5. Momento di debolezza

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Silvia POV.

Mentre mi asciugo i capelli si accende il telefono per l'arrivo di una notifica su wathsapp.
Un numero sconosciuto
'ciao pupa' non rispondo, lo fisso per minuti interi, 'mai fidarsi degli sconosciuti' ripeto mentalmente
'Ehi è maleducazione non rispondere' non se sei uno sconosciuto, mi ripeto mentalmente, apro la chat ma lascio il visualizzato.
'okay ho capito non risponderai🖕🏼' leggendo l'ultimo messaggio, blocco subito il contatto,ma appena torno sulla chat vedo un messaggio nuovo
'volevo fare il misterioso ma non ti fidi degli "sconosciuti".
Sono Chris mi ha dato il tuo numero Jackson o meglio lo preso dal suo telefono' lo sblocco e gli rispondo
'sei proprio un maniaco' chiudo la chat e spengo il telefono mettendolo in modalità NON DISTURBARE.

Keira pov.

Sto fissando il soffitto da un'ora pensando a Jackson, forse mi potrebbe aiutare,ma forse no, si ricorderà di quella volta che stavo piangendo? probabilmente no eravamo piccoli.

Mi risvegliò dai miei pensieri una notifica,prendo il telefono e vedo che è di Jackson, leggo attentamente il messaggio
'Ehi Keira, ti va di camminare un po'? Così parliamo, ultimamente non ne abbiamo il tempo, fammi sapere ' mi alzo immediatamente leggendo questo messaggio, gli rispondo con un semplice 'okay' e mi preparo,quando un altra notifica illumina il mio telefono mi ci fiondo
'Sono da te tra 5 minuti'.

☀️

Quando scendo di sotto, vedo Jackson vicino al cancello più piccolo con un sorriso,stupendo.
Gli dico di aspettare un minuto e poi esco, così ci incamminiamo
«come stai?» ultimamente si preoccupa molto per me, e non so se sia un bene
«Tutto bene,gigante tu?»
«Alla grande» mi sorride e continua
«L'altra sera... perché mi hai cacciato via?»
«I...io ecco non te lo so spiegare»
«Almeno provaci» alza leggermente il tono di voce e mi spavento, bloccandomi di colpo, quando se ne accorge si scusa, così io annuisco e continuiamo a camminare però cerco di stare dietro di lui almeno di due passi.
"«Okay, ci provo» mi blocco pensando a come spiegarglielo, senza dire troppo
«Non dovevi venire. Era tardi e i miei dormivano» abbasso la testa per la vergogna che provo, lui si blocca di colpo mi tira su la testa e mi scruta con attenzione
«mi...mi dispiace» dice con tanta vergogna
«No no tranquillo» lo provo a rassicurare, mi abbraccia e posa un dolce bacio sul mio capo, lo abbraccio a mia volta, dicendogli:"tu me arreglas" (è spagnolo, e vuol dire "tu mi aggiusti") lui risponde con un sorriso e poi sussurra sul mio orecchio "Si me dejas hacerlo lo haré sin fin" ( vuol dire "Se me lo lasci fare lo farò all'infinito") una lacrima mi solca il viso, per due motivi
-sa lo spagnolo
-mi sta abbracciando non sapendo neanche la verità.

Ora tocca a me a fargli una domanda così gli dico:«cosa hai sentito veramente?» tutto il coraggio che credevo di avere svanisce e mi ritrovo a sussurrare come una deficiente.
«Tutto» risponde lui fa una breve pausa
«Io... io non capisco perché non me ne hai mai parlato? Io ci sono lo sai nanetta» mi sorride con premura poi mi scompiglia i capelli
«Non dovevi origliare» anche se vorrei sprofondare nelle sue braccia mi ritrovo a essere fredda e distaccata ripetendo dentro di me che é per il mio bene
«keira...so che non stai bene si vede dal tuo visino triste, da i tuoi lividi... pensi che sia talmente rincoglionito da non averli visti?
lo stucco che ti metti in faccia non copre più di tanto, noto il tuo comportamento. HO VISTO COME TI SEI SPAVENTATA QUANDO VOLEVO SCOMPIGLIARTI I CAPELLI VEDO IL TERRORE NEI TUOI OCCHI HO VISTO COME HAI REAGITO ALL'ARGOMENTO 'VIOLENZE DOMESTICHE'»sbotta innervosito,non so che dire così mi volto e me ne vado.

