. "Non si tratta solo di Ciel, ma se c'è anche solo una possibilità di risolvere le cose con lui e fare qualcosa di straordinario, non posso ignorarla"

Eric scosse la testa, frustrato.
"Sebastian, hai una carriera brillante davanti a te qui. Vuoi davvero buttare tutto all'aria"
"Capisco il valore emotivo, ma devi pensare al futuro. Hollywood ti offre una piattaforma mondiale. Puoi fare qualsiasi cosa desideri."
Aggiunse Hannah

Sebastian li guardò entrambi, sentendo la pressione aumentare. "So che avete ragione, ma sapete entrambi, perfettamente, che ho avuto dei seri problemi per via di questa situazione. Non posso continuare a ignorare ciò che sento dentro. Ho l'occasione di poter risolvere con Ciel, un'occasione che credevo ormai persa"
Eric sbuffò, ma cercò di mantenere la compostezza. "Sei sicuro di voler prendere questa strada?"
"Non totalmente Eric – rispose Sebastian con fermezza – ma se so che con questo ho l'occasione di poter guarire dal mio malessere, lo farei"
Hannah posò una mano sulla spalla di Sebastian
"Ho solo paura che tutto questo sia inutile e che forse non ti porterà a quello che veramente desideri – sussurrò
"Ed è per questo che devo rifletterci bene"

Intanto a Tokyo ...

"Capisco – sospirò Ciel per poi chiudere l'ennesima telefonata riguardo gli aggiornamenti del seguito della serie di Kuroshitsuji.
Chiuse la chiamata, sentendosi un po' più sollevato ma ancora preoccupato. Sapeva che il destino della serie e del suo ruolo dipendevano dalla decisione di Sebastian.
Non vi erano giorni in cui non si chiedeva quale sarebbe stato il suo destino.

I primi giorni furono particolarmente stressanti, poiché Ciel trovava difficile concentrarsi su qualsiasi altra cosa.
Ogni volta che il telefono squillava, il suo cuore accelerava, sperando che fosse la chiamata tanto attesa. Ma ogni volta, era solo un amico, un familiare o un collega che non aveva nulla a che fare con il suo destino professionale.

Il suo umore oscillava tra l'ottimismo e il pessimismo, ogni emozione amplificata dall'attesa incessante. Niente era facile da gestire.

Aveva preferito non parlarne con nessuno, ma più per una questione privata che era stata anche suggestionata da Edward di non riferire, onde evitare false speranze nel pubblico.

Per distrarsi, Ciel si immerse nel lavoro, cercando di riempire le sue giornate con impegni vari. Ma anche questo non riusciva a placare del tutto la sua ansia.
Ogni compito sembrava trascinarsi, ogni incontro sembrava privo di significato senza la certezza del futuro del suo progetto.
Le notti erano le peggiori.
Disteso nel letto, la mente vagante senza sosta, immaginando ogni possibile scenario, dall'accettazione di Sebastian alla sua opposizione. Dalla speranza di poter riottenere qualcosa o non sperarci mai più.
Perché dovette ammettere a sé stesso ... che non aveva mai smesso di sperarci.

Si rigirava tra le lenzuola, incapace di trovare pace.
Odiava stare nell'incerto.

Passarono alcune settimane e ogni giorno sembrava più lungo del precedente.
La sua speranza iniziava a vacillare, mentre i pensieri negativi prendevano il sopravvento.

Poi, una mattina, mentre stava bevendo il tè in cucina, il telefono squillò. Ciel lo afferrò immediatamente, sperando che fosse la chiamata che stava aspettando. Sentiva il cuore battere forte, quasi dolorosamente, nel petto.

"Edward – disse fermo, pronto ad attendere quel che aveva da dirgli
"Ciel, ho novità – disse Edward con entusiasmo – Sebastian è interessato, è già di ritorno per leggere il copione"

Per un attimo, Ciel rimase senza parole, l'incredulità e la gioia mescolandosi in un turbinio di emozioni.
"O ... ok – balbettò, facendo un passo indietro – e cosa dobbiamo fare ora?" riuscì a chiedere, seppur la sua voce tradisse la sua indifferenza a quella notizia.
Proprio nel momento in cui Ciel si pensava di essersi fatto una vita senza di lui, ecco che chi gliel'aveva destabilizzata, ritornava.

"Voglio che tu venga nel mio studio – continuò Edward – dobbiamo leggere il copione insieme e capire quanto ne valga la pena. Sebastian sarà presente, quindi possiamo discutere tutto insieme"
Ciel annuì
"Va bene. Quando vuoi che venga?"
"Domani pomeriggio alle tre. Ci vediamo allora – rispose Edward.
Chiudendo la chiamata, Ciel si lasciò cadere su una sedia, sentendosi sopraffatto.

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