10. Niente di vero se non negli occhi

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Quando il tuo corpo sceglie, non c'è mai un momento in cui te lo fa capire. Sono solo i tuoi passi a prendere una direzione. Senza che tu possa invertirne il senso di marcia. La forza che ti attanaglia lo stomaco, e ti spinge avanti.
Niente di vero, se non negli occhi diceva un tempo mia nonna. E forse adesso inizio a comprendere la forza con cui quel giorno me lo aveva sussurrato.
E i vestiti cadono a terra. Le ciglia rallentano il loro sbattere. Come il cuore smette di intraprendere corse inutili quando i pensieri decidono di toccare mamma.
Sbatto la doccia, mi ci infilo dentro. Ed è acqua bollente a farmi male. Perché questo caldo sulla pelle, non è niente in confronto al freddo che sento dentro. Ho un mese di tempo per maturare la parola legami pochi giorni per capire se partire o meno. Ed è la scelta più complicata della mia vita, quella che il mio cuore ha già preso. Razionalmente il mio corpo mi spinge dall'altra parte del mondo, il mio cuore invece, fa un percorso tutto suo.

Lascio scivolare l'acqua, ciò che le mie preoccupazioni non riescono a fare. All'ombra della luna si cercano altre vite, altri guai e altre sicurezze. Ho coccolato i miei mostri nascondendoli. Nascondendomi. Ho preso a botte me stessa. Sono crollata. E da quella polvere ho recuperato pezzi. Ho costruito un muro fatto di parole e notti in bianco. In ogni crepa, ho nascosto un ricordo. Di mia madre. E della bambina felice che sono stata. Devo demolire il muro, e costruire nuovi pezzi di me stessa. Fatti di nuove consapevolezze e passi di accettazione. Ed è il primo passo fuori dalla doccia, quello che sento sulla schiena. Il prendere l'accappatoio, chiuderlo e stringermelo addosso, quello che sento sullo stomaco che si chiude.

La mano che lenta scivola sullo specchio appannato quello che vedo negli occhi.
Il tempo giusto per guardarla Sole, che prende una decisione.
Il tempo che ci vuole per credere che si possa andare avanti su questi passi incerti.
Il vestirmi posato quello che mi porta da nonna.

La trovo in soggiorno, mi metto di fianco a lei, nessuno scambio di sguardi questa volta.

«Lo so nonna che non sono impulsiva. La mia pelle profuma di rabbia e irrequietezza, non di decisioni calibrate. Ma la scelta che ho fatto oggi, l'ho sentita dentro dalla parola legami pronunciata dal professore. L'ho sentita dentro mentre crescevo e non sapevo cosa significasse la parola mamma. L'ho sentita dentro quando l'ho scontrato l'amore dei tuoi occhi. L'ho sentita dentro quando la mia pelle è stata toccata da mani forti ed io ho saputo di esser innamorata.»

Ingoio l'amarezza che si ferma in gola. Prendo un respiro che mi mozza il fiato e lo dico.

«Lo hai detto un giorno, di qualche anno fa. Niente di vero, se non negli occhi. Ed io nonna ho bisogno di incontrarlo questo sguardo. Parto, cerco mamma. Me lo devo. Ce lo devo.»

Si gira a quel punto Luna, mi fissa con i suoi occhioni lucidi. Mi stringe in un abbraccio infinito. E si racchiudono qui tutte le certezze che ho. Si racchiude qui la mamma che ho sempre amato. Colei che mi ha cresciuta e mi ha fatta donna.



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