Sebastian's Birthday

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Il sole del mattino filtrava dalle finestre del set, illuminando l'ambiente con una luce dorata. Sebastian arrivò come al solito, puntuale e impeccabile, salutando i membri della troupe con il suo solito sorriso gentile.

Ma quella mattina, qualcosa era diverso. Mentre camminava tra i corridoi e il set, si rese conto che nessuno sembrava ricordare che fosse il suo compleanno.
Nessun gesto particolare, nemmeno da parte di Ciel, il quale, pensava sarebbe stato il primo a fargli gli auguri.
Cercò di nascondere la sua confusione dietro il suo comportamento impeccabile.

Non perché volesse darsi delle arie, ma tutti i social Network avevano annunciato quel giorno, e si sentì insospettito nel vedere che nessuno lo considerasse, più di quanto avrebbe ammesso.

Si aspettava almeno un cenno, un segno da parte di qualcuno.
Ma comunque andasse, il lavoro proseguì come al solito.
Le riprese erano intense, con le solite scene cariche di tensione e dinamiche tra i personaggi.

Il corvino ogni tanto osservava gli altri membri del cast e della troupe, cercando un qualsiasi segnale che potesse indicare che qualcuno si fosse ricordato.
Ma niente.

Ciel, in particolare, sembrava distante, concentrato sul suo lavoro, e questo lo colpì più di quanto avrebbe voluto ammettere, ma preferì non fargli troppe domande.

Insomma, era il suo compleanno, non c'era alcuna celebrazione. Dopotutto non aveva nemmeno tanta voglia di festeggiare, seppur le intenzioni di voler trascorrere un po' di tempo con Ciel si balenavano da un po' nella sua mente.

Ma magari era meglio evitare.

Finalmente, la giornata di riprese giunse al termine.
Sebastian, sentendosi inspiegabilmente stanco, si diresse verso il suo camerino per raccogliere le sue cose e andarsene; avrebbe optato per fare qualcosa che gli piaceva fare quella sera, come semplicemente rilassarsi e dedicarsi a un po' di musica, dalla quale aveva iniziato a prendere distanze per questioni lavorative.

Proprio mentre stava per uscire, sentì una voce familiare chiamarlo.

"Sebastian!"

Edward lo raggiunse con un'espressione seria.
"Prima che tu vada, potremmo discutere un attimo della scena di domani? Ho bisogno di chiarire un paio di dettagli"

Sebastian annuì, nascondendo il suo turbamento, e seguì Edward di nuovo sul set. Quando arrivò, si fermò di colpo. Tutto il cast era lì, radunato in cerchio, con sorrisi e sguardi complici.

Un grande striscione colorato con la scritta "Buon Compleanno" pendeva sopra di loro, e un tavolo era stato preparato con una torta decorata in modo elaborato e vari regali impacchettati con cura.

Un momento di silenzio cadde prima che tutti scoppiassero in un fragoroso
"Buon Compleanno, Sebastian!"

L'intero cast si unì in un applauso, mentre Sebastian, colto di sorpresa, si trovò improvvisamente al centro dell'attenzione, cosa che di solito accadeva solo sul set e non nella vita reale.

Il suo sorriso si allargò, e per la prima volta quella giornata, si rilassò, lasciando che la gioia genuina si riflettesse nei suoi occhi.
"Grazie, davvero – disse con gratitudine, la sua voce calma ma carica di emozione – Non me lo aspettavo"

"Beh, ammettilo – intervenne Bard posandogli una mano sulla spalla, con la solita sigaretta tra le labbra – ti eri un po' insospettito che nessuno sapesse nulla"

Sebastian fissò Edward, con le braccia incrociate al petto
"Mi hanno disperatamente chiesto in ginocchio di poter organizzare questa cosa – pronunciò serio – è me che devi ringraziare"

Sebastian ridacchiò leggermente e quel modo, quasi gli ricordava una certa persona
"Siete stati incredibili"

Mentre i festeggiamenti procedevano, tra brindisi e risate, Sebastian non poté fare a meno di notare che Ciel era rimasto in disparte. Il giovane attore osservava la scena con un'espressione quasi vuota, quasi come se fosse immerso nei suoi pensieri.
Sorrideva leggermente agli altri, ma non si avvicinava mai abbastanza per unirsi realmente alla festa o se ne restava in disparte digitando qualcosa sul telefonino.

