Cinque

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-"Mamma, puoi dire a Malia di smettere di cantare? Sta per rompere tutti i vetri! E sai che sono costati parecchio!", urlò infastidito Bob dalla sua camera.


-"Malia, canta a voce bassa, tesoro. E Bob, smettila di mettere il naso in affari che non ti riguardano", disse mia mamma dalla cucina.


La mia casa è disposta su due piani ma riusciamo a parlarci da una stanza all'altra senza problemi, anche da un piano all'altro.


Quella mattina ero felice. Avevo accettato l'invito di Alan senza l'aiuto di Mia e mi sentivo soddisfatta. Avrei dovuto andare a prendere un vestito al più presto: non era il genere di abiti che ero solita comprare e ne ero a corto, al momento.


-"Mamma, oggi devo andare a comprare il vestito per la Festa d'Autunno assieme a Mia, ci accompagni? Per favore?".


-"Chi ti ha invitato?", chiese mia mamma con occhi brillanti.


Mio papà era seduto a tavola che leggeva il giornale e quando parlai di Festa d'Autunno alzò gli occhi su di me e mi guardò in cagnesco.


-"Già, chi ti ha invitato, Lia?", aggiunse lui.


-"Un ragazzo nuovo. Si chiama Alan Murray ed è un ragazzo intelligentissimo", risposi quasi incrociando le mani.


Mia mamma era contenta per me e non vedeva l'ora di conoscerlo. Anche mio papà era entusiasta all'idea di incontrarlo, ma non allo stesso modo in cui lo eravamo io e la mamma.


-"E da dove viene questo Alan?", chiese mio papà in tono autoritario.


-"Lui abita con i suoi due fratelli e il fratellino Benjamin. Non abbiamo mai parlato delle nostre famiglie. In effetti, non abbiamo parlato affatto", ammisi.


-"E tu vorresti andare alla Festa d'Autunno con un ragazzo che nemmeno conosci? Non sono d'accordo Malia, tu resterai a casa", disse irrequieto.


-"Suvvia, Mark. Anche noi non ci conoscevamo prima che m'invitassi al Ballo di fine anno. Non vedo perché la nostra Malia non debba andarci. E poi è solo una festa, tornerà a casa presto. Vero, piccola?", disse mia mamma rivolgendosi a me.


-"Certo, assolutamente", promisi.


-"E ci sarà anche Mia, no?", mi chiese mia mamma per rassicurare mio papà.


-"Assolutamente", ripetei.


-"Perfetto, no? Andrà benissimo, stai tranquillo. Si merita un po' di svago la nostra piccola", aggiunse mia mamma, stavolta parlando con mio papà.



Andai a prendere Mia a casa sua e ci incamminammo verso la scuola.


-"Allora com'è andata la passeggiata con Alan ieri?", mi chiese Mia insistente.


-"Bene", risposi senza far trapelare il mio entusiasmo.


-"Dai raccontami tutti i dettagli della vostra conversazione!", m'implorò.


-"Abbiamo parlato poco e gli ho detto che non gli avrei potuto rispedire l'invito. Non gli ho spiegato perché e non l'ha voluto sapere. Così gli ho detto che accetto il suo invito".


-"E...?", chiese ancora.


-"Cosa?".


-"C'è stato dell'altro? L'hai presentato ai tuoi genitori? Voglio sapere tutto!".


Sembrava che la curiosità la lacerasse dentro. Risi.


-"No, Mia. Non c'è stato nient'altro e non l'ho ancora presentato ai miei. A proposito, oggi andiamo a prendere l'abito?", proposi per spostare la conversazione su un punto meno imbarazzante.

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