Tredici

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-"Come stai oggi?", chiese Mia che mi era venuta a prendere a casa per andare a scuola.


-"Sufficientemente bene", risposi.


-"Perfetto! E' la risposta che speravo di sentire!", disse entusiasta.


-"Mi nascondi qualcosa?", chiesi aspettandomi una proposta delle sue.


-"Deve essere una sorpresa!", rispose contenta.


-"Lo sai che non amo le sorprese".


-"E da quando? Beh, in ogni caso non uscirà nulla dalla mia bocca", ripeté.


Decisi di accettare, nonostante la mia disapprovazione.


Non andavo a scuola da due mesi e mezzo, da quando ero scomparsa. Mia madre, Lilian, quando tornai, preferì non mandarmici subito, capendo che non ero nelle condizioni adatte a frequentare le lezioni. Da qualche giorno avevo accettato che Lilian fosse mia madre, ma non notavo alcuna somiglianza tra noi due e tanto meno con mio padre, Mark, eccetto la passione per la biologia. Poi c'era mio fratello, Bob. Non avevamo nessun carattere fisico simile, ma mi abituai a chiamarli mamma e papà, famiglia.


Era il mio primo giorno di scuola da quando ero tornata e tutto era così strano. I compagni erano gentili e mi ringraziarono mille volte per l'aiuto che avevo dato loro. Gli insegnanti erano premurosi e attenti a non spaventarmi con i programmi. Quando seppi che ero tra i migliori studenti della BRFHG mi venne un colpo: non me l'aspettavo. Io, un genio? Risi dentro di me, ma sapevo che era vero. Non ricordavo nulla ma ero decisa a riprendere gli studi e a tornare tra i migliori studenti.


Purtroppo non fu così, o almeno non subito. Le mie prime interrogazioni furono un fiasco. Non riuscivo a concentrarmi e a trovare le parole giuste mentre esponevo gli argomenti davanti a tutta la classe e all'insegnante. Nonostante i brutti voti, non mi diedi per vinta e misi un annuncio sulla bacheca della scuola per trovare un tutor, in modo da poter riavere i miei vecchi voti, che non ricordavo assolutamente di avere.


Intanto le mie notti erano sempre più tormentate da incubi e strani sogni su uomini malvagi e bestie feroci. Non capivo perché sognassi tutto questo, ma non riuscivo a pensare ad altro. Spesso, durante le lezioni, gli insegnanti mi coglievano distratta e lasciavano passare, ma altre volte mi facevano domande cui non sapevo rispondere e mettevano un segno negativo sul registro in corrispondenza del mio nome. Ero turbata da questa cosa e più cercavo di migliorare più sembrava che peggiorassi.


-"Jeff, ci sarà il Ballo di fine anno il mese prossimo. Ci andremo?", chiese Mia raggiungendomi di corsa nell'aula di biologia. Era felicissima e non vedeva l'ora di andarci con il suo ragazzo, Mike.


-"Non lo so, non ho una grande familiarità con le feste", risposi.


-"Ho chiesto a Mike se sa qualcosa dei Murray. Ha detto che non li vede e sente dalla Festa di Carnevale. E li aveva visti con te. Non mi ha saputo dire altro. Mi dispiace Jeff. Ti ha richiamato?", disse.


-"Non ti preoccupare. Anzi, ti sono riconoscente. No, non ha richiamato. Oggi gli lascerò un altro messaggio".


-"Vuoi che venga da te?".


-"No, non serve. Grazie lo stesso. Allora, cos'è questo Ballo? Racconta".


-"E' semplicemente e unicamente bellissimo! Possono partecipare solo gli studenti del terzo e quarto anno. Bisogna andarci in coppia, ma so che diverse persone ci vanno da sole. E' obbligatorio avere un vestito elegante, comprese le scarpe. Ci saranno musica, cibo e bevande a volontà. Di solito è organizzata dagli studenti del quarto. Si svolge di sera e spero vivamente che anche quest'anno sia così".

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