La festa sul set si concluse tra risate, abbracci e auguri sinceri. Tuttavia, mentre tutti si preparavano a tornare ai loro alloggi, Ciel si sentiva pervaso da una leggera ansia, che cercava di controllare.

Sebastian, d'altra parte, non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che ci fosse qualcosa di strano nel suo comportamento durante i festeggiamenti.

Nel frattempo, Ciel era intento a sistemare alcuni oggetti personali quando la porta si aprì, rivelando la figura del corvino.
"Ehi – iniziò lui con la solita voce calma, ma con una punta di curiosità – ho notato che durante i festeggiamenti sei rimasto un po' in disparte. C'è qualcosa che non va?"

Ciel alzò lo sguardo, cercando di mantenere un'aria indifferente.
"Sai, è stata una giornata lunga"
La risposta non convinse del tutto Sebastian, ma decise di non insistere.
"Capisco – rispose, anche se una parte di lui continuava a chiedersi cosa stesse davvero passando per la mente del giovane attore – Torniamo?"
Ciel annuì, prendendo la sua giacca dai materiali leggeri.
"Sì, andiamo"

I due attori uscirono dai camerini con passo rilassato, lasciandosi alle spalle un'intensa giornata di riprese.
Sebastian, sempre attento ai dettagli più insignificanti, notò immediatamente un'assenza insolita: l'auto di Ciel non era nel parcheggio. Si fermò per un istante, scansionando il parcheggio con lo sguardo.

"Dov'è la tua macchina?" chiese con tono casuale, alzando un sopracciglio, ma on riuscendo a nascondere del tutto il suo naturale istinto protettivo.

"Oh, mi sono fatto dare un passaggio da Alois – rispose Ciel con un tono che cercava di sembrare noncurante, seppur quel sorriso sornione, che accompagnava le sue parole non sfuggì al più grande.

Una sottilissima vena di gelosia si insinuò nel suo petto, anche se sembrò essere in grado di non lasciarlo trasparire.
Alois era piuttosto imprevedibile, e il suo legame con Claude non faceva che alimentare i dubbi di Sebastian.
Non che fosse geloso, Alois non era pericoloso, ma non gli piaceva sapere che quel ragazzo fosse così vicino a Ciel.

"Capisco – disse, cercando di mantenere un tono calmo e raccolto. Si mosse verso la sua macchina facendo cenno a Ciel di seguirlo.
"Vieni, ti accompagno"

Quando Sebastian accese il motore, cercò di distendere l'atmosfera con qualche conversazione leggera, mentre, nella sua mente, stava già elaborando un modo per invitare Ciel a trascorrere un po' di tempo insieme, magari per cena.
Sperando non avesse già altri piani... con qualcun altro.

"Sai – iniziò – stamattina avresti potuto chiamarmi per farti dare un passaggio al lavoro. Non avrei avuto problemi"
"Se lo avessi fatto, non sarei riuscito a mettere in atto la sorpresa per te. E dove sarebbe il divertimento se non posso mantenere un po' di mistero?"
Rispose con un pizzico di divertimento nella voce.

Sebastian strinse leggermente il volante, cercando di mascherare la gelosia che montava in lui. Ciel sembrava divertirsi nel mantenerlo sulle spine, e Sebastian lo sapeva.
Ma c'era qualcosa di troppo sfuggente nel suo comportamento quella sera, qualcosa che non riusciva a comprendere del tutto.
"Sempre così enigmatico – mormorò Sebastian, cercando di non dare troppo peso alla sua irritazione.

Mentre rifletteva su come continuare la conversazione, il telefono di Ciel squillò all'improvviso, interrompendo i suoi pensieri.
Sebastian rimase in silenzio, osservando con la coda dell'occhio mentre il destinatario rispondeva con un'espressione tranquilla.

