19. Esame e sorpresa

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NORA

Studiare con Luke si è rivelato parecchio complicato, ma allo stesso tempo terribilmente semplice. Le sue parole e i suoi insegnamenti non mi scivolano via, ma rimangono bene fissi in mente. Il suo metodo di studio è dir poco sublime e riesco a capire tutto e ad elaborare sia i concetti base che i dettagli.

Eppure studiare con il migliore amico di mio fratello ha anche i suoi difetti. Infatti è sempre a richiamarmi ogni volta che sono distratta anche solo per soffiarmi il naso e mi sgrida quando cerco di corromperlo per fare una pausa. Insomma, anche lui si stancherà prima o poi, no?

Nonostante tutto questo, sono pronta per l'esame. Mi sento sicura e sono certa che risponderò bene alle domande, o almeno lo spero.

Fortunatamente negli ultimi giorni Luke mi ha concesso di mangiare qualche dolce per smaltire l'ansia e si è rivelata un' ottima soluzione.

Per quanto riguarda le regole che mi ha proposto devo dire che sono rimasta interdetta, ma allo stesso tempo me l'aspettavo. Lui è un maniaco del controllo e vuole ordine nella sua vita, non solo nella sua testa ma anche nell'ambiente che lo circonda, anche a casa sua dove al momento ci sono anch'io.

Per ora non me la sento di tornare a casa, da lei. Non voglio rivederla ora che riconosco la tossicità che mi ha inflitto, né voglio ascoltare le sue patetiche scuse che mi rifilerà. O forse neanche lo farà.

Luke non mi ha mai chiesto nulla da quando sono scappata di casa e lui e mio fratello mi hanno trovata. Devo ammettere che sono colpita dalla sua assenza di curiosità, del rispetto e della fiducia che ha nei miei confronti lasciandomi libera e aspettando i miei tempi.


Da quando sia lui che mio fratello sono tornati in città mi sono avvicinata sempre di più a Luke, e nonostante prima provavo un certo interesse e piacere a stare con la sua compagnia, ora non voglio più lasciarlo.

La sua presenza mi rassicura e mi regala sensazioni contrastanti come ad esempio il desiderio di avere la sua protezione, di essere rassicurata, curata e amata, ma allo stesso tempo il volere di indipendenza ed emancipazione, forse collegato all'ossessione di mia mamma di tenermi all' oscuro del mondo, sminuendomi in più occasioni.

Sento che stare con lui mi fa stare bene, percepisco l'ansia scomparire e un senso di fragilità farsi spazio dentro di me, ma è come se avessi bisogno di forza e non di sguardi carichi di pena e tristezza. Ho la necessità di mostrare la vera me al mondo e per ora l'unico di cui mi fido al momento è lui.

"Sei pronta? Hai lo zaino? L'acqua e la merenda?" una serie di domande esce dalla sua bocca.

"Ho tutto" lo rassicuro. "Ho preso dei biscotti e mi sono fatta un panino." Appena dico quelle parole me ne pento subito dopo.

"Come hai fatto il panino se non c'è né formaggio, né prosciutto?" indaga. Mi sento sbiancare.

"I-io non l'ho preparato salato... il panino" aggiungo come se non si capisce quale sia il soggetto in questione.

"Questo mi sembra scontato, Nora. Perciò mi chiedo con quali ingredienti lo abbia preparato."

Non volevo mentirgli, ma non volevo neanche dirgli la verità. Questa non è casa mia, non posso prendere tutto ciò che mi capita sotto mano e solo ora un senso di colpa prende il sopravvento dentro di me.
Forse non dovevo farlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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