Summertime

13 0 0
                                    

Arrivò una delle solite giornate uggiose a Londra. Il grigio cielo abituale della capitale d'Inghilterra fece nuovamente capolino, dando una luce diversa alle mura della stanza di Ciel.

Quest'ultimo era immerso nella lettura della sua agente sul tablet, cercando di organizzare numerosi impegni che lo attendevano.
Tra servizi fotografici, interviste e preparativi, la sua mente era in continuo movimento. Ma gli faceva sempre piacere tenere la mente occupata, dal momento che, se l'avesse lasciata libera, beh, non si sarebbe di certo rilassato.

E proprio mentre pensò questo, che un leggero bussare alla porta interruppe i suoi pensieri. Ciel si riscosse, posando il tablet sul bracciolo del divanetto bordeaux, attento a non farlo cadere, per poi alzarsi e aprire la porta.

Ormai era diventata una consuetudine quasi quotidiana trovarsi Sebastian davanti la porta. Da quando quest'ultimo e Hannah avevano girato, Ciel preferì non mettere quell'argomento in mezzo, seppur iniziò a sentire certe distanze da parte di Sebastian, e quest'ultimo sembrò far di tutto per smentire quelle paranoie.
"Buongiorno – disse con un tono calmo – posso entrare?"

Ciel si fece da parte, permettendogli di entrare nella stanza
"Non farci l'abitudine, sono un attore impegnato anch'io"
Sebastian ridacchiò, guardandosi intorno come se stesse valutando la stanza, per poi posare subito i suoi occhi su Ciel
"Lo so – asserì – proprio per questo sono qui, a vedere che il tuo lavoro stia andando come deve"
"Scherzi? – sbottò Ciel allargando le braccia – non ne ho bisogno"
"Certo che scherzo – ridacchiò il più grande seguendo con lo sguardo il collega, che stava tornando a sedersi sul divano, afferrando il tablet tra le mani
"E dimmi un po', che impegni abbiamo?" chiese sedendosi sul divano accanto a lui, incrociando le gambe con disinvoltura
"Qualche servizio fotografico e un paio di interviste – rispose, scrollando le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo.
Sebastian annuì, con un'ombra di malizia che aleggiava sulle sue labbra
"Vedo che sei molto richiesto – osservò a sottecchi – e da quando sei diventato così popolare?"
"Beh, eri a Hollywood quando è successo – sibilò a bruciapelo, ottenendo una reazione poco felice da parte di Sebastian.
A quel punto, Ciel si rese conto di averla fatta grossa e cercò di rimediare a quella piccola battuta, che di divertente non aveva nulla
"Tu invece? Anche tu approfitti della sospensione delle riprese?"
"Già – rispose – William è a Manchester e dobbiamo firmare alcuni documenti per un'accademia e quindi sarò via per il resto della giornata"
"William è a Manchester? – replicò il più piccolo, pensando a Grell
"Non riferirlo a Grell se lo vedi – rispose subito il corvino con un leggero sorriso sulle labbra, per far intendere a Ciel che William stesse pianificando qualcosa
"Quei due – commentò il più piccolo scuotendo il capo – deve essere bello"
"Lo penso anch'io – concluse Sebastian innalzando un silenzio poco più che imbarazzante tra i due; specialmente dopo tutto quello che era successo.

Si sporse leggermente in avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia
"Se potessi verrei con te – disse – ma questo impegno, non posso rimandarlo"

"Non preoccuparti – annuì l'altro, cercando di mostrarsi indifferente.
Sebastian lo guardò per un lungo istante, come se cercasse di leggere oltre le parole di Ciel, di capire cosa realmente pensasse.
"Non è sempre facile bilanciare tutto, ma... non pensare che non ci tenga."

Ciel abbassò lo sguardo, sentendo un lieve rossore farsi strada sulle sue guance. Non era abituato a quel tipo di sincerità da parte di Sebastian, e lo colse leggermente di sorpresa.
"Non pensavo che non ci tenessi – mormorò, quasi a sé stesso.