"Sì? Ah, sei già dentro... è tutto pronto? – fece una pausa, ascoltando attentamente l'interlocutore dall'altro capo della linea – Oh, hai preso quel vino bianco che ti ho detto? Perfetto, ci vediamo tra poco"

Sebastian non poté fare a meno di sentire ogni singola parola, la sua mente ora completamente catturata dalla conversazione.
Vino bianco? Cena pronta? Chi diavolo stava aspettando?

Un'irritazione sottile si fece strada tra i suoi pensieri. Chi aveva organizzato quella cena con lui? E perché non gliene aveva fatto parola?

Quando Ciel chiuse la chiamata, Sebastian rimase in silenzio per qualche secondo, aspettando, ma allo stesso tempo cercando di non sembrare troppo sospettoso.
"Qualcosa di interessante? – chiese, facendo un rapido sguardo verso di lui mentre cercava di non sembrare troppo coinvolto.
Ciel, senza distogliere lo sguardo dalla strada davanti, si voltò lentamente verso di lui
"Ho solo organizzato una cena con un mio collega – si stiracchiò leggermente, con fare noncurante, appoggiando il gomito sul bracciolo del sedile – Niente di impegnativo"

"Ah – commentò – vino bianco e una cena così ... sembra più qualcosa di speciale"

Ciel sorrise, guardando fuori dal finestrino come se la conversazione non lo riguardasse nemmeno.
"Beh, non tutto dev'essere per forza speciale per essere divertente, non credi?"
"Suppongo di no – rispose in tono piatto, ma dentro di sé si sentiva bollire – e dimmi un po', chi è questo collega, se posso chiedere?"

Ciel scrollò le spalle, cercando di mantenere un'aria noncurante.
"Solo qualcuno con cui ho lavorato spesso ultimamente"
"Ma se ultimamente hai lavorato solo con me e gli altri del cast – ribadì subito il più grande con un gesto della mano, evidentemente confuso
"Infatti mica ci ho lavorato qui – rispose l'altro scrollando le spalle, sorpreso della sua espressione che in quel momento designava il volto del collega – ero a Osaka per un altro spot"
"E che ci fa a Londra? – chiese mantenendo il suo sano autocontrollo, cercando di scacciare qualsiasi tipo di nervo teso del suo volto e rilassando la mascella
"Affari – sibilò semplicemente, lasciando Sebastian ancora più confuso.

Il silenzio calò nella macchina per qualche istante, ma fortunatamente erano appena arrivati davanti la struttura.
Quando parcheggiò l'auto davanti all'hotel, Sebastian non ce la fece più
"Ciel – il suo tono più serio di quanto avesse voluto – Chi era al telefono? Con chi hai organizzato questa cena?"

Ciel girò lentamente lo sguardo verso di lui, osservandolo con quegli occhi blu che sembravano brillare di divertimento.
"Ma quanto siamo curiosi?"
"Non è che... ci sia qualcun altro?"
Ciel rise leggermente.
"Oh, quindi non curiosi, ma gelosi! – dichiarò con un tono che oscillava tra il divertito e il malizioso.
Sebastian, colto di sorpresa dalla franchezza della domanda, cercò di mantenere il suo solito contegno.
"No, era giusta la prima osservazione – rispose in fretta incrociando le braccia al petto – semplice e pura curiosità"

Ciel si avvicinò un po' di più, guardandolo negli occhi.
"Curiosità, quindi, eh? E da quando sei così curioso dei miei affari"
"Ti prego, smettila – sospirò rumorosamente portando una mano tra i capelli, aspettandosi il peggio – dimmelo e basta"

Il più piccolo rise di gusto a quella scena, mentre Sebastian perdeva il suo perfetto autocontrollo, che, a quanto pare, solo con lui vacillava di parecchio.

Per un istante, il corvino rimase senza parole.
I suoi occhi si spalancarono leggermente, cercando di comprendere il significato di quelle pronunciate da Ciel.

"Ciel ... – lo chiamò con la fronte aggrottata, come se stesse cercando conferma.

Ciel annuì, con un sorriso dolce sul volto
"È il tuo compleanno, idiota. Volevo sorprenderti, ma tu hai fatto tutto questo casino per niente – poi si appoggiò allo schienale del sedile, guardando Sebastian con un'espressione soddisfatta, come se avesse finalmente vinto la partita.

Sebastian, colto di sorpresa e allo stesso tempo sollevato, lasciò andare un respiro che non si era nemmeno accorto di trattenere.
"Tu stai scherzando – pronunciò, come se non riuscisse ancora a crederci.
Ciel scoppiò a ridere.
"Ho organizzato tutto io, e stavo cercando di mantenere la sorpresa, ma tu hai rovinato tutto come al solito"
Sebastian scosse la testa, aggrottando la fronte
"Ma non è vero, sei tu che me l'hai fatta – sbottò allungando le braccia attorno al collo del più piccolo, per portarlo al suo petto – sei veramente crudele" gli sussurrò imprimendo il suo respiro tra i capelli antracite di Ciel che, visibilmente soddisfatto di averlo finalmente fatto cedere, si lasciò trasportare da quel calore.
"Sì, sì, lo so – rispose con un tono compiaciuto – Allora, cosa ne dici? Andiamo a cena?"
"Con piacere – rispose Sebastian, chiudendo la portiera della macchina e dirigendosi insieme a Ciel verso l'ingresso dell'hotel.

La cena si svolse in una delle suite private dell'hotel, un ambiente elegante e intimo, perfetto per una serata speciale.
Ciel aveva curato ogni dettaglio con attenzione, assicurandosi che l'atmosfera fosse rilassata e confortevole.
La stanza era illuminata da una soffusa luce dorata, con candele che emanavano un delicato profumo di vaniglia e spezie. Un tavolo era apparecchiato con una tovaglia bianca impeccabile, decorato con fiori freschi e posate d'argento.

Quando entrarono nella suite, Sebastian rimase colpito dalla bellezza della scena.
"Non hai badato a spese, vedo – disse con un sorriso mentre osservava l'ambiente.
Ciel si schernì leggermente, cercando di non mostrare troppo l'orgoglio per il suo lavoro. "Sono contento che ti piaccia – rispose timidamente, conducendo Sebastian al tavolo.

Sebastian si sedette, osservando Ciel con uno sguardo curioso
"Non mi aspettavo qualcosa di così... intimo"

Ciel si sedette di fronte a lui, cercando di mascherare la lieve tensione che ancora sentiva.
"Ho voluto fare qualcosa di più privato, perché non avrei immaginato i media che ci avessero visti in un locale prestigioso il giorno del tuo compleanno – schernì roteando gli occhi al cielo, ottenendo una risata di approvazione da parte del più grande.

Un cameriere apparve quasi magicamente, servendo un primo bicchiere di vino rosso. Sebastian prese un sorso di vino, assaporando il sapore prima di rispondere.
"Hai pensato proprio a tutto, devo dire che sono impressionato"

"Vorresti dirmi che non te l'aspettavi da uno come me? – rispose a sottecchi senza distogliere quel sorriso malefico dalle labbra, mentre faceva roteare il calice insieme al vino
"Lunge da me, signorino"

La cena proseguì con portate deliziose, ognuna scelta con cura per rispecchiare i gusti di Sebastian. Ciel sembrava più rilassato man mano che la serata avanzava, e le conversazioni fluivano naturalmente tra loro.
Parlarono delle riprese, dei momenti più difficili, ma anche di quelli più divertenti.
La risata di Ciel, solitamente riservata, risuonava più spesso quella sera, e Sebastian non poté fare a meno di notare quanto gli piacesse vederlo così.

