Aveva passato gran parte del tempo a chiedersi dove fosse Rafe, da una parte perché aveva la sensazione di non aver sfogato abbastanza la sua rabbia nei suoi confronti, dall'altra perché si sentiva sola.
Aveva giocato ai videogiochi, aveva quasi finito "Romeo e Giulietta" e i sintomi della disintossicazione stavano miracolosamente scemando. Non aveva più i tremori e la febbre non superava mai i 37 gradi e mezzo, ma i dolori muscolari persistevano anche se meno acuti.
Tra una cosa e l'altra era già calato il Sole, si era fatta notte e Rafe ancora non si era presentato. Non che fosse strano, dopotutto era prassi, ma aveva un brutto presentimento e voleva capire se avesse ragione o meno.
La voglia di tornare dai Pogues, di sapere di che cosa John B volesse parlarle era arrivata alle stelle. Sentiva la loro mancanza ogni ora di più e la nostalgia la stava soffocando. Le mancavano le giornate in barca, sulla spiaggia, allo Chateau a parlare senza fare granché. Tutte le cose banali e noiose con loro diventavano straordinarie e divertenti.
Era ancora indemoniata per la storia di JJ, avrebbe voluto prendere a pugni Rafe e costringerlo a scusarsi, anche se aveva iniziato a pensare che qualcosa di più grande lo muovesse in quelle occasioni.
Non lo voleva giustificare, voleva capirlo.
Sotto questo punto di vista doveva riconoscere un collegamento tra di loro. Vanya, nei momenti di rabbia, si era sempre sfogata sugli oggetti inanimati, mentre Rafe lo faceva sulle persone e questo lei lo criticava fortememente, ma aveva la sensazione che fosse spinto da qualcosa o qualcuno a farlo.
Dopotutto non aveva quel tipo di reazione solo con i Pogues, spesso al liceo era capitato che si verificassero risse in cortile e Rafe ne aveva sempre fatto parte. Kooks, Pogues, non gli importava ai tempi, ma era cambiato ora.
Stava ancora giocando ai videogiochi quando qualcuno aprì la grata della depandance. Vanya mise in pausa e si voltò, convinta si trattasse di Rafe, ma quando si ritrovò davanti Ward Cameron con espressione funerea, mille domande le riempirono la mente.
«Ciao, Vanya» La salutò lui senza chiudere la grata, il che le risultò strano.
«Salve, signor Cameron» Rispose lei con tono confuso.
«Ti devo chiedere di andar via» Esordì «Rafe, mio figlio, non abiterà qui per un po' e non mi sembra il caso che tu rimanga. Mi dispiace, piccola»
«Non abiterà qui per un po'? Che cosa è successo?» Chiese lei alzandosi in piedi.
Ward si accarezzò la barba, tirò un sospiro, e, alla fine, le rispose con tono sommesso «Ha tentato di rubare in casa per poter pagare quel verme, in più ho scoperto che ha ancora il Vizio e non mi sentivo al sicuro sapendo che girovagava per casa»Vanya si sentì crollare il mondo addosso e fu costretta a sedersi di nuovo prima di iniziare a scrutare il pavimento con sguardo perso.
«Non lo sapevi?» Le domandò lui e Vanya, assente, scosse la testa "Mi spiace, piccola, ma è così"
«I-Io prendo le mie cose e me ne vado» Riuscì a dire solamente, mentre si dirigeva verso la camera da letto.Sollevò da terra il borsone, se lo mise in spalla e una forte fitta le colpì la schiena, costringendola a piegarsi dal dolore. Ward accorse e le diede una mano con la borsa, poi le allungò, con un vago sorriso, il telefono che Rafe le aveva sotratto.
La fece salire in macchina e le chiese dove avrebbe dovuto portarla. Senza pensarci due volte, Vanya rispose lo Chateau ed indicò la strada al signor Cameron via per via. Avrebbe voluto andare a casa per controllare come stesse sua madre, ma si ripromise di farlo più avanti.
Una volta arrivati Ward la fece scendere e se ne andò dopo averla salutata e averle augurato buona fortuna. Vanya si fermò un istante a contemplare lo Chateau dall'esterno e a ricordarsi quanto le fosse mancato in quei quattro giorni. Poi, si diresse all'interno.
Il vago chiacchiericcio si sentiva già da fuori e riuscì a distinguere bene la voce di Kiara e Pope e, sorridendo, afferrò la maniglia e aprì la porta. Il primo ad accorgersi della sua presenza sulla porta fu John B, che sgranò gli occhi e sorrise lentamente, incredulo.
«V?!» Chiese felicemente facendo voltare tutti quanti.
Di colpo venne sommersa da braccia che la stringevano e da voci che la tempestavano di domande.
«Ti ha lasciata uscire?» Le chiese JJ quando l'abbraccio si sciolse.
«Sì, diciamo di sì»
«Diciamo?» Si intromise John B.
«È complicato da spiegare» Disse lei cercando di essere evasiva e i ragazzi lo compresero.
«È passato tutto?» Chiese JJ ancora una volta.
«Non del tutto, no» Spiegò Vanya «Dovrete tenermi d'occhio»
«Nessun problema» Fu la risposta di Esme «Oggi dormi con me»
«Che gioia... sperando di non ritrovarmi per terra come l'ultima volta» Scherzò contenta.
«Rafe cosa ne pensa del fatto che sei andata via?» Domandò Kiara curiosa.
Vanya fece spallucce «Non lo so in realtà»Rafe. Rafe l'ipocrita, il bugiardo, l'opportunista.
«In che senso?»
«Non mi va di parlarne» Tagliò corto Vanya nel momento in cui aveva sentito la malinconia attanagliarla.
«Stavamo aspettando mezzanotte per venire da te» La informò Pope «Ci hai preceduti»
«Meglio così, no?»
«V» John B richiamò la sua attenzione «Abbiamo trovato l'oro»Parlarono a lungo quella sera, tutti seduti in cerchio, insieme a Sarah Cameron, che si era seduta tra Vanya e John B. Spiegarono a Vanya questa storia dell'oro, come l'avessero trovato e da dove provenisse. Alla fine della spiegazione, la sua mascella toccava il pavimento.
Festeggiarono e festeggiarono fino a notte fonda, fino a quando non furono tutti troppo ubriachi per parlare correttamente e si addormentarono. Ma Vanya non riuscì a prendere sonno.
Era l'unica che non aveva bevuto neanche un sorso, aveva preferito non farlo perché le parole di Rafe le erano rimbombate nella mente non appena aveva preso il bicchiere in mano. Non seppe perché lo stette a sentire, ma lo fece.
Rubò una sigaretta e un accendino dal pacchetto di JJ ed uscì a fumare mentre gli altri dormivano sparpagliati per la casa. Si mise ad osservare il cielo e le stelle, o quel poco che si vedeva, e si chiese dove fosse andato Rafe, si chiese se anche lui si stesse chiedendo dove fosse lei. Si chiese come stesse sua madre e se sarebbe stata contenta di rivederla.
Ripercorse quella notte con Rafe, ripercorse tutte le parole che riusciva a trovare; cercò di rivivere l'emozione che aveva provato quando aveva avuto la conferma della provenienza di quei biglietti e sorrise quando si rese conto che lui glielo aveva voluto far capire.
Quella era la prova che Rafe non fosse uguale agli altri Kooks, che c'era del buono in lui che andava solo tirato fuori. Si ricordò anche del volto segnato di JJ che aveva rivisto quella sera, ma non sentì tutta la rabbia che pensava avrebbe sentito.
In qualche modo stava rivivendo la gioia e il batticuore del liceo, stava tornando tutto quasi come se fosse tornata in quei corridoi ad aspettare di vederlo per quei pochi secondi. Sapeva, tuttavia, che loro non avrebbero accettato così facilmente tutto ciò.
Gettò la sigaretta a terra, la spense con la suola della scarpa, guardò la Luna e gli diede la buonanotte, prima di rientrare ed addormentarsi abbracciata ad Esme.
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𝐡𝐚𝐮𝐧𝐭𝐞𝐝 | rafe cameron
Fanfiction" 𝐋𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐞̀ 𝐟𝐫𝐞𝐝𝐝𝐚, 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐚𝐫𝐝𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨, 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐢 𝐜𝐢𝐞𝐜𝐚, 𝐧𝐚𝐬𝐭𝐞𝐧𝐤𝐚 " - 𝒍𝒆 𝒏𝒐𝒕𝒕𝒊 𝒃𝒊𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆, 𝒅𝒐𝒔𝒕𝒐𝒆𝒗𝒔𝒌𝒊𝒋 Vanya Ivanov è nata e cresciuta nelle Outer Banks, fi...