Diciassette

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-"Allora hai visto i vestiti che ti avevo fatto da piccola?", mi chiese mia madre a colazione.

-"In realtà dopo svariate ricerche di chiavi e torcia, mi sono stancata e sono andata a dormire. Mi dispiace".

-"Meglio così. Li andremo a vedere insieme", mi confortò.

Non ero più sicura di voler vedere quei vestiti, di conoscere il mio passato.

-"Cosa c'è tesoro?", chiese mio papà.

-"Ho dormito male. Tutto qui", risposi brevemente. Non potevo raccontare loro che avevo visto qualcuno gironzolare per il giardino e che mi fissava.

-"Oggi cos'hai a scuola?".

-"Niente di importante. Anzi, oggi inizio le lezioni con un tutor. Per fisica, sono una schiappa".

-"Tu? Un tutor?", chiese stranito mio papà.

-"Sì, io, un tutor. Sono un'ignorante. Non riesco a mantenere i voti del primo quadrimestre".

-"Tu sei un genio, Malia. Sei capace di fare tutto e vedrai che questa sarà una passeggiata. E se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiedere consigli. Capito?", disse papà. Era sempre gentile e disponibile con me. Mi voleva bene, così come mamma e Bob.

-"Grazie", risposi riconoscente di avere una famiglia come quella.

La mattinata trascorse velocemente tra una lezione e l'altra. L'insegnante di letteratura mi aveva interrogata ed era andata bene, nonostante non avessi ripassato il giorno prima. Mia mi fece i complimenti, come sempre. Ero una specie di idolo per lei, ma non aveva intenzione di "sprecare tempo con lo studio", così diceva.

-"Oggi verrò a casa con te. Voglio vedere a che punto è tua madre con il vestito", disse quando fummo sedute al nostro solito tavolo in mensa

-"In realtà io non torno oggi. Devo stare qui a fare fisica col tutor, ricordi?".

-"Ah già! E a che ora torni?".

-"Non lo so, ma quando esco ti chiamo. Va bene?".

-"Va benissimo! Sai chi è il tuo tutor?".

-"No, non mi ha detto niente la signora in segreteria".

-"Oh, peccato. Beh, spero per te che sia un bel ragazzo", disse maliziosa.

-"Smettila, Mia. E' una cosa seria. Certo, se è un ragazzo e per di più carino sarebbe molto più piacevole", sorrisi.

-"Speriamo bene. E, mi raccomando, voglio sapere tutto!".

-"Assolutamente".


Si erano fatte le 15: mancava un'ora alla mia prima lezione. Così girovagai per la scuola, alla ricerca di qualche aula che non avevo ancora visto. Incontrai diversi studenti intenti a fare compiti, studiare o ripassare. Diversi erano nelle aule di informatica che passavano il tempo al pc chattando, giocando o studiando. Cercai un pc libero e mi sedetti ad aspettare: mancavano 40 minuti. Guardai la mia mail: tutti messaggi spam e offerte di viaggi e vacanze. 15:30. Cercai sul web i nuovi film in uscita al cinema. Ce n'erano di carini ma niente di speciale. 15:45. Un quarto d'ora. Spensi il computer e mi avviai verso l'aula di chimica. Erano le 15:55 e non c'era nessuno. Mi sedetti, tirai fuori i libri ed aspettai. 16:05, ancora nessuno. Il mio tutor era in ritardo. Mi guardai intorno: il laboratorio era pieno di provette, bilance, aggeggi strani che non avevo mai osato toccare. 16:20. Com'era possibile? Se non arriva entro dieci minuti vado in segreteria a chiedere spiegazioni. Com'è possibile che un tutor arrivi in ritardo?, pensai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 01, 2016 ⏰

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