A un certo punto, durante una pausa tra una portata e l'altra, Sebastian si appoggiò allo schienale della sedia, osservando Ciel con uno sguardo più intenso.
"Per un momento oggi ho pensato che ci fosse qualcosa che non andava. Sei stato così distante durante la festa, e poi quella telefonata ..."
Ciel lo guardò, il suo sorriso si incurvò ancor di più, con un velo di malizia nella voce.
"Ti ho spaventato Michaelis?"
Sebastian appoggiò il bicchiere sul tavolo, il vino ormai quasi finito, e guardò Ciel con un'espressione di sincera curiosità.
"Devo darti merito, hai giocato bene le tue carte"
Ciel, sentendosi più sicuro di sé, si permise di avvicinarsi un po' di più, appoggiando i gomiti sul tavolo e osservando Sebastian attraverso le ciglia abbassate.
"Non mi dispiace mantenerti sulle spine – proferì – È divertente vedere come reagisci quando non hai il controllo su tutto"

Sebastian inclinò leggermente la testa, il sorriso sempre presente sulle sue labbra.
"Sarei quasi tentato di dire che mi piace quando lo fai, signorino. Ma non vorrei darti troppa soddisfazione"
Ciel rise ancora, un suono che sembrava più libero, meno trattenuto del solito.
"Troppo tardi – dichiarò – e devo dire, non mi dispiace sapere di poter avere questo effetto su di te"

Sebastian scosse la testa leggermente, con un'espressione di affetto e divertimento dipinta sul suo volto.
"Ormai non sei più il ragazzino insicuro che ho incontrato all'inizio delle riprese. Sei cambiato molto"
Ciel si appoggiò allo schienale, il suo sguardo ora un po' più serio.
"Forse – disse scrollando le spalle – Ma anche tu sei diventato più... come dire, umano?"
Sebastian sollevò un sopracciglio, chiaramente sorpreso da quella descrizione.
"Che intendi?"
Ciel sorrise dolcemente, come se stesse considerando le parole da usare.
"Voglio dire che, quando ti ho conosciuto, sembravi così pieno di te, che volevi far intendere a tutti che non ci fosse niente che ti potesse abbattere. Forse è solo perché abbiamo lavorato così tanto insieme"

Sebastian rimase in silenzio per un momento, riflettendo sulle parole di Ciel. Era vero, si era avvicinato a lui in modi che non avrebbe mai immaginato.
"Forse hai ragione – ammise infine, il suo tono più morbido – Forse questo tempo trascorso insieme mi ha fatto abbassare un po' la guardia"
Ciel si avvicinò ancora un po', quasi impercettibilmente, ma abbastanza da ridurre ulteriormente la distanza tra loro.
"È una cosa buona"

Terminata la cena i due attori si diressero lentamente verso la camera di Ciel, il quale non sembrò minimamente intenzionato a voler concludere la serata.
Fece entrare Sebastian, senza troppe pretese e decisero di stendersi sul letto, continuando a parlare.

"Come festeggiasti l'anno scorso? – chiese improvvisamente Ciel nel silenzio, mentre osservò Sebastian aspirare dalla sigaretta elettronica per non dar fastidio al più piccolo, il quale non apprezzava quella puzza.
"Ero a Hollywood – rispose semplicemente con lo sguardo che si incupì leggermente – ero solo"
"Come mai? – chiese il più piccolo paonazzo, stendendosi su un fianco per guardarlo. Sebastian scosse il capo
"Non ne ho idea – rispose aspirando di nuovo – volevo fosse così e basta"

Con il passare delle ore, il vino fluì e con esso si sciolsero le inibizioni. Ciel, che di solito manteneva una certa distanza emotiva, si trovò sempre più vicino a Sebastian.
Prese una sua mano, che posava sull'addome del corvino, attirando la sua attenzione. Quest'ultimo posò la sigaretta elettronica e si distese su un fianco, intrecciando le dita con quelle sottili del più giovane.

Sebastian sapeva che stava camminando su un filo sottile. Ogni battito del suo cuore sembrava gridare il nome di Ciel, ma allo stesso tempo, il pensiero di confessare quei sentimenti lo spaventava.

Era qualcosa che non si era mai concesso di provare così intensamente, e l'idea di ammetterlo a sé stesso, figuriamoci a Ciel, lo metteva profondamente a disagio.
Eppure, non riusciva a staccare gli occhi da lui, da quel ragazzo che aveva conquistato il suo cuore senza neanche rendersene conto.

Ciel si avvicinò ancora di più, così vicino che poteva sentire il respiro di Sebastian contro la sua pelle.
"Sebastian..." iniziò, ma le parole sembravano sfuggirgli, sostituite da un desiderio silenzioso e profondo.
Guardò quegli scarlatti che sembravano risplendere nel buio della sua stanza, lasciando che le sue mani vagassero delicatamente sul corpo del maggiore, circondandogli la nuca con le dita sottili.

Senza dire altro, Sebastian si chinò leggermente, avvicinando le sue labbra a quelle bollenti del minore, che sembrava non aspettassero altro.
Lasciarono intrecciare la loro lingua con quella dell'altro e Sebastian poté sentire il sapore di Ciel scendergli giù per la gola.
Si staccarono lentamente da quel bacio, affondando l'uno negli occhi dell'altro, mentre entrambi deglutirono.
Lentamente, tra un bacio e l'altro, il corvino si posizionò sopra di lui, portando i palmi delle mani ai lati del suo volto per non pesargli troppo.

Si prese un momento per ammirare la figura di Ciel sotto di lui, il suo corpo delicato e giovane, ogni curva che aveva desiderato toccare per tanto tempo e che non avrebbe mai smesso di desiderare.
Iniziò a sentire il suo cuore battere freneticamente. Ma come se avesse potuto percepire tutto, Ciel lo attirò di nuovo sulle sue labbra, mentre Sebastian scaricò quell'emozione e frenesia che s'erano impossessate del suo corpo, intrecciando una mano con la sua.

Avvolto in quell'abbraccio, Ciel si sentì di nuovo completo. Sembrò che ogni fibra del suo essere fosse in attesa di quel momento.

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Leccò le labbra di Sebastian, totalmente ignaro del conflitto di emozioni che lo stavano scuotendo, e velocemente gli sfilò i bottoni della camicia.

In quel momento, Sebastian poté sentire la passione del più piccolo crescere sempre di più. Era totalmente desideroso di arrivare al dunque, ma quella sera, i suoi piani erano ben altri. Voleva fare l'amore con lui.

Anche se non poteva ammetterlo, voleva che i suoi gesti, le sue carezze gli facessero capire tutto il sentimento che in quel momento poteva bruciare ed essere così noto.

Lasciò che Ciel scorresse le dita fino al bottone dei pantaloni, slacciandolo velocemente, con una voglia matta di annullare ogni barriera tra i loro corpi.
Tra un bacio e l'altro, Sebastian si lasciò sfilare i pantaloni e privò Ciel della maglietta, lasciandolo solo in intimo.

Ciel, sentendo il tocco di Sebastian sulla sua pelle, percepì un'ondata di emozioni travolgerlo: un bisogno quasi disperato di essere amato.
Ogni volta che Sebastian lo sfiorava, ogni volta che i loro corpi si avvicinavano, era come se un vuoto dentro di lui si colmasse, come se tutte le sue insicurezze e paure fossero spazzate via da quella connessione profonda e travolgente.
Si aggrappava a Sebastian come se fosse la sua ancora, la sua unica certezza in un mondo altrimenti incerto.

Eppure, tra di loro, non c'era mai stato niente di certo. La paura di perdersi, ma anche la paura di rovinare tutto, totalmente inconsapevoli che, se avessero continuato così ... era difficile tornare sulla strada di ritorno.
Ma Ciel volle godersi quegli attimi, quelle carezze, quei tocchi, quei baci, che non sapeva se domani avesse rincontrato.

Lasciò che le sue dita esplorassero ogni sfumatura di quella schiena perfetta e liscia, fino ad arrivare ai glutei fasciati dai boxer, che lasciò scivolare con calma.
Sebastian si lasciò accarezzare da Ciel, sentendo le sue mani esplorare la sua schiena e spogliarlo definitivamente, senza mai lasciare le mani dai suoi fianchi, senza mai lasciare le sue labbra posarsi su quelle piccole del ragazzo.
Lasciò scontrare la sua prominente erezione contro la sua ancora vestita.

