𝐭𝐰𝐞𝐧𝐭𝐲𝐬𝐢𝐱

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Rimasero abbracciati per un periodo di tempo che sembrò interminabile. Rimasero in silenzio e Vanya, poco dopo, si appisolò con il capo sul petto di Rafe.

Lui la lasciò dormire, le accarezzò i capelli e vi giocò facendo scorrere le ciocche tra le dita. Restò a guardarla come se fosse l'ottava meraviglia del mondo e ripercorse tutte le volte che aveva desiderato quel momento mentre un sorriso così dolce da sembrare ossimorico sul suo volto gli incurvava le labbra.

Continuò a contemplarla fin quando, con un mormorio, non si svegliò pochi minuti dopo. Si stropicciò gli occhi e si voltò verso di lui sorridendogli, poi appoggiò una mano sotto alla sua guancia e vi si appoggiò sopra.

«L'avresti mai detto?» Gli chiese.
«Cosa?»
«Io e te, qua, così, ora»
Rafe si fermò a riflettere per qualche istante, poi, scosse la testa «Ci ho sperato, ma non pensavo, no»
«Neanche io» Confessò Vanya «Ti ho odiato per così tanto, ho passato così tanto tempo a rinnegare tutto che non pensavo sarebbe mai stato possibile»

Lo osservò per un po', mentre lui aveva lo sguardo posato sul mare al di fuori della finestra, e si rese conto di avere tante domande che ancora le balenavano per la mente.

Forse la risposta a quest'ultime l'aveva già intuita, forse Rafe gliel'aveva già data, ma, in quel momento, ebbe davvero bisogno di risentirla.

«Perché non me l'hai mai detto?»
«Che cosa?»
«Che... non lo so... che ti interessavo o qualcosa del genere»
Rafe le sorrise innocentemente «L'ho fatto»
«Intendo dire palesandoti, facendomi capire chiaramente che fossi tu a lasciarmi i biglietti e i fiori»
«Avevo paura, V» Confessò alzando le spalle «Non ho mai visto la tua reazione a quei regali, non sapevo come l'avessi presa. In più hai visto la compagnia che ho intorno? Non potevo permettermelo»
«Non ti avrei rifiutato, Rafe» Esordì Vanya «Non ero certa fossi tu, lo sospettavo ma... non lo so, se me l'avessi consegnati di persona avrei mandato a fanculo tutti quelli che mi avrebbero detto di starti lontano»
«Perché?» Chiese lui curioso.
«Perché ho l'abitudine di vedere del buono in tutto e in tutti e sapevo che non fossi come ti mostravi»
«Da cosa lo capivi?»
Vanya fece spallucce «Non te lo so dire, lo sentivo e basta, poi hai iniziato a salutarmi e a sorridermi e ho avuto una piccola conferma»
«Ho davvero fatto una cazzata dicendo quella cosa, eh?»
Lei annuì «Ti ho odiato, mi hai ridotto in cenere la concezione che avevo di te, mi avevi dimostrato di sbagliarmi e che eri come tutti gli altri» Disse tutto d'un fiato per poi fermarsi per qualche secondo «Ma hai continuato a lasciarmi i biglietti e i fiori»
«Volevo che capissi»
«È stato inutile, non te lo nascondo» Scosse debolmente la testa «È stato l'unico momento in cui ho smesso di conservarli»
«Li hai conservati?» Domandò Rafe sorpreso.
«Quelli prima sì, tutti, anche i petali appassiti delle rose. Ho ancora le due anfore di vetro in cui li ho conservati»
Il sorriso di lui si addolcì ancor di più, se solo fosse stato possibile «Se l'avessi saputo prima...»
«Non te l'avrei mai fatto sapere, non potevo andare alla cieca, non ero sicura fossi tu a lasciarmeli, ma mi piaceva l'idea che fosse così»
«Sono stato un coglione» Si maledì «Se solo avessi ammesso tutto quel giorno-»
«Le cose sarebbero solo andate più velocemente» Gli disse lei precedendolo «L'esito è stato lo stesso»
«Sì, ma nessuno sa niente»
«Questo dipende da te, e poi pensi che a loro non lo dirò?»
«Sono sicuro che lo farai e non so come potrebbero prenderla»
«A loro basta che io sia felice, e lo sono» Si tirò su quanto bastò per dargli un bacio veloce «Ora sta a te»

Calò il silenzio mentre Rafe esaminava la situazione. Da una parte avrebbe voluto mantenere tutto così com'era, dall'altra voleva uscire allo scoperto e raccontare tutto a Kelce e Topper nella speranza che avrebbero capito e non l'avrebbero giudicato.

