(S)ole

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TERZO GIORNO

L'ho saputo fin da subito che il tuo nome sarebbe stato Sole. Volevo qualcosa che fosse poco dimenticabile. E di te, Sole, non ci si può di certo dimenticare. Voglio che tu sappia che in tutti questi anni divise, io non l'ho mai fatto. Hai cominciato fin da subito, a riconoscere il mio viso e il mio muovermi vicino a te. Siamo nate sotto lo stesso cielo, ma da due stelle differenti. E l'ho visto dai tuoi occhietti che mi avresti riconosciuta anche in mezzo a mille altre persone. L'ho sentito dentro il cuore che i piccoli vocalizzi che mi concedevi mi avrebbero, segnata. Profondamente. Che tu ci creda o no, è stata una mia scelta lasciarti. E nonna Luna, me lo ha impedito fino a che ha potuto. Me ne sono andata così da un giorno, all'altro, perché al tempo, era l'unico modo che conoscevo. Tu eri tutto ciò illuminava il mio mondo. Non avevo avuto amore paragonabile a quello che mi è scoppiato dentro al cuore alla tua vista. Non so come è successo, sei arrivata così improvvisamente. Dall'averti in pancia all'averti in braccio è stato un lampo. E ti ho sentita Sole, chiamarmi, urlarlo di tenerti più vicina. Attaccata al cuore e alla pelle. Volevi riconoscerlo il profumo di tua madre. In quel momento ho avuto la certezza che tenerti sarebbe stata la gioia più immensa della mia vita. Ma con quei pochi passi addosso, come sei arrivata, ho dovuto lasciarti andare. E non esiste giustificazione a tutto il male, che probabilmente, ti ho lasciato addosso nel tempo.

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