Abbassò il volto sul petto ansimante del minore, lasciando una tempesta di baci, succhiotti, fino a scendere all'ombelico, che avvolse con la lingua, provocandogli un effetto intenso
"Sebastian – gemette, portando una mano alle labbra, con gli occhi colmi di lussuria.

Il profumo di Sebastian lo stordiva, i suoi occhi ... quei dannatissimi occhi, erano il tormento di ogni sogno.

Sentì Sebastian scendere con la lingua fino al lembo dell'intimo, che afferrò con due dita, lasciandolo scivolare lungo le sue gambe.
"Sei bellissimo – sospirò piano sulle labbra di Ciel, che a quelle parole si morse un labbro, alla disperata ricerca di fermare quei battiti del suo cuore che, in quel silenzio colmo solo dei loro respiri, avrebbero potuto far da sovrano.

Quella volta, era diversa dalle precedenti.

Sentì la sua erezione venir accarezzata dalla lingua calda del più grande, con il suo respiro calmo infrangersi su tutta la sua intimità.
Stava per impazzire.

Sebastian accolse tra le labbra il sesso eccitante del più piccolo, leccandolo piano, fino a scendere alla base.
Ciel si inarcò di più, godendosi quella tortura, affondando il cranio al cuscino. Portò una mano tra i capelli di Sebastian e un'altra sotto il cuscino, scaricando tutte le emozioni con una forte stretta sulla federa.

Dalle sue labbra fuoriuscì il suo nome in un gemito, mentre si liberò tra le sue labbra, lasciando che il più grande assaporasse quel piacere.
Di quel piacere, lasciò che le sue dita si bagnassero, portandole all'orifizio pulsante, penetrandolo lentamente.

All'inizio di dolore, Ciel iniziò ad ansimare di un piacere che sembrò quasi non avesse mai conosciuto. Sentì il suo corpo fremere, le gambe tremare e la testa vorticante.

Sebastian si posizionò per poterlo vedere.
Il suo volto arrossato, i suoi occhi pieni di lussuria, i suoi perfetti denti che mordevano il labbro, e quelle mani che non si staccavano dal suo corpo.

Dio solo sapeva se fosse esistita altra figura più bella di quella che potesse avere davanti.
Nessuna donna avrebbe mai potuto provocargli tutto ciò.

Si portò nuovamente sul suo volto, tornando a baciare le sue labbra, per sistemarsi meglio tra le sue gambe.
Sfilò le dita, accostando l'erezione all'entrata del partner e con una lenta spinta si fece spazio in lui, mordendogli il labbro.

Tirò un sospiro di liberazione non appena sentì quell'anello di muscoli di Ciel abbracciare la sua dote.
Iniziò a spingere sentendo i gemiti dell'uno e dell'altro, che suonavano come musica per le sue orecchie, in quella stanza in cui sarebbero rimasti loro e soltanto loro, con i loro sospiri e respiri affannosi, desiderosi di possedersi ancora e ancora.

Si muovevano all'unisono, come se i loro corpi sapessero esattamente cosa fare, come se fossero stati creati per completarsi a vicenda.
Ogni fibra del corpo di Sebastian gridava il nome di Ciel, seguite da un sentimento che gli bruciava ardentemente nel petto.

Ma non lo fece.
Avrebbe potuto spezzare l'incantesimo di un momento fin troppo magico.

"Ciel – lo chiamò, ormai vicino all'orgasmo, specchiandosi negli occhi blu.

Le sue labbra disperavano di essere baciate, di essere possedute da chi lo riteneva suo e incondizionatamente suo.

Era come se ogni barriera che aveva eretto per proteggersi fosse stata abbattuta.
Era innamorato, follemente e irrimediabilmente, ma il peso di quel sentimento lo travolgeva.
Voleva gridarlo, confessarlo apertamente, ma sapeva che farlo avrebbe cambiato tutto, avrebbe portato con sé complicazioni che in quel momento non era pronto ad affrontare.

Così, si lasciò semplicemente trasportare dalla passione, assaporando ogni istante come se fosse l'ultimo, ripetendo a sé stesso in silenzio, tutta la notte quelle parole che non osò mai dire ad alta voce. 

Kizu Darake No EternityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora