-"Ciao, Tiphani. Come stai?", le chiesi quando la incontrai in biblioteca. Da quando era stata rapita, non frequentava la biblioteca assiduamente come prima. Ci andavo ogni giorno per incontrarla e scambiare quattro chiacchiere, ma non c'era mai. Fino a quel giorno, tre settimane dopo il suo ritrovamento.
-"Ehi, Malia. Tutto bene?", disse sorridendo.
-"Non c'è male", risposi, "e tu come ti senti?", aggiunsi.
-"Molto meglio da quando riesco a dormire la notte", rispose.
-"E' per questo che non frequentavi più la biblioteca?".
-"Sì, purtroppo. E ho fatto diverse assenze. Non riuscivo a dormire fino all'altro ieri e stanotte ho recuperato tutto il sonno perso". Sorrise. Sembrava felice.
-"Come mai questo disturbo?".
-"Facevo ogni notte lo stesso sogno. Ogni notte, però, cambiava qualche dettaglio: la prospettiva, il numero delle persone che mi stavano intorno, la luce. Ma ogni notte mi svegliavo turbata, non so spiegarti come mi sentivo in realtà. So solo dirti che mi sentivo come se fosse successo qualcosa senza sapere che cosa. Mi svegliavo sudata e spaventata. A volte svegliavo tutti in casa dalle urla", raccontò.
-"E ora stai meglio?".
-"Decisamente. Giorno dopo giorno le figure sbiadivano fino a non riuscire a distinguerne i contorni. Poi, l'altra notte, è sparito tutto e stanotte ho dormito d'incanto".
E' successa la stessa cosa a Stella, pensai. Mia mi aveva raccontato che sua cugina non veniva a scuola perché la notte non riusciva a dormire. Sognava sempre di essere circondata da uomini, che aumentavano di numero notte dopo notte, sogno dopo sogno. Le parlavano ma lei non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Solo quando tutto si faceva meno nitido le parole degli uomini si fecero più chiare: "Non è lei. Dobbiamo trovarla!", dicevano e svanivano nel nulla, così com'era svanito il ricordo di quei giorni passati chissà dove con chissà chi.
E se quei sogni fossero stati, in realtà, dei ricordi? Sarebbe stato possibile che il subconscio di quelle ragazze rapite inviasse loro un messaggio tramite i sogni? Si faceva tutto sempre più misterioso e complesso, ma non mi diedi per vinta.
Altre ragazze sparirono e tornarono senza ricordi per tutto l'inverno. Ora, però, sparivano per qualche ora. Venivano rapite la sera, prima del coprifuoco, e tornavano la mattina, prima di andare a scuola, appena dopo il termine del coprifuoco. Mediamente veniva rapita una ragazza alla settimana e la polizia non riusciva a collegare i rapimenti. Non c'era nessun collegamento effettivamente, se non l'età: tutte avevano 16 anni. Era fine Febbraio e il colpevole era ancora a piede libero.
Per smorzare la tensione, il preside ci autorizzò a organizzare la Festa di Carnevale, o di Primavera, che si sarebbe svolta il pomeriggio del giorno dell'equinozio di primavera e sarebbe terminata prima del coprifuoco.
-"Ci prende in giro? Festeggiare di pomeriggio?", domandò Mia stizzita.
-"Vuole solo proteggerci. E poi, alle 16 è già buio. Non si noterà la differenza", dissi.
-"Sì, lo so. Ma non è la stessa cosa. E' triste festeggiare di pomeriggio. E, soprattutto, è triste festeggiare quando ragazze della nostra età vengono rapite e restituite ai genitori senza il minimo ricordo di quello che hanno fatto nelle ultime dieci ore", sbottò.
-"Sono d'accordo con te. Ma il preside ha ragione, dobbiamo stare calmi e uniti".
-"Jeff, hanno già rapito la maggior parte delle ragazze di 16 anni del liceo. Quanto pensi che ci voglia ad arrivare a noi?!", disse e scoppiò a piangere.
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Voglio ricordare
General FictionQuesta è la storia di Malia, una liceale che vive in un paesino alle porte di un bosco. Sarà protagonista di un'avventura che le sconvolgerà la vita, la sua intera esistenza. Sarà lei a voler ricordare. Non è la solita storia di lupi mannari e vampi...