Si trovava dinanzi ad un bivio e avrebbe dovuto scegliere in fretta che strada prendere.
Ma sentiva che solo una delle due fosse quella giusta.

«Lo farò»
«Promettimelo»
«Te lo prometto» Le disse, anche se in cuor suo indugiò.

Tornarono al silenzio. Vanya si sdraiò a pancia in su con la testa appoggiata sul petto di Rafe e lui tornò a giocare con i suoi capelli.

«Come va con i dolori ora?» Le chiese lui dal nulla.
«Quasi spariti, ma mentirei se ti dicessi che a volte non penso di tornare da Barry»
«È normale, tra un po' passerà anche quello»
«Rafe» Lo richiamò e lui la guardò «Grazie»
«Andava fatto, per il tuo bene» Affermò lui «Sono sicuro che loro l'avrebbero fatto prima di me se solo l'avessero saputo»
«Perché non mi hai semplicemente portata in Comumità?» Chiese lei curiosa.
«Perché ti avrebbero dato la possibilità di uscire dopo un po'» Confessò «E sapevo che saresti rimasta lì dentro per più tempo del previsto proprio per questo»
«Non credi nelle mie capacità di resistere agli impulsi?» Lo provocò lei fingendosi indignata e dandogli un piccolo pugno sul petto.
«No, non proprio»
«Senti da che pulpito parte la predica!»
«Come non ci riesci tu non ci riesco neanche io» La rassicurò lui «Agisco senza pensare, molte volte»
«È per questo che hai picchiato JJ?»

Rafe perse un battito. Aveva sperato che quel discorso non sarebbe mai più uscito allo scoperto, ma, dopotutto, vista la sua gravità, come poteva crederci davvero?

«In parte» Esordì con un groppo in gola «Ho sempre avuto problemi a gestire le situazioni di quel tipo. Una persona normale cerca di evitare di alzare le mani, no?» Chiese e Vanya annuì «Ma avevo capito che Maybank aveva sentito la chiamata, e che quindi avesse capito. Avevo paura che ti avrebbero portata via mandando a puttane tutto» Continuò senza fermarsi un istante «In più c'era la storia della festa sulla spiaggia»
«Non è interessato a me, Rafe» Spiegò Vanya in tranquillità «In nessun modo, non più almeno. Credo abbia qualche impiccio con Esme di cui non parlano, l'ha fatto per farle avere una reazione»
«Sì ma mi ha fatto incazzare»
Vanya si girò a pancia in giù e gli afferrò il viso tra le mani «La prossima volta cerca di contare fino a dieci, perché non voglio più vedere nessuno di loro in quelle condizioni per mano tua»
Rafe annuì e Vanya gli lasciò un bacio sulla fronte prima di alzarsi e rivestirsi.
«Dove vai?»
«Voglio fumare una sigaretta» Gli rispose mentre si allacciava i pantaloncini «Ma casa dei Glisten affaccia sul porto e non mi sembra il caso di uscire a tette all'aria»

Uscirono entrambi e Vanya si accese finalmente quella tanto desiderata sigaretta mentre Rafe se ne stava alle sue spalle con le braccia strette intorno alla sua vita. Poi, il telefono di lei vibrò e un mesaaggio da Esme illuminò lo schermo.

"Ward sta per portare Sarah alle Bahamas" Recitava la prima parte "Crediamo abbia l'oro. Vieni allo Chateau, dobbiamo andare. CORRI.".

Rafe si sporse di poco, lo sguardo gli si posò sul telefono e istantaneamente il suo sangue iniziò a ribollire.

«Vuole portare Sarah alle Bahamas?!» Chiese quasi urlando.

«Non so di cosa stiano parlando» Disse lei confusa.
«Lo so io di cosa stanno parlando. Se ne vuole andare senza di me» Continuò lui per poi voltarsi e tornare in stanza a finire di vestirsi.

Vanya lo seguì con il terrore negli occhi e lo trovò mentre si infilava la maglietta di corsa.

«Dove stai andando?!» Gli domandò confusa e leggermente nel panico.
«Dove stiamo andando, tu vieni con me»
«Rafe, non-»
«Andiamo»

Le disse solamente, per poi afferrarla da un braccio e trascinarla giù per le scale, verso la moto.

𝐡𝐚𝐮𝐧𝐭𝐞𝐝 | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora