(C)onsapevolezze

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QUARTO GIORNO

Mi odierai in questo momento. Tutta la rabbia che hai cercato di contenere starà fuoriuscendo. Ma piano piano riuscirai a vedere tutte quelle consapevolezze, che nemmeno io ho visto fino a poco tempo fa. Ti ho tenuta un tempo infinito, addosso, sperando che potesse cambiare il cielo la mia sorte annunciata in un giorno di ottobre. Mi è stato detto che ti avrei dimenticata. Che niente sarebbe rimasto invariato. Che con i mesi, gli anni, la vita mi sarebbe sembrata sempre più pesante. Mi è stato detto che in parte dovevo ringraziare la gravidanza per il manifestarsi della malattia. Così l'hanno chiamata. Che avrei avuto tempo, così di accettare, prima di crollare. E nel momento esatto in cui ho capito che tutto questo ti avrebbe portata via da me che ho iniziato a scriverti. E nel momento in cui non ti ho potuta stringere più che ho cominciato a piangere. E a disperarmi. Ci sono momenti che ti strappano il cuore di dosso, quello lo ha strappato a me. Fino a che Lorenzo, che non so se avrai mai l'occasione di conoscere, mi ha urlato di reagire, mi ha trovato un posto, non lontano, ma nemmeno troppo vicino, in cui risiedere. Cosicché potessi sempre sentirti vicina. Non ho accettato mai il separarmi da te. Più e più volte ho cercato di scappare, per darti ciò che una figlia si meriterebbe, ma la consapevolezza di averti fatto del male, non ora, nel futuro mi ha ucciso, piano piano, ogni giorno di più. La mia condizione mi ha impedito di poterti amare. Sono oltremodo certa che nonna ti avrà amata anche per me.

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