Quattro

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-"Dai, Jeff! Pensa positivo", disse Mia la mattina dopo all'entrata della scuola.


-"Non posso rispondergli! Come faccio a pensare positivo?", risposi tristemente.


-"Mi è venuta un'idea fantastica! Un po' fuori dalla tradizione, ma sarà altrettanto efficace, se non di più!", disse entusiasta, "Ma te la dico dopo. Ora devo andare in palestra, a dopo!".

Mi salutò con la mano e corse via lasciandomi nel corridoio da sola. Vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno quando non si trattava di lei. Mi urlò di pensare ad una soluzione, ma non c'era niente che facesse parte della tradizione: si diceva che se non si seguivano i procedimenti previsti dalla tradizione, la coppia sarebbe stata sfortunata per sempre. Non ero superstiziosa, ma era inquietante.


Mi avviai verso l'aula di matematica appena suonò la campanella e mi sedetti nell'ultimo banco, così potevo facilmente distrarmi e pensare a una soluzione. A mie spese imparai che gli ultimi banchi sono sempre quelli presi di mira dagli insegnanti: fui tempestata di domande e non riuscii a distaccarmi dalla lezione nemmeno per un istante talmente ne ero protagonista. Al suono della campana mi rilassai e andai verso i distributori automatici, dove mi ritrovavo con Mia. Seguivamo quasi tutte le lezioni insieme, ma quando capitava che lei andasse in palestra ed io a lezione di biologia sceglievamo un punto dove incontrarci per riprendere la mattinata insieme. Il martedì ci incontravamo davanti ai distributori di bibite. Arrivai lì ma lei non c'era ancora. Dovetti aspettarla dieci minuti e arrivammo in ritardo alla lezione di storia. L'insegnante ci sgridò e appuntò nel suo registro il ritardo. "Ci mancava solo questa", pensai. Mia era una fonte di continui inconvenienti e figuracce ma, tutto sommato, mi divertivo. Suonò la campanella e mentre uscivamo dalla classe, l'insegnante ci richiamò dentro.


-"Allora, signorine. Io non ammetto nessun tipo di ritardo alle mie lezioni, se non per gravi e giustificati motivi. Non mi sembra che il vostro ritardo sia stato per motivi gravi e, tanto meno, giustificabili o giustificati, perciò siete calorosamente pregate di trattenervi qui, oggi pomeriggio, presso un corso doposcuola", disse, "E buona giornata", aggiunse sarcastico. Lo salutammo a nostra volta e ce ne andammo.


-"Che cavolo ci facevi in palestra ancora? Perché sei arrivata in ritardo?", chiesi a Mia mentre ci avviavamo nell'aula di lettere.


-"Il prof ci ha fatto fare dei nuovi esercizi e ha insistito perché tutte li provassimo nonostante fosse suonata la campanella", si giustificò.

L'insegnante di educazione fisica impartiva dei corsi di ginnastica ritmica durante la mattinata e gli studenti potevano partecipare se avessero un'ora libera oppure portando un permesso firmato dallo studente, dai genitori, dall'insegnante del corso supplementare e dal dirigente scolastico per autorizzazione. Nessuno seguiva la seconda via, troppo lunga, si preferiva passare il pomeriggio a scuola o recuperare la lezione persa con un'interrogazione in più a seconda che l'insegnante fosse antipatico o simpatico. Io preferivo affrontare l'interrogazione, piuttosto che perdere tempo ai corsi doposcuola: non c'era niente che m'interessasse.

Andammo in mensa e mangiammo al nostro tavolo all'angolo. Cominciava a fare freddo fuori: quando c'era il sole, mangiavamo ai tavolini all'esterno o, se non trovavamo posto, sull'erba.

I ragazzi che ci avevano inviato l'invito per la festa ci guardavano speranzosi in attesa della busta che avrebbero aperto il pomeriggio stesso. Noi evitavamo gli sguardi di tutti per non creare illusioni a nessuno.


-"La tua idea, per favore", dissi a Mia con tono seccato.


-"Allora, non so se sarai d'accordo ma credo sia il modo più efficace e immediato. Quindi", cominciò, "Prima di tutto dobbiamo frequentare il suo stesso corso doposcuola oggi. In qualche modo, poi, ci avviciniamo a lui e facciamo in modo di parlarci. Quando la conversazione sta andando bene, gli dici che hai ricevuto l'invito e che il mio cane l'ha mangiato. Così, l'unico modo per comunicargli la tua risposta era parlargli direttamente. Lui starà ad ascoltarti sperando che la tua risposta sia affermativa e gli dirai che hai accettato l'invito. Come ti sembra?", disse entusiasta.

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