"Bene – disse con un sorriso, alzandosi dal divano – allora promettimi solo che farai attenzione"
Ciel alzò lo sguardo, incontrando quello di Sebastian.
"Certo"
Sebastian allungò una mano, appoggiandola brevemente sulla spalla di Ciel.
"Tornerò prima che tu possa sentirne la mancanza"

"Chi ti ha detto che mi mancherai? – sbottò alzando un sopracciglio
"Mh, sì, l'ho già sentita questa – ridacchiò avviandosi verso l'uscita
"Ah – ringhiò – fammi il favore, Sebastian"

Con quelle parole, il corvino si fermò un attimo prima di uscire, voltandosi un'ultima volta verso Ciel, con un sorriso smagliante che quasi fece fremere il cuore del più piccolo.
"Allora, ci vediamo"

Quando la porta si chiuse dietro di lui, Ciel si ritrovò a fissare il tablet, ma la sua mente era altrove, persa nei pensieri di ciò che avrebbe potuto essere, di ciò che forse non sarebbe mai stato.


"Fanculo – sibilò in uno sbuffo, per poi alzarsi.

Si diresse verso l'armadio, sfogliando tra le varie opzioni di abbigliamento preparate dal suo stilista personale.
Optò per un completo sobrio, ma elegante: un blazer blu scuro, una camicia bianca impeccabile e pantaloni coordinati.

Mentre si allacciava con cura i gemelli ai polsi, un suono improvviso lo fece sobbalzare, seguito immediatamente dall'apertura della porta stessa senza attendere risposta.
"Cieeeel – cantilenò Grell esuberante, seguito dall'ingresso altrettanto vivace di Alois.
Ciel sospirò profondamente, reprimendo un gemito di frustrazione
"A quanto pare la privacy è un lusso" mormorò tra sé voltandosi verso i due intrusi

"Ma guardati – esclamò Alois – stai cercando di impressionare qualcuno in particolare oggi?"

Grell si unì posando una mano sul fianco e lanciando uno sguardo teatrale al colelga
"Magari spera di catturare l'attenzione di qualcuno che, ahimè, se n'è appena andato"
"Non so di che parlate" sibilò veloce, mentre si aggiustava la cravatta
"Certo, certo, sempre a far finta di niente – continuò il rosso alzando gli occhi al cielo.
"Sentite, non ho proprio tempo, potreste per cortesia dare un minimo di serenità a queste mie ore?"
"Uh, qualcuno si è svegliato con la lingua storta!" disse Alois con una smorfia, portando una mano al petto in gesto di offesa.
Grell ridacchiò, avvicinandosi al divano e afferrando il tablet di Ciel, scorrendo gli appuntamenti del giorno con interesse.
"Vediamo un po' cosa abbiamo qui. Un servizio fotografico per Vogue, un'intervista con la BBC... niente male"

Ciel si affrettò a togliere il tablet dalle mani di Grell, lanciandogli uno sguardo severo
"Sì, grazie Grell – sbottò – e come vedi ho del lavoro da fare ... quindi se non vi dispiace"

Alois si scambiò uno sguardo complice con Grell prima di rivolgersi di nuovo a Ciel
"Noi non abbiamo nulla da fare oggi. Pensavamo che un po' di compagnia ti aiuterebbe a calmare un po' i tuoi nervi"

Ciel aggrottò le sopracciglia, già prevedendo dove stesse andando a parare la conversazione.
"Assolutamente no!"

Grell si avvicinò ulteriormente, posando un braccio attorno alle spalle di Ciel in un gesto invadente.
"Oh, andiamo, Ciel! Sappiamo comportarci quando è necessario. Immagina quanto meglio andrebbe quel servizio fotografico con un po' del nostro tocco personale"

Alois annuì vigorosamente, aggiungendo:
"E potremmo anche proteggerti dai giornalisti invadenti. Siamo praticamente la tua guardia del corpo personale!"