☀️

1 settimana dopo...

Non vado a scuola dalla passeggiata non ho le forze di alzarmi e i miei genitori sono troppo impegnati per badare a me.
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi, ultimamente fatico molto a dormire per colpa dei miei incubi. Ma sento le palpebre pesanti e così chiudo gli occhi.

Sono sdraiata sul letto leggendo il mio libro preferito 'offline 2' quando sento dei rumori dalla cucina.
Mia madre sta urlando il mio nome lamentandosi che la sto ignorando, quando in realtà non lo veramente sentita, sento la sua mano sbattere sulla porta e avvicinarsi a me con la cintura tra le mani mi urla addosso "che ti ho detto Keira? Dovevi sistemare i panni sul mio letto. Perché non lo hai fatto? Smettila di prendermi in giro" PAM la prima cinturata sulla schiena , PAM altra cinturata sulle coscie.
Scoppio a piangere

Mi sveglio di colpo, ho le guance ricoperte di lacrime, mi alzo e mi dirigo in bagno.
Mi guardo allo specchio sciaquandomi il volto, l'occhio mi cade nella pochette dove c'è una lametta,la prendo, la porto all'altezza del polso e perdo il controllo delle mie azioni.

Non riesco a fermare il sangue.
Inpanicata prendo il telefono e scrivo a Jackson
'Aiutami ti prego ho fatto una cazzata non so come rimediare'
Risponde dopo pochissimo tempo
'Che hai fatto?'
'Mi sono ferita'
'Arrivo subito parto ora due minuti e sono da te nanetta'
solitamente quando lo faccio resto nell'ombra copro il polso, mettendo felpe con maniche più lunghe per coprirmi, ma questa volta credo di aver toccato il fondo.
Lui sa già di questa cosa ne avevamo parlato in 2º superiore una delle prime volte che venì a casa mia.

Lo sento bussare,ma non mi muovo, sento la porta aprirsi, lo sento entrare, i suoi passi riecchegiano nell'aria, quando entra in bagno si paralizza alla vista del sangue.


«C... cos'hai fatto ?»
Sento i suoi occhi puntati su di me non smette di fissarmi, mentre io non riesco a guardarlo
«CHE CAZZO HAI FATTO?» sbotta all'improvviso e mi spaventa, copro le orecchie tremante e mi allontano leggermente da lui, sento il sangue colarmi su tutto il braccio, é talmente tanto che mi sento debole quasi sfinita,ma non me ne curo.

Cerca di avvicinarsi a me, però ogni passo che fa per avanzare,io lo faccio per indietreggiare, sussurro un flebile "vattene" con le mani ancora sulle orecchie, le abbasso leggermente poi le lascio cadere sui fianchi.
Si ferma, mi guarda, cerca di dire qualcosa ma richiude subito la bocca.
Mi volto verso la finestra,sta diluviando, cosi rifletto.
"Sei venuto con la moto?"
"Ehmm si" cazzo non lo posso mandare via con questo diluvio.
Cazzo, cazzo ora che faccio
"Vuoi...vuoi restare a dormire?"
"Beh non saprei" si porta una mano per grattarsi la testa visibilmente a disagio.
"M...mia madre non c'è, neanche mio padre, sto da sola ti va di farmi compagnia? Solo che ho un letto quindi dovremmo dormire insieme però è a due piazze" mi lascio prendere dall'ansia iniziando a parlare a macchinetta, lui annuisce ancora più a disagio
"Ehm okay scrivo hai miei che sennò si preoccupano"
Abbasso il volto ora mi sento io leggermente a disagio.
«okay»
Appena finisce di scrivere, torno a cercare delle bende, ma il polso mi crea dei dolori lancinanti, quando lui se ne accorge, mi dice:« aspetta faccio io» una breve pausa e passa al disinfettarmi il taglio, continua a guardare le mie espressioni facciali.
«ti fa male?» annuisco
«niente di nuovo, tranquillo».
Dopo quella frase segue il silenzio più totale.

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