DODICESIMO GIORNO
È la rabbia che prende posto in me in questi momenti. Quelli in cui la mente si abbuia e si fa confusa. È la rabbia che ruba i miei passi non fermi. E tremo davanti ad una vita che non sento più mia. È la rabbia che mi toglie il fiato e l'equilibrio. Anche se la ignoro. Anche se la nascondo. È lì, pronta a rubarseli i miei passi più belli.
Volevo farlo sai? Scappare e urlarlo che senza di te questa vita mi fa male.
Abbracciarti, e perdermici nel tuo profumo. Guardarteli gli occhi, riconoscerti. E' così importante per me riconoscerti. E questa malattia che mi lascia incatenata qui. A questo letto, alla poltrona che si affaccia su questa stupenda valle, è pronta a lasciarmelo quel peso sullo stomaco a cui non ero pronta.
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Legami
Short StoryNon sapevo chi fosse mia madre finché non l'ho incontrata. Non sapevo chi fosse fino a che i miei occhi non l'hanno vista e la mia pelle sentita. Non sapevo chi fossi, finché non ho incontrato mia madre. Non sapevo chi fossi fino a che i miei occh...