Ciel guardò i due con irritazione nello sguardo e un accenno di ormai resa. Sapeva che discutere con loro sarebbe stato inutile e avrebbe solo sprecato tempo prezioso.
Dopo un attimo di esitazione, sospirò profondamente e alzò le mani in segno di sconfitta.
"Va bene, come volete. Ma una parola di troppo e vi rimando all'hotel!!"

Grell batté le mani con entusiasmo, con gli occhi che brillavano di eccitazione.
"Fantastico! Sarà divertentissimo!!"

Alois fece un leggero inchino, portando una mano sul cuore
"Yes, my Lord"
"Ti esce veramente male! – sbottò Ciel divertito, mentre si avviava verso il bagno.
"Ma figurati, non oserei mai togliere il diritto d'autore al tuo fidanzato"
"Taci!"

* /// *

Mentre Ciel finiva di prepararsi, Grell si avvicinò di nuovo, osservandolo attraverso lo specchio.
"Con noi al tuo fianco, attirerai ancora più attenzione, lo sai questo, vero?"
Ciel incontrò lo sguardo del collega nello specchio, rispondendo con tono secco ma leggermente divertito.
"Se riuscirò a sopravvivere a una giornata con voi due, potrò sopravvivere a qualsiasi cosa – pronunciò per poi designare un sorriso d'orgoglio sul labbro – e senza offesa, al massimo con me al vostro fianco potreste attirare un po' di popolarità"
"E di grazia, da dove viene questa modestia? – chiese Alois con un sopracciglio inarcato, mentre Grell se la spassava
"Avrei una vaga idea – proruppe con un dito alzato – sai? Quando frequenti troppo una persona, finirai con acquisire molti dei suoi tratti"

Ciel prese la borsa, scuotendo la testa con un sospiro rassegnato.
"Andiamo prima che cambi idea"

Con quella battuta, il trio si avviò verso la porta, pronti ad affrontare la giornata insieme.
Mentre scendevano per il corridoio dell'hotel, le risate e le battute di Grell e Alois riempivano l'aria.

Ciel era al volante, concentrato sulla strada, mentre Alois occupava il posto del passeggero, guardando fuori dal finestrino con un'espressione di curiosità maliziosa. Grell, seduto dietro, si era strategicamente posizionato al centro, in modo da poter osservare e partecipare facilmente alla conversazione tra i due.

Poi Ciel decise di accendere lo stereo della macchina, collegata al Bluetooth, facendo partire una musica adatta a quei mesi estivi, sebbene Londra avesse ben poco di estivo.

https://www.youtube.com/watch?v=LW7FxWXt3ok

"Ma dai – proruppe il rosso seduto dietro – avete anche gli stessi gusti di musica?"
"Di che parli, Grell? – chiese Ciel aggrottando la fronte
"I My Chemical Romance sono uno dei gruppi preferiti di Sebas – chan!"
"Mh, ma non mi dire – sibilò Ciel, mentre con le mani girava il volante
"Andiamo, avrete condiviso anche queste cose"
"Non ricordo nemmeno quando l'ho ascoltata"
"Ah certo! – esclamò Grell – voglio proprio vedere quanto ci metterai ad ammetterlo"

Ciel alzò gli occhi al cielo, cercando di non lasciarsi coinvolgere dalle provocazioni
"È solo una coincidenza Grell, pura e semplice coincideza"

Alois ridacchiò, rivolgendosi a Ciel con un sorriso sornione
"E allora da quando segui così tanto un gruppo punk?"
"Ma che ne so – sbruffò l'altro, iniziando a guidare con una mano, e la schiena poggiata violentemente sullo schienale.
Non aveva intenzione di rispondere a ulteriori provocazioni, ma sapeva bene che con Grell e Alois, quel silenzio non sarebbe durato a lungo.

E non ci volle molto prima che il ragazzo con gli occhi color ghiaccio, rompesse di nuovo quel silenzio.
"Allora, Ciel, come va la tua vita da protagonista assoluto? Scommetto che Sebastian non ti lascia un attimo di respiro, vero?"

Ciel sbuffò, mantenendo gli occhi fissi sulla strada.
"Se siete così curiosi, perché non lo chiedete direttamente a lui?"
"Beh, forse lo faremo – intervenne Grell – ma io penso che ci sia qualche dettaglio che ci stai nascondendo, tesoro"

Ciel strinse il volante, cercando di mantenere la calma nonostante le continue frecciatine
"E cosa dovrei nascondervi? Che in realtà Sebastian non ama per nulla i gatti come nella serie?"
Rispose sarcasticamente, lasciando sorridere i colleghi
"Ma chissenefrega – esasperò Grell – love is in the air"

"Grell, quante volte ti devo ripetere che siamo solo buoni amici e colleghi?"

"Certo, certo, un collega è sicuramente qualcuno con cui decidi di passare una serata intima il giorno del suo compleanno" ghignò Alois
"Eh? – esclamò Ciel, paonazzo
"Andiamo, Ciel era così palese"

Grell ridacchiò, aggiungendo altra benzina sul fuoco.
"Sì, Ciel, magari una cena a lume di candela o un drink in un angolo appartato. Oh, deve essere stato splendido"

Ciel sentì il sangue ribollirgli in testa, con la tensione che si accumulava in ogni parola.
Lottava contro ogni fibra del suo essere per tenere sotto controllo il crescente desiderio di fermare la macchina e cacciare entrambi fuori.
"Scusatemi – balbettò stringendo i denti – si può sapere chi ve l'ha detto?"
"Me l'ha detto William – rispose con la voce di chi non vedeva l'ora di svelare quel segreto
"Agh! Non ci credo, Sebastian! – strillò Ciel con un tic all'occhio, mentre immaginava Sebastian che parlava tranquillamente di quella serata con William. La sola idea lo faceva impazzire.

"Tranquillo, sarà un segreto tra noi 5 – proruppe Alois che posò una mano sulla spalla di Ciel, che si discostò subito al tocco.
Quest'ultimo lo fissò incredulo, con gli occhi che tradivano tutta la frustrazione accumulata.
"Sì, poi questi cinque si triplicheranno e faranno il giro dei media"
"Oh, non preoccuparti, tesoro. Non faremo nulla... per ora – disse Grell con aria trionfante – Ma il giorno in cui voi due vi dichiarerete ufficialmente, voglio essere in prima fila"
Ciel sbuffò ancora una volta, cercando di ignorare il calore che sentiva alle guance.
"Sarà un giorno molto lontano, quindi non trattenere il fiato" replicò con un tono sarcastico.

In quegli istanti di silenzio, Ciel si fermò un attimo, calcolando la sua prossima mossa. Sapeva che, se avesse continuato a subire, Grell e Alois non avrebbero mai smesso.

Decise quindi di girare la situazione a suo favore.
"Però ora che ci penso – proferì – forse dovrei chiedere qualcosa anch'io. Alois, come vanno le cose con Claude? È ancora così... devoto al suo lavoro?"
Alois, colto alla sprovvista, sgranò gli occhi per un secondo prima di recuperare.
"Claude? Oh, lui è sempre al suo posto. Ma non stiamo parlando di me, stiamo parlando di te, Ciel!"
Ciel ghignò, apprezzando il piccolo colpo messo a segno.
"Oh, andiamo, non posso essere l'unico a vivere qualcosa di interessante. E tu, Grell? – continuò, posando gli occhi sullo specchietto retrovisore – come vanno le cose con William? Lui è sempre così... impeccabile e professionale, immagino"

Grell sorrise enigmaticamente, prendendo un momento per gustarsi l'espressione curiosa di Ciel e quella divertita di Alois.
"Beh, caro, visto che lo chiedi..." si fermò per creare un po' di suspense, poi dichiarò con un tono teatrale: "William ed io abbiamo ufficializzato la cosa."

