38. Voglio dividere le notti con te

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Gli sguardi di una persona possono cambiare ma ci sono anche giorni in cui non si può essere sempre di ottimo umore, quindi quando tra me e me ho scelto, ho optato per l'intelligenza e tutte le meravigliose conseguenze. Mi spiego meglio. Credo che nella vita di chiunque possano esistere mille amori, ma che l'amore in se non abbia sfumature. O fa bene o fa male. Nonna non se l'è mai spiegato il mio cinismo, quando dicevo che l'amore non ti spezza a metà. L'amore ti ricuce, magari lentamente, ma lo fa. Nel corso degli anni e delle tempeste. Non esistono notti insonni, o meglio, esistono se divise in due. Ti fa urlare la notte, l'amore, ti fa sussurrare il giorno. L'amore, qualunque sia, non ti tira giù di morale, magari ti fa mettere il broncio ma non ti fa sentire fuori posto, sbagliata.
Non dimenticare è stata la mia salvezza per salvarmi.
Non dimenticarmi di lui e soppesare le parole che ci siamo detti in questi anni è stata la salvezza, forse per entrambi.
Nonna mi vede preoccupata in questi giorni, si prende maniacalmente cura di me. Ho deciso, forse azzardatamente di rivelarle tutto, basta bugie.

«Non vai da Lorenzo?»
«Nonna...»
Ormai è routine che mi domandi di lui molte volte il giorno.
Forse lo vede negli occhi la mancanza.

Avevi l'abitudine di non guardarmi ma nei miei occhi ci sei caduto lo stesso.
Da quel momento non mi hai più lasciato.
Impertinente mi hai osservato per mesi, prima di avvicinarmi.
Adesso capisco perché. Ed io dall'altra parte facevo di tutto per evitarti, ma poi, irrimediabilmente, venivo a cercarti.

Come adesso, che questa città mi inghiotte, mentre cammino verso la sua locanda.
Come il tuo profilo che mi sbatte contro mentre entro.
Come mondi che entrano in collisione.
Ed è sempre ciò che ho voluto.
Mettermi a sedere qui e aspettare.

Mi sussurravi parole, in notti buie come i miei occhi. Avevi molti anni più di me.
Ti riconoscevo nei volti delle persone. In qualche gesto che ho sentito addosso.
Siamo fatti di parole segnate sotto pelle. E adesso mentre io faccio di tutto per non guardarti, tu vieni ancora a cercarmi. E lento cammini, con il bicchiere di vino rosso in mano.

«Sei tornata.» sussurra abbassandosi.
«Per restare.» dico sicura.
Si allargano i suoi occhi.
«So, che per qualche motivo,» continuo alzandomi «ogni passo che ho fatto da quando ho imparato a camminare era un passo verso di te.»
e lo bacio.

Entrare nel locale di Lorenzo ha l'odore di cose che ricominciano. Ripartono, magari traballanti, ma insieme. Conoscerci di nuovo da zero, tipo che io me ne sarei stata per i fatti miei al solito tavolo, con il solito bicchiere di vino e lui sarebbe impertinente arrivato una mezz'oretta dopo e io lo avrei notato per forza e sono sicura che avrei pensato la stessa identica cosa della prima volta, "voglio dividere le notti con te".

Adesso so come comporre il testo sui legami dato dal Prof. Franci.

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