18. fragile per la persona giusta

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Lip pov.

Finita la serata con josh, io e violet iniziammo a scherzare e coccolarci mentre ci dirigemmo nel letto. Mentre il calore di Violet si diffuse nel letto, mi ritrovai a riflettere su quanto fosse preziosa. La sua presenza, la sua voce dolce e rassicurante, tutto sembrava illuminare la parte più buia di me. Ma, nonostante il conforto che mi dava, un’ombra di incertezza si era già insediata nel mio cuore. Sapevo che non era solo una questione di parole; era il peso di tutto ciò che non riuscivo a dire.

La stanza era avvolta in un silenzio quasi palpabile, interrotto solo dal suono del nostro respiro sincronizzato. Violet si era già addormentata, ma io ero ancora sveglio, le palpebre pesanti eppure incapace di chiudere gli occhi. La mia mente correva, facendo eco a tutte le parole non dette, a tutti i pensieri che cercavo di tenere a bada. Era incredibile come un momento di intimità potesse essere così carico di paura.

“Non sei fragile, Lip. Sei umano.” Le parole di Violet mi rimbombavano nella testa. Eppure, ogni volta che cercavo di accettare questa verità, il dubbio tornava a farsi sentire. Come potevo essere umano quando la mia vita sembrava così instabile? Fragile era esattamente come mi sentivo. Ogni giorno era una battaglia, e la droga, in un certo senso, era diventata il mio rifugio, la mia fuga da quella fragilità.

Mi sforzai di ripensare a quando avevo cominciato a cercare quella fuga. Era un modo per silenziare il rumore, per allontanare le aspettative schiaccianti che sentivo addosso. Ma ora, in quel momento di vulnerabilità accanto a Violet, era come se tutte le mie scelte sbagliate tornassero a tormentarmi. E lei, con la sua infinita pazienza e il suo amore, non meritava tutto questo.

Dovetti stringere i denti per non lasciare che le lacrime emergessero. Mi vergognavo di me stesso, di questa fragilità che non avrei dovuto sentire. Non ero solo un ragazzo che lottava con le sue dipendenze; ero un ragazzo che stava cercando di fare del suo meglio, ma sentivo di fallire miseramente. Ogni volta che mi guardavo allo specchio, quello che vedevo non era un uomo, ma un’ombra di chi avrei voluto essere.

“Sei più forte di quanto pensi.” Le parole di Violet erano come un mantra. Ma per me, ogni volta che provavo a raccogliere le forze, sentivo che qualcosa mi bloccava. Volevo crederci. Volevo essere quello che lei vedeva in me, ma la realtà era che ero spesso in preda alla confusione, al dubbio e al rimpianto.

Mi girai sul lato e la guardai dormire, la sua faccia serena e i capelli che danzavano delicatamente sulle spalle. In quel momento, il mio cuore si riempì di gratitudine e colpa. Ero grato per il suo amore, per la sua presenza, ma al tempo stesso mi sentivo un peso, un fardello che non avrebbe dovuto portare.

Rimanemmo in silenzio, il mondo fuori che sembrava lontano, irreale. La luna illuminava la stanza, gettando ombre lunghe e morbide, come se volesse nascondere i miei pensieri più oscuri. Ma sapevo che dovevo affrontarli. Dovevo trovare un modo per condividere la mia lotta con lei, anche se il pensiero mi terrorizzava.

“Maledizione”, mormorai a me stesso. “Devo essere forte. Non posso deluderla.” Eppure, in fondo, il mio io interiore si sentiva perso. Le parole che non avevo detto si accumulavano, e sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarle.

Mi alzai dal letto, cercando di non fare rumore. Avevo bisogno di aria fresca, di pensare. Camminai lentamente verso la finestra, cercando di non svegliarla. La notte era calma, un vasto mare di stelle che brillavano nel cielo scuro, ma la loro bellezza sembrava lontana e inaccessibile.

“Che cosa farò?” pensai, mentre fissavo l’orizzonte. L’immagine della mia vita che avevo sempre sognato si dissolveva come fumo. “Come posso essere l’uomo che merita il suo amore quando io stesso non riesco a credere in me?”

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