Alois spalancò la bocca in una esagerata espressione di sorpresa, mentre Ciel, per quanto fosse più riservato, non poté fare a meno di lanciare un'occhiata di stupore.
"Davvero? Ufficiale?" chiese, cercando di nascondere il proprio sbigottimento.
"Sì, ufficiale – annuì Grell soddisfatto – Siamo una coppia a tutti gli effetti. Non è meraviglioso? Finalmente possiamo smettere di fare il gioco delle occhiate segrete e delle allusioni. Ora è tutto alla luce del sole"
"Wow, Grell, non me l'aspettavo! – esclamò Alois, con gli occhi ancora sgranati per la sorpresa – quindi niente più segreti?"
Ciel sorrise leggermente, sentendo un misto di ammirazione e sollievo per l'annuncio di Grell.
"Beh, sembra che qualcuno stia finalmente trovando la sua strada"
"Chissà, magari tu e Sebastian farete il grande passo prima di quanto immagini. Potrei già immaginarvi, due cuori e una capanna"

Ciel scosse la testa con un mezzo sorriso, cercando di non lasciarsi coinvolgere troppo dalle provocazioni.
"Prima di immaginare cuori e capanne, penso che dovremmo tutti concentrarci sui nostri impegni professionali – ribatté, tentando di riportare la conversazione su un terreno più sicuro.

"Sei sempre più simile a Sebastian – sospirò Grell con gli occhi rivolti all'insù.

Ciel si limitò a sbuffare e decise di non continuare più quella conversazione, facendola vagare per altri argomenti.
Dovette ammettere che, in qualche modo, Grell e Alois erano riusciti a rendere la giornata meno solitaria, e si rese conto che, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, quella compagnia gli era davvero gradita.

Improvvisamente, il suono di una chiamata in arrivo interruppe la conversazione. Lo schermo dello stereo dell'auto si illuminò, mostrando il nome di Sebastian.
Alois e Grell si scambiarono subito uno sguardo complice, trattenendo a stento una risata

"Ma guarda un po' – commentò con un sorrisetto, osservando il display – parli del diavolo"

Ciel sbuffò, ma premette il pulsante per rispondere alla chiamata senza distogliere lo sguardo dalla strada
"Sebastian – disse con tono neutro
"Ehi, Ciel – rispose l'altro – come procede? Sei arrivato a Londra?"
Ma prima che Ciel potesse rispondere, Grell e Alois si avvicinarono al microfono dello stereo, parlando quasi all'unisono
"Ciao Sebastian!!" esclamarono, con toni esagerati
"Oh, vedo che abbiamo compagnia"

Ciel si morse l'interno della guancia, cercando di non lasciarsi distrarre
"Sì, mi hanno ... gentilmente accompagnato"
"Anche se devo dire che è stato un po' riluttante ad accettarci – aggiunse Alois, ridendo sotto i baffi

Sebastian ridacchiò dall'altro capo della linea
"Oh, ma lui è sempre così, sono sicuro che si sta divertendo con voi"

"Certo – sospirò, mentre voltava lo sguardo a destra e sinistra lungo la strada – stanno solo facendo del loro meglio per farmi impazzire"

"Qualcuno doveva pur farlo, no?"

Grell e Alois scoppiarono a ridere, mentre Ciel scuoteva la testa, cercando di mantenere la concentrazione sulla strada.
"Non dovresti essere già a Manchester?" cercò di riportare la conversazione a un tono più serio.
"Lo sono – rispose Sebastian – Ma volevo fare una chiamata veloce per assicurarmi che stessi bene"
"Certo, una meraviglia come puoi sentire – bofonchiò, roteando gli occhi.
Sebastian ridacchiò di nuovo.
"Se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi. E voi due, cercate di non farlo arrabbiare troppo, d'accordo?"

"Yes, sir!"

"Ti chiamo più tardi – disse infine con voce più profonda
"Va bene, a dopo"

La chiamata terminò e Grell e Alois esplosero in risate e commenti, senza dargli tregua
"Sebastian è davvero uno che sa come far battere i cuori – commentò il primo – e il tuo non fa eccezione"

"Siete davvero impossibili – borbottò Ciel.

*///*

Dopo una giornata lunga e intensa, Ciel finalmente rientrò nella sua camera d'hotel. Il rumore della porta della macchina che si chiudeva dietro di lui segnò la fine di una serie di impegni che lo avevano tenuto occupato dall'alba fino a tarda sera.
La stanchezza gli pesava addosso, ma era soddisfatto.

Aveva affrontato tutto: servizi fotografici, interviste, incontri con i media. Ogni parola, ogni posa, ogni gesto era stato calcolato con precisione, cercando di dare il meglio di sé nonostante la stanchezza che iniziava a farsi sentire già a metà giornata.

Mentre camminava, con lo sguardo fisso sul marciapiede davanti a sé, non si accorse subito della figura che lo stava aspettando all'angolo della strada. Fu solo quando alzò gli occhi che vide Claude Faustus, appoggiato contro un lampione, con un sorriso che non prometteva nulla di buono.
Ciel si fermò di colpo, sentendo un brivido di tensione attraversargli la schiena. L'ultima cosa che voleva in quel momento era un confronto con Claude, soprattutto sapendo quanto fosse abile nel manipolare le persone.

"Ciel! – esordì Claude – non pensavo di trovarti qui, da solo. Una passeggiata notturna per riflettere, immagino?"
Ciel lo fissò, cercando di mantenere un'espressione indifferente.
"Non è affar tuo, Claude" rispose fermo.

Claude, però, non si mosse e continuò a sorridere, come se fosse divertito dalla reazione del ragazzo.
"Oh, che lingua affilata! Non volevo certo disturbarti. Ma sai? Da quando ti ho visto, ho pensato che due chiacchiere con te non farebbero male"

Ciel si fermò a quelle parole, voltandosi leggermente verso Claude, gli occhi stretti in una fessura sospettosa.
"Non vedo cosa ci sia da chiacchierare – replicò – sono stanco, domani ho un'altra giornata"
Claude fece un passo avanti, avvicinandosi lentamente a Ciel, facendolo sussultare.
"Ho seguito la tua carriera con grande interesse – iniziò con voce suadente – sei un giovane talento, con un futuro luminoso davanti a te. Ma... diciamocelo chiaramente, rimanere all'ombra di Sebastian non ti porterà mai a raggiungere le vette che meriti davvero"

Ciel sentì una fitta di fastidio al sentire il nome di Sebastian sulla bocca di Claude.
"Non sono all'ombra di nessuno – ribatté con tono deciso – Sto costruendo la mia carriera con le mie forze"

Claude inclinò leggermente la testa, come se trovasse la sua risposta interessante.
"Ma dai, ma se ad ogni intervista la domanda più gettonata è come vanno le cose con lui – disse con un sorriso quasi paterno – perciò, permettimi di essere franco, Ciel. Con la tua bravura e il tuo potenziale, potresti raggiungere livelli ben più alti di quelli attuali. Livelli che, con tutto il rispetto per Sebastian, non potrai mai raggiungere continuando a seguire la sua scia"

Ciel lo fissò, sentendo la tensione crescere dentro di sé. Sapeva che Claude stava cercando di manipolarlo, di insinuare dubbi e incertezze, ma non poteva negare che le sue parole avessero colpito un nervo scoperto.
"E cosa suggerisci, Claude?" chiese infine, cercando di mantenere un tono di voce neutro, anche se una parte di lui era incuriosita.

