Un mese dopo...
Davanti allo specchio, l'ultima sistemata ai capelli mi strappa un sorriso. È una di quelle giornate in cui tutto sembra incastrarsi per il verso giusto: i capelli non fanno i capricci, il trucco è venuto bene, e l'outfit che ho scelto mi piace molto,mi fa sentire a mio agio. Oggi devo proprio andare dai parenti per il pranzo, e per una volta ne sono davvero contenta. Non li vedo da settimane, e l'idea di rivedere quei volti familiari mi mette addosso una certa eccitazione.
Mentre mi guardo un'ultima volta allo specchio, sento papà chiamarmi dal corridoio.
«Keira, sei pronta?»
La sua voce è gentile, ma ha quel tono che tradisce un pizzico di impazienza. So che anche lui è contento di questa giornata: gli piace trascorrere del tempo con suo fratello, anche se raramente lo ammette apertamente. Sorrido tra me, prendendo la borsa dal letto e tirando un respiro profondo.
"«Arrivo, pa!» rispondo, uscendo dalla mia stanza e dirigendomi verso di lui. Lo vedo già pronto sulla porta, con il cappotto addosso e un sorriso che prova a nascondere dietro un'espressione seria.
Proprio mentre sto infilando la giacca, sento il telefono vibrare nella tasca. Lo tiro fuori e il cuore mi fa un piccolo balzo quando vedo il nome di Jackson illuminarsi sullo schermo. Dopo il bacio che ci siamo dati mentre ero malata è cambiato tutto,ora non è più solo jackson è il mio jackson, perché, ora siamo un noi.
Jackson: "Ehi,piccoletta, cosa combini oggi? Troppo occupata per un caffè con me?"
Sorrido leggendo il suo messaggio. È il classico Jackson, diretto e scherzoso al tempo stesso, come se sapesse esattamente cosa dire per strappare un sorriso. Per un attimo, la tentazione di rispondere con un sì e mandare all'aria il pranzo con i parenti mi sfiora la mente. Ma mi riprendo subito, ripetendomi che oggi è importante per me e per i miei parenti che non vedo da un bel pò, Jackson capirà.
Io: "Oggi pranzo di famiglia! Ci sentiamo dopo?"
Aspetto la sua risposta, mentre papà mi guarda con un sopracciglio alzato. Mi limito a sorridere e ad abbassare lo sguardo, cercando di non tradire troppa emozione. Appena metto via il telefono, però, lo sento vibrare di nuovo.
Jackson: "Ah, peccato! Ma ti lascio andare solo se prometti di pensare a me durante il pranzo."
La sua risposta è seguita da un'emoji che mi fa ridere.
Io: "Promesso. E non fare guai senza di me!"
Spengo il telefono e lo metto in modalità silenziosa per evitare distrazioni. Dopo un'ultima occhiata soddisfatta allo specchio, seguo papà verso la macchina.
Le strade sono tranquille oggi, e il sole filtra attraverso i finestrini con una luce calda e avvolgente. Papà inizia a cantare una canzone che passa alla radio, e io rido mentre lo guardo assorto nel testo.Finalmente arriviamo a casa dei miei zii. Vengo subito accolta da abbracci.
Mi sento a casa, circondata dal calore di quelle persone che mi hanno vista crescere, e mi godo il momento, felice di essere lì.Mentre ci sediamo a tavola, le conversazioni si accavallano, e i piatti iniziano a riempire la tavola con profumi invitanti. In sottofondo ci sono i piagnistei di isaac,ovvero mio nipote di due anni. Cosi invece di mangiare mi metto a giocare con lui,inizia a darmi calci e schiaffetti che non mi fanno niente. Così continuiamo a giocare.
Quando tutti finiscono di mangiare io torno a tavolo per parlare. Inizio a conversare con mia zia delle solite cose ovvero: scuola e amici.
Quando finalmente ci spostiamo in salotto per un po' di relax, il mio telefono vibra di nuovo. Questa volta non resisto e, con una scusa, mi allontano un attimo per leggere il messaggio.
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Trapped Animals
Randomsette ragazzi insieme dall'asilo. Il quarto superiore sarà un'avventura fatta di conoscenze amori e tanti dubbi. Tante paure e cose da scoprire. Keira,Yasly, Silvia, Violet,Lip,Luke,Jackson animali in gabbia, una gabbia aperta.