Claude sorrise, vedendo che aveva catturato l'attenzione di Ciel.
"Vedi – iniziò – la mia agenzia è sempre alla ricerca di giovani talenti come te. Persone con il potenziale di diventare vere e proprie stelle nel firmamento dello spettacolo. Se tu volessi, potrei offrirti un contratto a tempo indeterminato con la mia agenzia. Un'opportunità che ti garantirebbe non solo fama, ma anche piena libertà creativa. Immagina: potresti superare Sebastian, raggiungere livelli di successo che pochi possono solo sognare. Hollywood sarebbe solo l'inizio"

Ciel lo guardò, cercando di decifrare le intenzioni nascoste dietro quelle parole. Un contratto con Claude? Era una proposta allettante, non poteva negarlo, ma sapeva che accettare significava legarsi a qualcuno che aveva sempre avuto secondi fini, qualcuno che avrebbe potuto usarlo per i propri scopi.
"E qual è il prezzo di questa offerta?"
Claude scosse leggermente la testa, mantenendo il sorriso.
"Non c'è nessun prezzo nascosto. Solo la promessa di lavorare insieme per raggiungere il successo che meriti. Potresti avere tutto: fama, riconoscimento, e la libertà di scegliere i tuoi progetti, senza dover sempre guardare alle spalle di qualcun altro"

Ciel rifletté per un attimo, sentendo il peso della decisione che gli stava davanti. Era vero che l'idea di emanciparsi, di non essere più percepito come "il giovane talento all'ombra di Sebastian", era allettante.

Ma sapeva anche che Claude non era una persona di cui fidarsi. Ma c'era anche il ragazzo che più contava per lui, il legame che aveva costruito, seppur complesso e non definito. Poteva davvero mettere tutto a rischio per una promessa di fama?

Ma dopotutto ... Sebastian l'avrebbe fatto?
Insomma, l'aveva già fatto per Hollywood per scappare da una situazione ... ma Ciel non era così codardo.

Rimase immobile mentre le parole del collega risuonavano nella sua mente.
Il sorriso enigmatico di Claude era lì, un filo sottile di veleno pronto a essere iniettato con precisione chirurgica. Mentre il giovane attore cercava di mantenere il controllo sulle sue emozioni.
"Ciel – continuò Claude con un tono più morbido, quasi fraterno – so che sei un ragazzo intelligente, uno che sa cosa vuole dalla vita. Ma non posso fare a meno di notare che stai sprecando il tuo potenziale rimanendo legato a qualcuno come Sebastian"

Ciel aggrottò la fronte, il fastidio era evidente sul suo volto.
"Non sto sprecando niente – rispose, cercando di suonare convinto anche se dentro di sé quelle parole avevano già iniziato a instillare dubbi.

Claude inclinò leggermente la testa, osservando attentamente Ciel.
"Davvero? – continuò – cosa ti fa pensare che Sebastian ti veda come qualcosa di più di una pedina, Ciel? Pensa a come è stato facile per lui lasciare Tokyo e andare a Hollywood senza nemmeno confrontarsi con te, chi ti dice che non farebbe lo stesso, una volta finite le riprese?"

Le parole di Claude stavano colpendo dritto al cuore delle sue paure più profonde, quelle che non aveva osato confessare nemmeno a sé stesso.

"Tu non sai niente di quello che c'è tra me e Sebastian, ti prego va via Claude" rispose Ciel, ma la sua voce tradiva un'ombra di incertezza.

Il sorriso di Claude si fece più largo, sapendo di aver trovato una crepa nella corazza del ragazzo.
"Ma so come funziona questo mondo. I rapporti personali spesso si intrecciano con quelli professionali, e diventa difficile capire dove finisce l'uno e inizia l'altro. Sebastian è astuto, è uno che sa come usare le persone per ottenere ciò che vuole. E tu, Ciel, sei la pedina perfetta per lui"

Ciel sentì una fitta di dolore attraversarlo. Il pensiero che Sebastian potesse vederlo solo come un mezzo per ottenere maggiore fama, per scatenare rumors e attirare l'attenzione dei media, era insopportabile.
Ma Claude continuò a parlare, aggiungendo sale su quella ferita appena aperta.

"Pensa a tutte le voci che circolano su di voi due – continuò Claude, il suo tono era ora più diretto, quasi crudele – non ti sei mai chiesto perché Sebastian non abbia mai fatto nulla per fermarle? Perché, anzi, le ha alimentate con il suo comportamento? È tutto un gioco per lui, Ciel. Un gioco per mantenere i riflettori puntati su di lui. E tu... sei solo una pedina in questo gioco"

Ciel serrò i pugni, cercando di resistere alla marea di emozioni che minacciava di travolgerlo. Ma le parole di Claude erano come veleno, penetrando sempre più a fondo, alimentando ogni dubbio, ogni paura che aveva cercato di nascondere.

"E poi c'è Hannah – aggiunse Claude, con un ghigno sottile – non ti sei mai chiesto perché sia sempre così vicina a Sebastian? Pensi davvero che non ci sia più nulla tra loro? O forse... Sebastian sta solo aspettando il momento giusto per riaccendere quella fiamma? Dopo tutto, perché dovrebbe accontentarsi di un legame ambiguo con te, quando può riavere tutto con lei?"

Ciel sentì le lacrime bruciare agli angoli degli occhi, ma si rifiutò di lasciarle scendere. Non voleva dargli la soddisfazione di vederlo crollare.

"Basta – sibilò Ciel, la voce incrinata ma ferma – io non sono una cazzo di pedina!"

Claude rimase in silenzio per un attimo, osservando il giovane attore lottare con i suoi sentimenti.
Poi, con un'espressione di comprensione, fece un ultimo passo avanti.
"Ciel io non voglio vederti soffrire. So che questo è difficile per te, ma devi essere realistico. Sebastian è un attore di Hollywood, con una carriera brillante e una reputazione da proteggere. Non può permettersi di legarsi a qualcuno come te, non sul serio. Per lui, tutto questo è solo un modo per alimentare la sua fama e magari ... anche un po' di divertimento"

Quelle parole si insinuarono nella sua mente, scavando solchi di dubbio che si facevano sempre più profondi. Non voleva credere che fosse vero, ma la sua mente cominciava a vacillare, a domandarsi se forse... forse Claude avesse ragione.

"Hey – continuò il maggiore con una dolcezza che suonava quasi sinistra – non devi continuare a soffrire così. Puoi liberarti di questa insicurezza, di questa incertezza. Accetta la mia offerta. Vieni nella mia agenzia, e ti prometto che avrai tutto quello che desideri: fama, successo, e la possibilità di costruire la tua carriera senza dover dipendere da nessuno. Potrai dimostrare a Sebastian e a tutti gli altri che non sei solo una pedina, ma una stella che brilla di luce propria"

Ciel rimase in silenzio, il cuore che batteva furiosamente nel petto. La proposta di Claude era come una tentazione irresistibile, una via di fuga da tutto quel dolore e incertezza.
Con un respiro profondo, si voltò di nuovo verso l'uomo, gli occhi ancora lucidi.

"D'accordo – concluse risoluto – dammi un po' di tempo per rifletterci su"

Claude sorrise, un sorriso che non nascondeva la soddisfazione per la vittoria ottenuta.

"So che farai la scelta giusta, Ciel – disse, avvicinandosi per stringergli la mano – costruiremo qualcosa di straordinario. E ti assicuro, non te ne pentirai"

Sapeva che stava prendendo una strada pericolosa, una strada che lo avrebbe allontanato da tutto ciò che conosceva, compreso Sebastian.
Ma il dolore che sentiva, la paura di essere solo una pedina, erano troppo forti perché potesse ignorarli.

Kizu Darake No EternityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora